A Genova una doppia mostra fotografica svela luci e oscurità del Giappone
Si intitola “Light and Darkness” la mostra che vede protagonisti l’italiano Andrea Lippi e il giapponese Katsuhito Nakazato rispettivamente al Museo d’Arte Orientale Chiossone e alla Galleria d'Arte Moderna. Per uno sguardo inusuale sul Giappone
Due artisti, due temi, due mostre, due sedi, ad accomunarli però sono un unico progetto che vede al centro un Paese, il Giappone. Si intitola Light and Darkness la mostra fotografica dell’italiano Andrea Lippi e del giapponese Katsuhito Nakazato ospitata in due siti culturali di Genova, il Museo d’Arte Orientale Chiossone e a Galleria d’Arte Moderna. L’esposizione – in corso fino al 12 gennaio 2025 – mette in relazione la visione dei due artisti sul rapporto tra luce e oscurità negli ambienti naturali e urbani del Giappone, al fine di “far conoscere e promuovere i luoghi e i contesti del Paese, tra contemporaneità e tradizione, grazie alla fotografia e alla sua capacità espressiva”.
La mostra “Light and Darkness” a Genova. La luce di Andrea Lippi
Una mostra, dunque, suddivisa in due sezioni: ad Andrea Lippi è associata Light, che trova spazionegli ambienti luminosi e aperti del Museo Chiossone, con fotografie in bianco e nero realizzate dal 2015 al 2024. Tra i lavori in mostra, è la serie Lights ofJapan, che l’artista ha sviluppato viaggiando più volte in Giappone negli ultimi dieci anni; da Lights ofJapan è nato poi l’omonimo progetto editoriale, pubblicato nel 2017, grazie anche alla conoscenza con gli storici dell’arte Noriyuki Kai e Midori Sewake. “Le fotografie di Lippi richiamano il bianco della carta e il nero dell’inchiostro dei grandi maestri giapponesi di sumie e di calligrafia. Gli scatti che fermano momenti di vita quotidiana o incontrano una presenza umana, invece, trasmettono lo sguardo nostalgico che troviamo anche nel cinema in bianco e nero di Ozu Yasujirō”, spiega Aurora Canepari, responsabile del Museo Chiossone e curatrice della selezione fotografica. Gli scatti di Lippi entrano in dialogo con le opere d’arte antica esposte nel museo, dando vita a un peculiare dialogo: le fotografie rappresentano il Tokyo e Kyoto, il sacro monte Koya, la neve di Shirakawa, per una restituzione del Giappone che è tradizionale e allo stesso tempo contemporanea.
La mostra “Light and Darkness” a Genova. L’oscurità di Katsuhito Nakazato
A Katsuhito Nakazato è invece affidata la sezione Darkness, con scatti esposti negli spazi raccolti e ombrosidel piano ammezzato della Galleria d’Arte Moderna: in questa occasione l’artista presenta, per la prima volta in Italia, una selezione di opere tratte da due dei suoi più importanti progetti, De Chirico’s Shadow e Tōkei,selezionatedalla storica dell’arte e curatrice giapponese Miki Shimokawa.
De Chirico’s Shadow è ispirato a Giorgio de Chirico: Nakazato a dieci anni vide le sue opere e rimase colpito dal mondo onirico e surreale del pittore, e da adulto ha poi immortalato in fotografia scene che somigliano alle atmosfere tipiche dei quadri di Giorgio de Chirico. Nel 2002 ha raccolto queste immagini nel progetto editoriale Kiriko no machi (キリコの街) / De Chirico’s Shadow (L’ombra di de Chirico),premiato nel 2003 con il premio Society of Photography Award. “È interessante osservare in un contesto tipicamente italiano come quello di Villa Serra, nei bellissimi parchi di Nervi, il Giappone visto da un fotografo giapponese, ispirato dal mondo surreale di un pittore italiano”, spiega Miki Shimokawa. “Nelle foto di Nakazato non si riconoscono le tipiche caratteristiche del Giappone, al contrario si ha l’impressione che ritraggano un mondo ultraterreno”.
La mostra “Light and Darkness” a Genova. Il progetto “Tōkei” di Katsuhito Nakazato
Tōkei è un progetto pubblicato nel 2006 in cui Nakazato svela un luogo insolito di Tokyo, Mukojima, quartiere che preserva il fascino storico del periodo Showa, prima della Seconda Guerra Mondiale, in un complicato dedalo di vicoli fiancheggiati da vecchie abitazioni in legno, case a schiera (o nagaya), e laboratori. “Vagabondando smarriti per le strade”, racconta Nakazato, “si percepiscono gli strati accumulati della vita della città. Un paesaggio urbano originale ora scomparso da Tokyo (anzi da tutto il Giappone) torna a vivere, evocando un sospiro nostalgico per cose che ormai sono solo ricordi”.
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