Le storie di matrimoni popolari in mostra a Torino 

Coppie di sposi che partono in luna di miele sulle Apecar gialle, uomini baffuti e giovani in abiti da film. Sono le foto che raccontano uno spaccato di vita popolare del quartiere Barriera di Milano

Potremmo definirlo “scene da un matrimonio” il nuovo progetto che Alessandro Bulgini ha pensato per Flashback Habitat, il centro culturale del pre-collina torinese, attivo negli spazi recuperati che in passato hanno ospitato il brefotrofio della provincia. Ma i protagonisti dell’esposizione fotografica non sono i tormentati interpreti del film di Ingmar Bergman, bensì i “barrieranti” provenienti in larga parte dal Sud (ma non solo) che dagli Anni ’50 in avanti hanno completamente trasformato il volto del popolare quartiere torinese di Barriera di Milano. Uno dei primi a espandersi fuori da quella che era la cinta daziaria della città storica. 

Storie di matrimoni. Flashback Habitat, Torino, 2024. Foto Antonio Jordan
Storie di matrimoni. Flashback Habitat, Torino, 2024. Foto Antonio Jordan

Il progetto della mostra sul quartiere Barriera di Milano 

Il direttore artistico di Flashback Habitat ha scelto le foto di matrimonio – “un tema che coinvolge tutti, di cui ogni famiglia conserva qualche immagine nei cassetti” – per interloquire con gli abitanti del quartiere, costringerli a rovistare fra i ricordi del passato per ricostruire, almeno in parte, la storia del costume nella Torino fra gli anni Cinquanta e Ottanta. “Perché parlare di Barriera di Milano è parlare della storia d’Italia di un certo periodo storico, si vede il Sud trasferito al Nord”

Le fotografie di matrimoni in mostra da Flashback Habitat a Torino 

Le foto estratte dagli album fotografici per essere ingrandite non sono state per niente ritoccate. Sono inoltre state stampate su carta povera, come si trattasse di una rivista popolare di qualche decennio fa. Alcune si sono conservate perfettamente nella nitidezza del bianco e nero, fatte e stampate da fotografi professionisti a cui si affidavano famiglie non abbienti per celebrare quel momento importante della vita; altre appaiono esauste, rossastre, trasparenti, labili quasi testimoniassero i sogni, a volte realizzati a volte infranti, di intere generazioni di migranti. 
Nelle foto in esposizione, c’è uno spaccato di storia del costume italiano che vale un trattato di sociologia. Negli anni Cinquanta e Sessanta, i vestiti, le pettinature, le pose dei gruppi di famiglia riprese da fotografi in larga parte sconosciuti sono quelli della dolce vita felliniana. “Si vede chiaramente che ci si ispirava ai paparazzi e ai film dell’epoca, sia nella scelta delle inquadrature sia nell’atteggiamento dei protagonisti” sottolinea Bulgini.  

Matrimonio di Nicolino Ledda e Maria Teresa Froio, 1965. Prestata da Alessandro Ledda
Matrimonio di Nicolino Ledda e Maria Teresa Froio, 1965. Prestata da Alessandro Ledda

Le coppie di sposi nelle fotografie in mostra da Flashback Habitat a Torino 

Ci sono i baffi, quasi immancabili, sui volti degli sposi, i capelli impomatati di brillantina, le pettinature cotonate e i tessuti preziosi degli abiti bianchi delle spose. Nei decenni si trasformano in capelli lunghi, basettoni e spalline per le giacche delle signore, con le gonne che si accorciano negli anni Ottanta. Lo scenario è quasi sempre quello delle due tre parrocchie di quartiere, con le grandi famiglie allargate e i parenti che per l’occasione sono saliti dal meridione. Facce di contadini, di operai, la parte sommersa della città “che ho voluto portare in questa zona bene di Torino per mescolare un po’ le carte” racconta Bulgini. Come sempre, ecco l’eccezione. Una foto di matrimonio in Comune, cerimonia laica, in un periodo in cui il matrimonio religioso era pressoché irrinunciabile. 

Le fotografie dei matrimoni da Flashback Habitat a Torino 

C’è chi si sposa salendo in Mercedes e chi, più trasgressivo, sale su un’Apecar gialla sponsorizzata dai bagni pubblici di quartiere. Paradossalmente, nelle foto di matrimonio non appaiono mai vetture della casa automobilistica locale, la Fiat. Eppure, molti – o almeno qualcuno – di quegli uomini giovani erano sicuramente arrivati a Torino per lavorare alle catene di montaggio dell’azienda che dava impiego a decine di migliaia di persone. Forse, però, a pensarci bene, Barriera di Milano non è Mirafiori: siamo all’estremo opposto della città e tante vite hanno intrapreso cammini diversi da quelli della fabbrica. Come quelli di Pina, matrimonio a metà degli anni Cinquanta, che ancora oggi ha una botteguccia di prodotti naturali al mercato di piazza Foroni, cuore animato della Barriera. O come Enzo Torraco, il “re degli ambulanti” del mercato, che introduce la mostra con un filmato dove mostra le foto dei matrimoni di famiglia. “Ecco mia zia con il marito, poi ci sono le sorelle…”.  

La mostra da Flashback Habitat continua 

L’ultima stanza è stata volutamente lasciata con le pareti vuote. Perché il lavoro in Barriera prosegue, si attendono anche i contributi dei visitatori che da Barriera di Milano si spingeranno fin qui, fra le ville della Torino più benestante. “A fine giugno lanceremo il secondo atto di questa ricerca che riguarderà l’emigrazione degli ultimi anni, quella etnica” hanno anticipato Ginevra Pucci e Stefania Podde, direttrici di Flashback ricordando che con la bella stagione il centro sarà aperto un giorno in più, il giovedì, oltre che nei fine settimana. 

Dario Bragaglia 



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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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