Parte il festival di fotografia a Torino. Una guida a Exposed 2025 tra mostre e appuntamenti da non mancare

La seconda edizione della rassegna diffusa torinese coinvolge sei sedi espositive e propone dal 16 aprile al 2 giugno un ricco programma di mostre ed eventi collaterali. Come orientarsi

Esordiva nel 2024 il festival di fotografia di Torino Exposed, rassegna indirizzata a comprendere dove va l’arte di oggi attraverso il mezzo fotografico. E si riconferma nel 2025 l’intenzione di coinvolgere diverse realtà cittadine per organizzare un evento diffuso che sia accessibile e inclusivo per davvero.
Beneath the Surface (Sotto la superficie) è il tema della seconda edizione del festival – organizzato da Fondazione per la Cultura Torino e diretto da Menno Liauw con Salvatore Vitale – che con dodici mostre ad accesso gratuito, tra personali e collettive, e artisti da tutto il mondo, torna ad animare la primavera torinese per fare il punto sulle ultime tendenze della fotografia. Sei sono le sedi espositive coinvolte – le sale juvarriane dell’Archivio di Stato, Camera – Centro Italiano per la Fotografia, Gallerie d’Italia, GAM Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, OGR e Palazzo Carignano – per tutta la durata del festival, dal 16 aprile al 2 giugno, mentre nelle giornate inaugurali, dal 16 al 19 aprile 2025, Exposed propone visite guidate in compagnia di artisti e curatori delle mostra in programma (qui il calendario con orari e luoghi d’incontro). Una guida per orientarsi tra mostre e appuntamenti collaterali.

Carrie Mae Weems alle Gallerie d’Italia

Carrie Mae Weems, Road Sign, 1991–92, from Leave Now. Carrie Mae Weems and reproduced courtesy of the artist and Gladstone Gallery, New York, Fraenkel Gallery, San Francisco, and Galerie Barbara Thumm, Berlin
Carrie Mae Weems, Road Sign, 1991–92, from Leave Now. Carrie Mae Weems and reproduced courtesy of the artist and Gladstone Gallery, New York, Fraenkel Gallery, San Francisco, and Galerie Barbara Thumm, Berlin

Inaugura in concomitanza con l’apertura del festival l’antologica sull’artista americana Carrie Mae Weems(Portland, 1953) – Carrie Mae Weems. The Heart of the Matter – che si protrarràfino al 7 settembre 2025. Un’occasione per apprezzare le indagini fotografiche sui temi dell’identità culturale, del sessismo e dell’appartenenza di classe dell’artista, che a Torino presenta anche, in anteprima assoluta, Preach, un progetto commissionato da Intesa Sanpaolo che ripercorre la religione e la spiritualità per gli afrodiscendenti americani attraverso le generazioni.

Le mostre all’Accademia Albertina di Belle Arti

Georges Senga, Decalquer
Georges Senga, Decalquer

Running Fast-Senses Off racchiude le indagini di Lisa Barnard (Kent, 1967) sull’accelerazione tecnologica della nostra era. Una mostra antologica che unisce tre lavori distinti della fotografa e documentarista inglese, tutti realizzati in California – Whiplash TransitionVirtual Iraq, e YOLO – sulla relazione tra piloti di droni, esercito ed effetti disumanizzanti degli schermi, sulle connessioni tra pipistrelli, e sulla nostra reazione al cambiamento climatico. Un invito a riflettere sul peso che le nostre scelte tecnologiche avranno sul futuro dell’umanità e del pianeta. Ma l’Accademia Albertina ospita contemporaneamente anche uno spaccato della vita quotidiana americana attraverso gli scatti di Gregory Halpern riuniti nella mostra Omaha Sketchbook. E un focus sugli esiti del neocolonialismo nella ricca provincia mineraria del Katanga, in Congo, al centro della ricerca di Georges Senga (Décalquer). Nella ricca programmazione dell’Accademia rientrano anche le personali di Silvia Rosi, che in Disintegrata indaga il legame tra fotografia, memoria e diaspora attraverso il medium dell’autoritratto, e di Valeria Cherchi, che con RE:Birth  affronta il tema della violenza ostetrica e ginecologica e il trauma che ne scaturisce, nella sua dimensione individuale, sociale e politica. 

Il Far West amazzonico alla GAM

River Claure, Once upon a time in the jungle © River Claude
River Claure, Once upon a time in the jungle © River Claude

Alla GAM, gli scatti di River Claure catturano la violenza che permea il paesaggio amazzonico, segnato dal peso dell’eredità coloniale, dalla devastante estrazione di risorse naturali e dall’imposizione di ideologie straniere. Once Upon a Time in the Jungle è il titolo della mostra che restituisce l’esperienza diretta del fotografo in Amazzonia, percorrendo in canoa oltre 377 km nel sud dell’Ecuador e nel nord del Perù, dove giovani rapper, soldati, leader di comunità locali, anziani, famiglie e bambini giocano e si esibiscono nelle vesti di cowboy, in un set che, tra finzione e realtà, sfida gli stereotipi di rappresentazione. Il fotografo boliviano, classe 1997, si è aggiudicato nel 2024 l’EXPOSED Grant for Contemporary Photography.

Tra fotografia e AI alle OGR

Almost Real. From Trace to Simulation. OGR 2025
Almost Real. From Trace to Simulation. OGR 2025

La collettiva Almost Real. From Trace to Simulation esplora la relazione tra fotografia e simulazione nell’era dei generatori di immagini AI, attraverso le opere di tre artisti dalle pratiche eterogenee.
Alan Butler con la serie Virtual Botany Cyanotypes, catalogo di una vegetazione immaginaria proveniente dal mondo dei videogiochi; Nora Al-Badri con i suoi  “tecno-reperti” realizzati a partire da manufatti mesopotamici, neo-sumerici e assiri; Lawrence Lek con Empty Rider, racconto fantascientifico su un’auto a guida autonoma sotto processo per il tentato omicidio del suo stesso creatore.

La cultura enologica fotografata da Olga Cafiero in mostra da Camera

Olga Cafiero, Cultus Langarum, Camera Torino, 2025
Olga Cafiero, Cultus Langarum, Camera Torino, 2025

Attraverso l’esperienza diretta dei luoghi e il riuso di documenti e materiali di archivio, Olga Cafiero esplora la storia e la cultura enologica delle Langhe del Barolo, soffermandosi su temi quali il lavoro e la sostenibilità ambientale. Il progetto Cultus Langarum è dunque da un lato la documentazione di una lunga tradizione territoriale, dall’altro la rappresentazione del paesaggio odierno, sviluppata “in negativo” dalla fotografa, così da tendere all’astrazione.

Paolo Cirio e il cambiamento climatico a Palazzo Carignano

Paolo Cirio, Climate Legal Evidence
Paolo Cirio, Climate Legal Evidence

Con il progetto Climate Tribunal, Paolo Cirio (Torino, 1979) tratta il tema della giustizia climatica da una prospettiva economica e legale, focalizzando lo sguardo sui ghiacciai e sulla loro fragilità.
L’installazione si compone di tre opere distinte: l’opera scultorea Alps Glaciers Memorial, memoriale per i ghiacciai che si stanno sciogliendo; Climate Ecosystems Plaintiffs mostra le fotografie di ghiacciai sparsi in tutto il mondo; Climate Culpable, sequenza di loghi di alcune aziende responsabili per oltre il 50% delle emissioni globali, anneriti da Cirio con olio di motore.

Le mostre all’Archivio di Stato di Torino

Shen Weng-Lo, Not Bad Intentions. Attempts to Coexist
Shen Weng-Lo, Not Bad Intentions. Attempts to Coexist

To Be In and Out of the World è il titolo della collettiva curata da Zoé Samuzi, che riunisce scatti di Tiffany Sia, Ahlam Shibli e Nolan Oswald Dennis. Il tema è quello della spoliazione post-coloniale raccontata attraverso una triangolazione tra Hong Kong/Cina, Palestina/Israele e Sudafrica.
Mentre è Daria Tuminas a curare la personale di Sheng-Wen Lo (Taiwan, 1987) dal titolo Not Bad Intentions. Attempts to Coexist, sulle interazioni tra mondo umano e non umano. L’allestimento mette insieme video, fotografie, installazioni e progetti partecipativi per sfidare i valori antropocentrici e suggerire nuove soluzioni di esistenza sostenibile.

EXPOSED Talk all’Accademia Albertina di Belle Arti

Bandi e opportunità nell'arte dicembre 2024, Accademia Albertina di Torino
Bandi e opportunità nell’arte dicembre 2024, Accademia Albertina di Torino

Il 17 aprile, per tutta la mattinata, l’Accademia Albertina ospiterà il programma di conversazioni del festival, riunendo artisti, ricercatori ed esperti per riflettere su come la fotografia, le arti visive e la tecnologia plasmino il modo in cui vediamo e comprendiamo il mondo. Si parlerà del rapporto tra simulazione e realtà e del ruolo della fotografia nella giustizia ambientale e sociale, di migrazioni e identità, di ecologia e relazioni tra umano e non umano. Sul palco Paolo Cirio, Sheng-Wen Lo, Alessandra Ferrini, Zoé Samudzi, Philip Di Salvo, Cristina Giudice, Lawrence Lek e Alan Butler. Obiettivo comune: guardare sotto la superficie, per svelare le dinamiche di potere, controllo e resistenza che permeano il mondo. Prestando attenzione a come le immagini e i materiali influenzino le nostre vite, in modi inattesi e non sempre evidenti.

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Redazione

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