100 anni di fotografia moderna. Leica festeggia l’anniversario alla Milano Design Week
Per il suo importante compleanno Leica non ha solo organizzato un programma di mostre intorno al mondo, ma ha anche fatto il suo primo progetto speciale per il Fuorisalone. Ne abbiamo parlato con la direttrice artistica Karin Rehn-Kaufmann

Una scia di luce che dal 2025 ci riporta al 1925, seguendo a ritroso tutti i modelli delle compatte Leica fino a quella prima, folgorante intuizione che cambiò per sempre la fotografia: la serie 0 di Oscar Barnack. L’installazione ideata da Mark Shipard, che occupa la Leica Gallery di Milano a due passi dal Duomo, è un inno d’amore a Barnack e alla sua creazione, di cui è esposto uno dei circa 15 esemplari sopravvissuti (e ora venduti all’asta a fiori di milioni) in occasione del centenario. Un afflato di gratitudine che spinge la leggendaria casa di fotografia tedesca a stringersi attorno al progettista ma anche a tutti i fotografi che l’hanno resa grande. Che sono qui presenti con i propri scatti: dalle vie di Wetzlar, i primi soggetti delle compatte, vediamo comparire nella galleria il Che Guevara di Korda, e poi i cani newyorchesi di Erwitt, i monaci shaolin di Choi, l’America di Meyerowitz. In breve, la storia del Novecento.

La mostra di David Monteleone da Leica Gallery in Duomo
L’installazione, che celebra questo centenario con la nuova M11 100 Years of Leica Milan Italy e occupa tutta la parte espositiva dello showroom di Via Mengoni 4, è affiancata da una nuova galleria effimera eretta a fianco delle vetrine in occasione della Milano Design Week 2025. A sancire la prima partecipazione di Leica al Fuorisalone è il progetto fotografico Critical Minerals – Geography of Energy del fotografo italiano Davide Monteleone, vincitore dell’Oscar Barnack Award 2024 che con le sue potenti fotografie (ma anche infografiche) racconta le contraddizioni della transizione energetica, dagli abusi ambientali per l’estrazione delle terre rare allo sfruttamento dei lavoratori soprattutto nel Sud del mondo.

Il centenario di Leica e la sua comunità di fotografi
“Non siamo un brand, siamo una comunità di fotografi, che cresce e si evolve”, spiega Renato Rappaini, Managing Director di Leica Camera Italia. “Ma certe cose non cambiano: la sostenibilità dei materiali, per esempio, che sono ancora ottone, pelle e alluminio, ma anche lo spirito che unisce chi usa Leica. Non è una macchina che si compra e dopo un po’ si butta per passare a quella dopo”. Un’azienda piccola, ma celebre: merito del “know-how di Leica”, dice Rappaini, che li ha spinti nelle ottiche da cinema, lenti da occhiali, nelle tecnologie laser e negli ultimi tempi anche orologi.
“Il centenario non è solo un brand, una macchina, ma un’eredità di precisione, passione e dedizione all’arte della fotografia. I nostri fotografi sono degli storyteller”, racconta Karin Rehn-Kaufmann, direttrice artistica e rappresentante di Leica Galleries International, che con le sue 28 gallerie (con cinque mostre all’anno ciascuna) unisce la “Leica family” in tutto il mondo. Le abbiamo chiesto qualcosa in più di questo anniversario, e del ruolo che ha Milano in questa celebrazione.








L’intervista alla direttrice artistica e rappresentante di Leica Galleries International
Com’è promuovere l’arte fotografica con il nome di Leica?
Da una parte siamo molto grati di lavorare con la grande storia di Leica, che è immediata e prestigiosa: è la nostra eredità e tutti i fotografi che lavorano con Leica condividono questo radicale amore per la fotografia. E poi per noi è un business di famiglia! D’altra parte non è facile lavorare con un nome così famoso, molti pensano si tratti di uno “strumento di marketing” e non è facile far percepire quanto sia alto il livello artistico delle diverse proposte, com’è la mostra di Davide Monteleone in questi giorni e come sarà la mostra di Gianni Berengo Gardin e Roselena Ramistella in autunno.
Cosa ci può anticipare di questa doppia grande mostra negli spazi di Milano?
Sarà un dialogo visivo diretto. Le fotografie di Gianni parlano da sé e sono molto famose, ma quelle di Roselena mi hanno davvero colpita, sono molto interessanti. In Italia ci sono moltissimi ottimi fotografi, ed è capitato spesso che vincessero l’Oscar Barnack Award, come Davide o anche Luca Locatelli, nel 2020.
Il grande anniversario di Leica arriva a Milano con uno spazio raddoppiato: è una parte importante del vostro sistema di gallerie?
La Leica Gallery di Milano ha un posto molto speciale nel nostro panorama. È uno spazio molto centrale – siamo là dove sono tutti, al cuore delle cose -, motivo per cui speriamo di allargarlo in un prossimo futuro.
Oltre ai grandi programmi per il centenario, e le dodici mostre previste in tutto il mondo, in che direzione vi state espandendo?
Il prossimo settembre parteciperemo per la prima volta alla fiera di fotografia Unseen di Amsterdam non come sponsor ma come galleria a tutti gli effetti.
Parteciperete mai a MIA Photo Fair a Milano?
Potremmo, sì! Siamo stati anche sponsor a MIA. Abbiamo fatto richiesta per partecipare alla prossima edizione come galleria, ma c’è tanta selezione e ancora non abbiamo aggiornamenti.
Siete arrivati a cavallo tra Art Week e Design Week, e valorizzate entrambi, tra mostra, installazione e altri progetti.
Sì, il design è protagonista dell’installazione per i cento anni di Leica, che sottolinea quella connessione dal primo modello a oggi attraverso quella particolare “proporzione umana” che accomuna tutte le macchine Leica. Poi, dal lato artistico, c’è la mostra con una selezione di opere del progetto di Davide ma anche un intervento site specific (completato dal vivo) del tape artist No Curves, che reinterpreta la storia fotografica di Leica con l’opera Eye of the Century.
Giulia Giaume
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