Bloom Forever: il progetto che celebra la lentezza della natura in chiave pop
L'archivio botanico su Instagram dell’artista Giulio Michelini intreccia fotografia, natura e sostenibilità per ispirare nuove prospettive sulla biodiversità e l'antispecismo
Attraverso un approccio innovativo che combina fotografia, scannerizzazioni e materiali riciclabili, un nuovo progetto artistico si propone di raccontare la biodiversità e l’interdipendenza tra esseri umani ed ecosistemi.È BloomForever, creatura dell’artista visivo residente nella Tuscia Giulio Michelini.
Bloom Forever di Giulio Michelini
Presentato in una produzione visiva diArtribune, il progetto di Michelini esplora le connessioni profonde tra natura e cultura, e lo fa con un taglio sperimentale, a metà tra l’onirico e l’erotico. Lo scopo è quello di sensibilizzare sul rapporto tra umanità e natura, sottolineando l’importanza della lentezza e dell’osservazione.
L’intervista a Giulio Michelini, ideatore di Bloom Forever
Iniziamo dalla Tuscia, il territorio in cui sei cresciuto. Quanto ha influenzato la tua formazione artistica il vivere in un contesto immerso nella natura?
Sono nato in una famiglia che gestisce un vivaio dagli Anni Cinquanta. Crescere in questo ambiente ha significato sviluppare un rapporto diretto con la natura e le sue trasformazioni. La mia passione per l’arte visiva è nata osservando le piante e il loro ciclo vitale. Il vivaio è stato il mio primo laboratorio creativo.
Come sei riuscito a connettere questa eredità con la tua ricerca artistica?
Ho cominciato a studiare botanica autonomamente, leggendo manuali e osservando da vicino le piante. Mi sono accorto che il contatto fisico con i fiori permette di percepire dettagli che le immagini dei manuali non restituiscono. Questo ha ispirato la volontà di raccontare la botanica attraverso un linguaggio visivo personale.
Nel 2023 nasce Bloom Forever. Qual è stata l’intuizione iniziale che ha dato vita al progetto?
Tutto è iniziato con una vecchia Nikon che usavo per scattare foto nel vivaio. Non avevo riferimenti visivi. Mi sono lasciato guidare dall’osservazione diretta e dalla sperimentazione con l’intento di raccontare la diversità delle specie vegetali e il loro rapporto con il contesto naturale.
Il progetto esplora dimensioni oniriche, erotiche e psichedeliche della botanica. Da dove proviene questa fascinazione?
Deriva dal mio interesse per il potenziale narrativo della natura. Ogni fiore porta con sé una storia che si presta a molteplici interpretazioni. Cerco di esplorare queste sfumature attraverso accostamenti che mettono in dialogo elementi botanici e altri materiali.
Fotografia, plastilina, scannerizzazioni: il tuo processo creativo mescola tecniche diverse…
Ogni scelta dipende dalla relazione che voglio stabilire con il soggetto. Uso approcci differenti per evidenziare dettagli o suggerire nuovi significati: lo scanner, ad esempio, mi permette di ottenere una nitidezza che il diaframma della macchina fotografica non raggiunge. L’obiettivo è creare un dialogo tra elementi che, apparentemente, non appartengono allo stesso contesto. Voglio mettere in evidenza il legame tra la natura e altri sistemi, come quello umano o artificiale.
La connessione alla natura e la riscoperta della lentezza secondo Giulio Michelini
Analizzando le opere emerge una tensione tra la lentezza della natura e la velocità della vita contemporanea. Come traduci questa dicotomia?
Cerco di dilatare il tempo attraverso le immagini e i video. Mi interessa cogliere momenti impercettibili, come il movimento di un insetto su un fiore. Questo contrasto riflette il divario tra i ritmi naturali e quelli imposti dalla digitalizzazione.
La tua arte suggerisce una connessione imprescindibile tra insetti e piante valorizzata dall’intento di divulgare valori sostenibili e i segni del cambiamento climatico…
Insetti e piante sono parte di un sistema interdipendente, non possono esistere separatamente. Voglio evidenziare questa relazione per mostrare come ogni elemento della natura abbia un ruolo fondamentale nell’equilibrio degli ecosistemi. Anche per questo la sostenibilità è un elemento centrale del mio lavoro: utilizzo materiali riciclabili per le mie installazioni e cerco di creare opere che trasmettano il valore della biodiversità. Il cambiamento climatico, per esempio, viene rappresentato attraverso immagini che mostrano le alterazioni nei cicli vitali delle piante, come le fioriture anticipate.
In un mondo sempre più digitalizzato, qual è il valore del contatto diretto con la natura e come pensi che l’arte possa aiutare a recuperarlo?
L’arte può creare connessioni profonde, riportandoci a una dimensione tattile e visiva. Voglio che il pubblico torni a osservare la natura con attenzione e rispetto, riconoscendone il valore nel quotidiano. Per questo integro sempre più il video nella mia ricerca, lavorando su riprese ad alta velocità per catturare dettagli che l’occhio umano non percepisce.
Alessia Caliendo
Curated by Alessia Caliendo
Photographer Lorenzo Marzi
Directed by Nicolò Bassetto
Dop & Sound Design Nicola Cattelan
Graphics Nicolò Bassetto & Asia Michelazzo
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