Dorothea Lange, fotografa delle disuguaglianze. In mostra a Perugia 

Prima fotografa a denunciare le ingiustizie sociali, Dorothea Lange è al centro di una mostra al Palazzo della Penna. Che ospitando questa mostra internazionale avvia la sua evoluzione da Museo Civico a Centro per l'Arte Contemporanea

È  un’opportunità unica per esplorare l’opera di Dorothea Lange (Hoboken, 1895 – San Francisco, 1965) questa mostra che ci propone la celebre fotografa documentaristica del Novecento, ma anche per riflettere sulle ingiustizie sociali e razziali del passato e del presente. Promossa dal Comune di Perugia in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino e Le Macchine Celibi, l’esposizione rappresenta un passo decisivo nella trasformazione del Palazzo della Penna in un polo per l’arte contemporanea, in linea con una rinnovata visione culturale della città. Un progetto ambizioso che punta a dare nuova vita alla sede storica, proponendosi come spazio multidisciplinare capace di connettere fotografia, letteratura, teatro, musica e tecnologie innovative. Curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, la mostra raccoglie oltre 130 fotografie scattate tra gli Anni Trenta e Quaranta, offrendo un potente racconto delle tensioni sociali e delle trasformazioni epocali documentate dalla celebre fotografa americana. 

Chi era Dorothea Lange 

Non è una militante, Dorothea Lange né una politica radicale. Risponde piuttosto a un’urgenza viscerale, che – nonostante la disabilità a una gamba – la trascina fuori dai confini del confortevole studio da ritrattista, per immergersi nel cuore pulsante dell’America ferita. Fotogramma dopo fotogramma ci coinvolge nella sua narrazione empatica: è quel sentire la sua presenza fisica in fila tra le folle di affamati, tra i manifestanti in città, nei campi bruciati dalla sete, lungo le strade polverose dove si accalcano i disperati, a rendere le sue opere così vive. Con la sua fotocamera, una Graflex grande formato, cattura la tensione, la speranza e la lotta, trasformando silenzi e sguardi in testimonianze, impossibili da ignorare. Il suo approccio fotografico che combina sensibilità estetica con un forte intento etico e politico, sfida le correnti puramente estetizzanti del modernismo.  

Dorothea Lange, Centro di trasferimento di Manzanar, California, 1942
Dorothea Lange, Centro di trasferimento di Manzanar, California, 1942

La mostra di Dorothea Lange a Perugia 

Il percorso espositivo prende il via dal 1935 quando per incarico della Farm Security Administration (FSA), la fotografa comincia a viaggiare documentando gli effetti devastanti della Grande Depressione e del Dust Bowl. Le sue istantanee, rivelano le conseguenze della siccità e della mancanza di lavoro, costringendo innumerevoli persone a migrare in cerca di migliori condizioni. Dalle piantagioni di piselli della California ai campi di cotone del Sud, Lange immortala volti segnati dalla miseria e dalla resistenza. Le sue immagini, sempre accompagnate da didascalie dettagliate, saranno pubblicate sul San Francisco News, consacrandola come prima fotografa donna a denunciare le ingiustizie sociali; i suoi reportage rappresentano una chiamata all’azione, una condanna visiva più eloquente di mille parole scritte o gridate.   

Un’icona del XX Secolo: “Migrant Mother” di Dorothea Lange 

Migrant Mother emerge come icona indiscussa della Grande Depressione. Scattata nel 1936 a Nipomo, California, ritrae una madre con i figli, ripresa nel pieno del sacrificio e della resilienza. Sorta di Mater dolorosa colpirà l’immaginario collettivo diventando un simbolo universale annoverato dal Time tra le fotografie più importanti di tutti i tempi.  Lange riesce qui a cristallizzare il dolore ma anche la dignità e la speranza dei migranti, delineando uno spaccato intenso e umano delle sfide affrontate in tempi di crisi.  

Dorothea Lange, Coltivazione con la zappa nel sud, Eutaw, Alabama, 1936
Dorothea Lange, Coltivazione con la zappa nel sud, Eutaw, Alabama, 1936

Le ingiustizie razziali e la Seconda Guerra Mondiale negli scatti di Dorothea Lange 

Negli Anni Quaranta, la fotografa è incaricata di documentare l’internamento dei cittadini nippo-americani a seguito degli eventi di Pearl Harbor. Le sue foto in mostra, registrano la tragedia di migliaia di innocenti costretti a lasciare le proprie case per i campi di prigionia. Lo sguardo della fotografa potente e privo di retorica condanna quelle discriminazioni razziali istituzionalizzate, nel silenzio di gran parte della società americana. Gli scatti, giudicati troppo critici, saranno censurati rimanendo invisibili per decenni. 

La profonda attualità di Dorothea Lange 

La mostra al Palazzo della Penna non solo celebra la straordinaria capacità artistica di Dorothea Lange, ma ci ricorda quanto il suo lavoro sia ancora attuale. I temi affrontati nelle sue fotografie, come la crisi climatica, le migrazioni, le discriminazioni razziali e le disuguaglianze sociali, rimangono di straordinaria attualità. Spunti di riflessione sul presente che ci esortano a riconsiderare il ruolo dell’arte nel promuovere la consapevolezza e il cambiamento. 
 
Lori Adragna 
 
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Lori Adragna

Lori Adragna

Lori Adragna nata a Palermo, vive e lavora a Roma. Storico dell’arte con perfezionamento in simbologia (Arte e simboli nella psicologia junghiana). Critico e curatore indipendente, dal 1996 organizza mostre ed eventi culturali per spazi privati e pubblici tra cui:…

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