I dimenticati dell’arte. La storia del fotografo visionario (e molto altro ancora) Federico Peliti 

Citato da Kipling in uno dei suoi racconti, Peliti è stato un imprenditore di successo e un abile fotografo, diviso tra l’Italia e l’India. E ha persino inventato un vermut. Ecco chi era

Fotografo e pasticcere, ristoratore e imprenditore, ma soprattutto viaggiatore tra l’Italia e l’India. Difficile definire con un solo termine Federico Peliti (Carignano, 1844 – 1914), uno dei maggiori e misconosciuti visionari italiani del XIX Secolo, che attende ancora di essere scoperto dal grande pubblico.  

Chi era Federico Peliti 

La sua vita è degna di un romanzo: nasce a Carignano, vicino a Torino, da una famiglia di imprenditori edili, ma la sua passione è l’arte; quindi, si iscrive all’Accademia di Belle Arti, dove segue i corsi di scultura tenuti da Vincenzo Vela. Si diploma nel 1865, partecipa alla Terza Guerra di Indipendenza e dopo due anni prende i primi contatti con alcune ditte di confettieri e pasticceri che fornivano la Real Casa, per poi specializzarsi nella decorazione di dolci. La sua fama cresce rapidamente, tanto che nel 1869, quando il conte di Mayo Richard Bourke viene nominato viceré delle Indie britanniche, seleziona il suo nuovo cuoco a Parigi e il pasticcere a Torino, allora una delle capitali europee della pasticceria. Il vincitore del concorso è il giovane Federico Peliti, che lascia il Piemonte per l’India e si stabilisce nella residenza di Bourke a Calcutta, dove lavora per banchetti e cerimonie di gala, con grande successo. Nel 1872 il conte di Mayo viene assassinato, e Federico decide di aprire la propria pasticceria, seguita da un ristorante, destinato soprattutto ai nobili inglesi. Organizza feste sontuose, non solo a Calcutta ma anche all’estero, con un’attività di catering assai lussuosa e curata in ogni dettaglio. Tra i ricevimenti più memorabili si ricorda il pranzo organizzato in Birmania in onore del Principe di Galles nel 1891, quando non solo il cibo ma tutto l’occorrente per il servizio, compresi i tavoli e le stoviglie, veniva trasportato sino alla destinazione in battello o in treno, attraverso mari minacciosi e giungle impenetrabili.  

Federico Peliti
Federico Peliti

Federico Peliti in India

Negli anni successivi Peliti apre una filiale della sua attività a Shimla, capitale estiva dell’India britannica, dove apre un albergo e un ristorante, citato da Rudyard Kipling nel racconto Il risciò fantasma (1888). Nel 1881 costruisce Villa Carignano, una residenza sontuosa circondata da un parco, dove si incontra la mondanità dell’epoca. Parlando di Peliti nel suo romanzo Fire on the Mountain (1977) Anita Desai scrive: “aveva tutto ciò che voleva, lì a Villa Carignano, a Kasauli. Lì sul crinale del monte, in quella tranquilla dimora”. Tre anni dopo ritorna nel suo paese natale, dove apre un’azienda di esportazione di conserve alimentari per i suoi ristoranti indiani e anche una distilleria per il vermut Peliti’s, prodotto su richiesta del re Edoardo VII d’Inghilterra. Ma non solo: nella sua villa di Carignano, costruita dall’ingegnere Antonio Masoero nel 1886 e decorata dal pittore Paolo Gaidano, installa un laboratorio fotografico molto avanzato, dove poter esercitare la sua passione per la fotografia, che lo accompagna da sempre.  

La fotografia di Federico Peliti 

L’obiettivo di Federico, che era stato allievo da ragazzo di Felice Bardelli, documenta in maniera oggettiva i molteplici aspetti dell’India coloniale del secondo Ottocento, dalle cerimonie ufficiali alle etnie, dall’architettura al folklore.  “L’India narrata da Peliti è, da una parte, quella brulicante, policroma e caleidoscopica dei grandi centri, affollata di sadhu, venditori ambulanti, botteghe, celebrazioni pubbliche e pratiche religiose sulle rive del Gange, come quella più sommessa dell’interno agricolo, caratterizzata da più arcaiche attività rurali e artigianali, tra semplici strutture abitative di fango e bambù” scrive Marina Miraglia, curatrice della mostra Federico Peliti. Un fotografo piemontese in India al tempo della regina Vittoria all’Istituto Nazionale per la Grafica nel 1993. Grazie alla mostra sono tornate alla luce le immagini dell’India vista dallo sguardo di Federico Peliti, il pasticcere fotografo più importante nell’Italia dell’Ottocento. 

Ludovico Pratesi   

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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