Il fotografo Mario Carbone compie 100 anni. Cosenza gli dedica una grande mostra
Il progetto, diffuso in quattro diversi spazi della città, ripercorre tutta la carriera del maestro. Dagli scatti sul mitico “Funerale del Nouveau Réalisme” alla performance di Marina Abramovič e Ulay a Bologna
Inaugurata alla Galleria Nazionale di Cosenza, la mostra fotografica CARBONE 100 I racconti di una vita. Fotografie dal 1954 al 1990 vuole rendere omaggio al fotografo Mario Carbone (San Sosti, 1924), che nel 2024 ha completato un secolo di storia. Un uomo che nell’ultimo secolo ha racchiuso nei suoi scatti gli avvenimenti di una Italia del Dopoguerra in piena evoluzione sociale e culturale. L’esposizione nasce per essere una mostra diffusa e itinerante, quasi a voler richiamare l’attitudine di Carbone che, da instancabile curioso, si muoveva su e giù per il Paese, pronto a raccontarne gli avvenimenti.
Il progetto per i 100 anni di Mario Carbone a Cosenza
Nata da un progetto di Marilena Sirangelo e dell’Archivio Mario Carbone ed Elisa Magri, la rassegna è curata da Martina Cavallarin ed è stata pensata per essere sviluppata in quattro luoghi del territorio: la Galleria Nazionale di Cosenza, il RiMuseum (Università della Calabria), la Biblioteca storica Stefano Rodotà del Liceo Classico Telesio e il MAON di Rende. Ogni spazio ha un suo focus di riferimento particolare.
La mostra su Mario Carbone alla Galleria Nazionale di Cosenza
Alla Galleria Nazionale sono esposte, tra le altre, le testimonianze fotografiche di due avvenimenti centrali nello sviluppo delle avanguardie artistiche internazionali: il Funerale del Nouveau Réalisme a Milano e la Settimana Internazionale della Performance di Bologna.
In relazione al primo, proprio il decennale del movimento, nato nel 1960, fu l’occasione giusta per celebrarne il funerale, documentato minuziosamente dagli scatti esposti. Un compleanno in cui si pose la parola fine al festeggiato, ossia il Nouveau Réalisme. Spicca la memorabile Ultima cena del novembre 1970, realizzata da Spoerri al ristorante Biffi, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, che fu un vero e proprio banchetto funebre.
Centrale, poi, anche il nucleo di fotografie relativo all’evento bolognese citato, svoltosi nella primavera del 1977.
Un’altra sezione del percorso espositivo è dedicata a Imponderabilia la celebre performance in cui Marina Abramović e Ulay si posero nudi dinanzi all’entrata della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, quasi a voler invitare i visitatori a passare attraverso i loro corpi per partecipare alla distruzione delle barriere tra spettatore e performer. Carbone era molto sensibile alle avanguardie artistiche del suo tempo, motivato anche da sua moglie, Elisa Magri, la quale dirigeva una delle gallerie più influenti della Roma degli anni Sessanta, la galleria Ciak. Questo lo influenzò moltissimo nella documentazione del lavoro degli artisti della Scuola di Piazza del Popolo come Fioroni, Schifano, Festa e Angeli.
La mostra su Mario Carbone alla Biblioteca Stefano Rodotà di Cosenza
Presso la Biblioteca storica Stefano Rodotà del Liceo Classico Telesio sono, invece, esposti alcuni lavori realizzati insieme a Carlo Levi. Quest’ultimo, nel 1960, invitò il fotografo calabrese a seguirlo in un viaggio nelle terre di quella Lucania in cui trascorse gli anni del confino, quelli di Cristo si è fermato a Eboli. Gli scatti sono profondi e mirano a scrutare il rapporto tra Levi e la Basilicata, nonché l’amicizia con Rocco Scotellaro, protagonista di Lucania ‘61 una delle opere più rilevanti dello scrittore-artista, esposta permanentemente a Palazzo Lanfranchi di Matera.
La mostra su Mario Carbone al RiMuseum di Cosenza e al MAON di Rende
Ancora un terzo luogo, il RiMuseum dell’UNICAL (Università della Calabria), dove viene raccontato un viaggio per l’Italia meridionale, trascorso con l’obiettivo pronto a ritrarre riti e tradizioni dal grande valore antropologico.
Da ultimo, c’è il percorso presso il MAON di Rende, dove il 14 dicembre si tiene una giornata di studio conclusiva dedicata al terremoto del Belice del 1968. Tutto corredato da un apparato fotografico volto a porre in evidenza la ricostruzione del territorio e la realizzazione, a Gibellina, dell’installazione La montagna di saledi Mimmo Paladino nel 1990.
Gli altri progetti attorno a Mario Carbone
Le iniziative già realizzate attorno alla carriera di questo fotografo non finiscono qui. L’enorme apporto alla documentazione fotografica e filmica di Mario Carbone è difficile da racchiudere in una sola mostra. Per chi è interessato, si possono citare i suoi documentari, tra cui quello sull’alluvione di Firenze del 1966, o le opere della sua casa di produzione D.A.R.C., con cui realizzò anche serie divulgative come Attraverso l’arte moderna(1979) e il programma RAI Artisti allo specchio.
Carbone 100 è una mostra necessaria, che indaga con occhio attento un passato che guarda in avanti e che – attraverso la sensibilità del fotografo – si trasforma in immagini utili a leggere il presente con maggiore consapevolezza. Del resto, come scriveva il suo amico Carlo Levi: Il futuro ha un cuore antico.
Antonio Mirabelli
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