Come lavora un flower designer. Alessandro Cambi negli scatti di Silvia Camporesi

Complice un rapporto di amicizia, la fotografa italiana racconta il percorso del designer dei fiori, dalla facoltà di Filosofia agli studi di arte floreale francese, fino all'apertura del suo atelier sul Tevere. Dove Camporesi ha realizzato un reportage fotografico

Conosco Alessandro Cambi dagli anni delle scuole superiori e poi dall’Università a Bologna, dove entrambi abbiamo studiato Filosofia. In seguito l’ho perso di vista e l’ho ritrovato dopo molto tempo a Roma, dedito all’arte floreale. Dopo un’esperienza lavorativa di due anni a Parigi, durante la quale ha appreso le tecniche dell’arte floreale francese, ha collaborato con Giorgio Armani, contribuendo a definire lo stile di ArmaniFiori. Successivamente si è trasferito a Tokyo per altri due anni, un’esperienza che lo ha particolarmente influenzato: lì ha sviluppato una profonda attenzione ai dettagli, un interesse per le cose piccole e delicate, per ciò che è apparentemente invisibile, per la natura e le stagioni come motivi d’ispirazione. Questi elementi caratterizzano oggi la sua pratica come flower designer.

L’atelier romano del flower designer Alessandro Cambi

Tornato a Roma, Alessandro decide di intraprendere un percorso autonomo, dando vita a uno stile personale frutto dei suoi studi e delle sue ricerche svolte in giro per il mondo. Definisce il proprio stile come “la ricerca di una nobile semplicità“, che si fonda sul rispetto degli spazi che allestisce, sullo studio delle proporzioni, sulla selezione di oggetti ed elementi in grado di accompagnare i fiori valorizzandoli nello spazio architettonico. Il suo obiettivo è creare autentiche scenografie naturali.

Ha aperto un atelier di cento metri quadrati sul Tevere, che è anche la sua casa; uno spazio coinvolgente, a tratti fiabesco, dove le sue composizioni prendono vita in un ambiente curato nei minimi dettagli, in cui ogni oggetto ha una storia e un valore. Una parete richiama l’atmosfera romantica di un museo di storia naturale, mentre un’altra è interamente coperta da piccoli dipinti a tema floreale. L’atelier ospita vasi medicei, tavolini antichi e oggetti acquistati nei mercati e alle fiere di tutto il mondo.

Alessandro Cambi e il concetto di semplicità e naturalità

Affiancato da due assistenti e dal suo cane Momo, Alessandro collabora con importanti agenti di eventi a livello europeo. Da Parigi a Ginevra, da Barcellona a Milano, crea ambienti immaginifici, in cui la natura prende vita all’interno di antichi palazzi, chiese, dimore storiche. La sua idea parte da un concetto di semplicità e naturalità, è affezionato alle erbe di campagna, ai piccoli fiori normalmente poco usati, infiorescenze, arbusti e rami di bosco. Quando vado a trovarlo nel suo atelier, mi capita di vederlo andare via per qualche ora, per poi ricomparire con la macchina piena di rami, piante, arbusti.

Perfezione ed equilibrio nel flower design

È difficile descrivere il suo lavoro, il suo percorso, senza rischiare di sminuirlo, perché quel che noto quando lavora a una composizione è la cura estrema dei dettagli. Dove io vedo assoluta meraviglia e perfezione, lui nota un ramo che scende poco o che risulta al suo occhio troppo curvo, un fiore che è appena appassito, un colore che è troppo acceso, una pianta che è poco armonica. Controlla le composizioni da ogni angolazione, da ogni prospettiva, fino a che non sente un senso di assoluta perfezione, risultato di un gusto e di uno stile messi a punto in tanti anni di lavoro.

Qualche settimana fa ho voluto fotografare le sue composizioni, le sue idee di pieno e di vuoto, mettendole in relazione con lo spazio magico e la luce che proveniva di riflesso dalle acque del Tevere. Ora che Alessandro ha raggiunto i vertici del mondo del flower design, il suo sogno ancora da realizzare è creare un progetto artistico, qualcosa che trascenda il semplice allestimento floreale e si collochi in un contesto museale, dove l’arte, la natura e l’architettura possano dialogare in modo armonioso. Un progetto capace di raccontare storie attraverso fiori, rami e materiali naturali, creando un’esperienza immersiva che possa stupire chiunque la osservi.

Silvia Camporesi

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Silvia Camporesi

Silvia Camporesi

Silvia Camporesi (nata a Forlì nel 1973), laureata in filosofia, vive a Forlì. Attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la…

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