A Reggio Emilia torna Fotografia Europea 2025. Un’edizione sulle nuove generazioni

Il tema “Avere vent’anni” ispira la nuova edizione del festival a Reggio Emilia: da Daido Moriyama a Luigi Ghirri uno sguardo corale sulla Generazione Z e il linguaggio fotografico

Vent’anni come promessa e contraddizione. È attorno a questa tensione che ruota la XX edizione di Fotografia Europea, il festival promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio Emilia, in programma dal 24 aprile all’8 giugno 2025. Una riflessione corale, e spesso disarmante, sull’essere giovani oggi: tra sogni, crisi ambientali, politiche, identitarie e sociali. Un’edizione attraversata da linguaggi visivi plurali, divisa in sedi e declinazioni, dove lo sguardo delle nuove generazioni si specchia tanto nell’archivio quanto nell’urgenza del presente.

Il programma di Fotografia Europea 2025

Il cuore del festival batte ai Chiostri di San Pietro, con dieci mostre inedite e trasversali. Su tutte, la retrospettiva Daido Moriyama: A retrospective, curata da Thyago Nogueira, unica tappa italiana dell’autore giapponese. Un racconto visivo sul trauma dell’occidentalizzazione del Giappone post-bellico e sul potere sovversivo della fotografia. Seguono i progetti di Andy Sewell, Claudio Majorana, Ghazal Golshiri & Marie Sumalla, Vinca Petersen, Jessica Ingram, Thaddé Comar, Toma Gerzha, Kido Mafon, e Karla Hiraldo Voleau, che riflettono sulle proteste globali, sulla cultura giovanile e sui paesaggi affettivi della Generazione Z. A Palazzo da Mosto, spazio al progetto Intangibile di Federica Sasso, esito della committenza fotografica di Fotografia Europea, alla sezione dedicata ai photobook con Fluorescent Adolescent a cura di Francesco Colombelli, e ai due vincitori della Open Call: TerraProject con Silent Spring e Matylda Niżegorodcew con Octopus’s Diary. Da segnalare anche Electric Whispersdi Rä di Martino e Women See Many Things di WeWorld, oltre allo Speciale Diciottoventicinque guidato da Camilla Marrese e Gabriele Chiapparini. Alla Biblioteca Panizzi, la mostra Attraverso la luce curata da Monica Leoni e Elisabeth Sciarretta approfondisce vent’anni di sperimentazioni fotografiche ottocentesche, mentre Spazio Gerra ospita un racconto sui giovani partigiani con la mostra Volpe, Laila, Slim e altri, un dialogo tra memoria storica e resistenze contemporanee. Collezione Maramotti è sede della personale This Body Made of Stardust di Viviane Sassen, in cui fotografia, materia e memoria costruiscono un memento mori visivo.

Luigi Ghirri e la fotografia come esercizio di visione

Tra i momenti centrali di questa edizione, il progetto Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia al Palazzo dei Musei, a cura di Ilaria Campioli, restituisce per la prima volta in forma espositiva le lezioni tenute da Ghirri all’Università del Progetto tra il 1989 e il 1990. Non una didattica tecnica, ma un “esercizio di visione, conoscenza e cura” che diventa dispositivo creativo e riflessivo. Un’occasione per rivedere il pensiero di Ghirri da una prospettiva processuale e non celebrativa, grazie al confronto con gli artisti Luca Capuano e Stefano Graziani e con un gruppo di studenti dell’ISIA di Urbino. Come dichiara Campioli “Le Lezioni di fotografia, tenute da Ghirri all’Università del Progetto tra il 1989 e il 1990, costituiscono il momento fondativo di una visione più ampia sulla fotografia, intesa non come tecnica ma come esercizio di visione, conoscenza e cura. Lo scambio con gli studenti consente a Ghirri di rileggere il proprio lavoro, aprendosi a nuove domande”. La sezione storica della mostra si arricchisce con materiali inediti del Liceo artistico Gaetano Chierici, riflettendo sul ruolo della fotografia nei contesti educativi e sul suo potenziale ambivalente: tra documento e invenzione. Come sottolinea ancora Campioli, “è stata l’occasione per riflettere sui legami fra l’insegnamento e la pratica artistica, sui processi di conoscenza mediati dalle immagini e, in particolare, su quelli creativi”.

Premio Luigi Ghirri: nuove traiettorie della fotografia italiana

Sempre al Palazzo dei Musei, prende forma la collettiva Unire/Bridging, dodicesima edizione di Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri, con la curatela di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi. Un progetto che si conferma punto di riferimento per comprendere la direzione della fotografia under 35 in Italia. Sette i finalisti: Daniele Cimaglia e Giuseppe Odore, Rosa Lacavalla, Sara Lepore, Grace Martella, Erdiola Kanda Mustafaj, Serena Radicioli e Davide Sartori. Tra narrazioni intime, diaspora, identità di genere, legami intergenerazionali e archivio personale, la mostra diventa un laboratorio visivo sulle possibilità dialogiche dell’immagine. “Anche il percorso di quest’anno è di grande qualità – affermano i curatori – e propone diversi usi del medium per rispondere alla domanda se la fotografia possa fungere da ponte, da strumento di relazione e apertura al diverso: uno statement che ci è sembrato importante in un’epoca di divisioni sempre più drammatiche”. “Giovane Fotografia Italiana è un progetto che ogni anno continua a crescere ed è ormai stabilmente un appuntamento imprescindibile per osservare i talenti emergenti della fotografia in Italia e comprendere in che direzione si muove la nuova generazione”. La rassegna è arricchita da premi e collaborazioni con festival e istituti internazionali, tra cui Triennale Milano, Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, Photoworks, Fotodok e Fotofestiwal Łódź, con riconoscimenti come la menzione Nuove Traiettorie. GFI a Stoccolma e la partecipazione al programma Photo-Match. Un sostegno concreto alla crescita professionale dei giovani fotografi, che fa di Reggio Emilia un osservatorio privilegiato sulla fotografia italiana contemporanea.

Alessia Caliendo

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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