A Senigallia si celebra il centenario del fotografo Mario Giacomelli con una grande mostra
Sono passati 100 anni dalla nascita di Mario Giacomelli e 25 dalla sua morte. In quest’anno così importante sia Milano che Roma gli dedicheranno mostre di rilievo. Ma anche la sua città natale non si tira indietro, esponendo a Palazzo del Duca un centinaio di fotografie

Celebrare un centenario significa affermare il valore che una collettività riconosce a una persona. In questo caso, a un grande maestro della fotografia del XX Secolo, quale è stato Mario Giacomelli (Senigallia, 1925-2000), che nel 2025 verrà omaggiato in due grandi mostre in programma al Palazzo delle Esposizioni di Roma (20 maggio – 3 agosto 2025) e al Palazzo Reale di Milano (22 maggio – 7 settembre 2025). Si celebra la nascita, 1° agosto 1925, e si ripercorre lo sviluppo di un mezzo che nelle mani di Giacomelli è stato realismo magico, idealismo, surrealismo, interiorità, esteriorità, semplicemente spirito, creatività pura.

La mostra di Mario Giacomelli a Senigallia
In questo percorso non poteva mancare una tappa nella sua città natale, quella Senigallia dove cresce e si forma, e dove acquista quella Bencini Comet S (CMF) che gli cambierà la vita. Curata da Katiuscia Biondi Giacomelli, in collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli, La Camera Oscura di Giacomelli svolge, in maniera sintetica ed efficace, un’accurata narrazione dei temi più importanti e cari all’artista. Ospitata a Palazzo del Duca, la mostra, con rigore scientifico e qualche licenza poetica che gli sarebbe piaciuta, prende per mano lo spettatore, introducendolo a quel mondo di “luce” reso unico e inimitabile dal suo sguardo.







Le opere di Giacomelli in mostra al Palazzo del Duca
Apre la mostra l’installazione multimediale Sotto la pelle del reale. Immersiva e coinvolgente, complice la voce dell’artista tratta da un’intervista del 2000, questa è un tuffo nell’intimità, in quel bianco e nero, forte, contrastante, così simbolico, poetico, drammatico, commovente, teatrale. Circa cento fotografie originali allestite in otto sale, ritmano questa elegante esposizione, concepita come un piccolo ma prezioso seme della grande ricchezza dell’artista. Non mancano gli scatti dei cicli più conosciuti. Dai primi Paesaggi datati 1954/60 ai successivi, peculiari di una geometria irregolare, lirica, fino ai Pretini del 1961/63, bellissimi nelle loro silhouette, quasi bambinesche figurine di carta ritagliate, volteggianti sulla neve.

Mario Giacomelli, la poesia e i ritratti
Si prosegue con A Silvia, 1964 e 1988, dove è esplicito il rapporto con la poesia, e ancora, i Ritratti di parenti e amici, scenografici, a volte un po’ inquietanti ma di grande impatto visivo come la famosa foto Mia Madre. La forza più grande di Giacomelli? Rendere visibili profondità sconosciute che costantemente punte dalla forza dell’immagine, lasciano affiorare sensazioni strettamente connesse alla parte più vera e intima del nostro sguardo.
Maria Letizia Paiato
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