Parola a Tvboy, l’artista del bacio tra il Papa e Donald Trump
Una chiacchierata con uno degli street artist più conosciuti d’Italia, recentemente autore di quattro interventi nel cuore di Roma. Come quello che ritrae Papa Francesco e Donald Trump, impegnati in un bacio foriero di polemiche.
Un blitz quello compiuto dallo street artist Tvboy che nella notte del 10 maggio, con la complicità di alcuni giornalisti del Corriere della Sera, colloca nel cuore di Roma quattro poster art: SuperFrancisco in via della Pace; Franciscvs Totti VIII Rex Romae in piazza del Fico; Wonder Virginia in via dell’Anima e Il Buono perdona il cattivo in via del Banco di Santo Spirito.
È proprio quest’ultimo, il bacio tra il pontefice e il presidente americano, che fa più discutere.
Il Papa, abito bianco e aureola, bacia Trump, rappresentato con corna e mantello rosso. Il messaggio riportato sulla cintura del Pontefice è chiaro: “Il Buono perdona il cattivo”.
Salvatore Benintende, alias Tvboy, artista palermitano residente a Barcellona, parla della strada, delle sue opere e della Street Art.
Il 24 maggio a Roma si incontreranno Trump e Papa Francesco. La tua opera che li ritrae insieme cosa vuole significare?
È un augurio di riconciliazione tra due icone del contemporaneo. Un bacio per superare i recenti scontri. Il bacio come un’unione tra bene e male, tra due immagini diametralmente opposte che si fondono suscitando ironia, stupore, curiosità o irritazione in chi le osserva.
Hai scelto un luogo di forte afflusso per questa immagine. Il bacio tra il leader americano e il pontefice ha fatto il giro del mondo. Cosa pensi della reazione e delle critiche che ha ricevuto?
Le critiche, se costruttive, sono importanti perché ti aiutano a migliorare. Lo spettatore può interpretare come vuole l’opera, a seconda della sua sensibilità. Può arrivare addirittura a creare il significato dell’opera. A volte è successo di essermi appropriato di letture che mi piacevano più della mia: l’opera nasce dal dialogo con lo spettatore.
Per esempio, il bacio tra il Papa e Trump per qualcuno è stato un pugno nello stomaco, per altri solo un’immagine divertente. Questo è il punto. L’opera può assumere diverse chiavi di lettura: dall’ironia di un improbabile bacio si passa a un messaggio di amore e fratellanza o a riflettere su delicate tematiche sociali quali il pacifismo, il rispetto della libertà sessuale, la facilità di procurarsi armi in America.
Mi servo di immagini iconiche, appartenenti alla cultura di massa, per veicolare messaggi aulici.
Il Buono perdona il cattivo. Quindi per te il Papa è il bene e Trump il male?
Può sembrare una visione puerile dei due personaggi, ma è la mia visione. I bambini dicono la verità, mentre noi adulti siamo talmente schiavi dei nostri schemi che non vediamo l’ovvietà. Il Papa è il buono e Trump il cattivo.
Papa Francesco ha reso appetibile la religione a persone che si stavano allontanando da essa. Per me è un rivoluzionario, un Che Guevara. Si è privato dei simboli che ostentavano la ricchezza, ha trattato temi sensibili come le unione tra i gay, ha aiutato comunità di tossicodipendenti. Per me è un SuperFrancisco.
Trump, al contrario, è l’ostentazione del lusso, del platinato, del potere e dell’arroganza.
Il Papa argentino come simbolo del sud America, Trump il muro.
Perché esponi le tue opere in strada?
La strada, a differenza di una galleria, è un luogo democratico accessibile a tutti. L’opera esposta in strada ha la capacità di stupire e sorprendere all’improvviso lo spettatore, che può toccarla con mano.
Abbiamo bisogno di verità che si possano vedere e toccare. Oggi tutto è virtuale, l’opera subisce un processo di smaterializzazione quando viene riprodotta online.
Anche io mi servo dei social e dei media ma solo per documentare la mia opera. Sono consapevole che la Street Art è effimera e per questo contatto i media prima di agire in strada, affinché possano documentare la mia azione e salvare l’opera dall’oblio.
Quindi non hai paura che le tue opere possano essere danneggiate?
La strada è un luogo libero dove puoi esprimere creatività assoluta senza vincoli ma, una volta messa in strada, devi essere cosciente che perdi il controllo dell’opera.
Ho visto che a Papa Francesco, a pochi giorni dalla sua nascita, è stato già staccato il volto.
Non importa, perché ho ottenuto quello che volevo e per me l’opera può anche svanire.
Rimane l’idea, rimangono la documentazione fotografica e i video. Come artista posso sempre riprodurre l’opera in un’altra versione. Anche se non sarà uguale alla prima, la paternità rimarrà dell’artista.
Donald Trump prima di baciare il Papa abbraccia dolcemente Hillary Clinton. Quanti altri baci improbabili hai creato?
Il bacio Clinton-Trump è un’opera su tela che ho presentato, in occasione di una personale inaugurata nel novembre del 2016, nella galleria milanese Ef Arte & Collection.
Nasce in quell’occasione Love is blind, l’amore è cieco, la mia serie di baci ispirati alla cronaca. Volevo sdrammatizzare le tensioni nate in occasione dell’elezione americana tra Hillary e Trump.
Invece, qualche settimana fa a Barcellona in vista della Diada de Sant Jordi (festa degli innamorati che si celebra in Catalogna il 23 aprile) ho fatto baciare in Passeig de Grácia Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Anche durante questa azione mi sono fatto seguire dai giornalisti di El Periodo, per documentare il bacio tra due grandi rivali.
Come e dove nascono le tue idee? Oltre a stimolare le menti e a stupire, qual è lo scopo nascosto dietro le tue opere?
Prima di creare l’opera mi chiudo in studio e penso. Prima penso al chiuso e dopo agisco in strada. Leggo tutto quello che accade nel mondo, la cronaca è la mia fonte d’ispirazione.
L’arte deve parlare del momento in cui stiamo vivendo, deve essere contemporanea.
Noi conosciamo il passato anche attraverso le opere di alcuni artisti che hanno raccontato la loro epoca, il mio scopo è quello di essere testimone della nostra contemporaneità.
Sicuramente la serie Love is blind risente dell’influsso di Oliviero Toscani con i suoi baci volti a celebrare le diversità. E anche del famoso bacio fraterno socialista tra Erich Honecker e Leonid Brezhnev riprodotto sulla East Side Gallery.
Non siamo dei libri in bianco: le idee vengono da ciò che uno vede e io porto sulla strada le mie idee.
Il sindaco di Roma e il Papa Francesco versione supereroi. Rappresentano entrambi un cambiamento rispetto al passato. Pensi che per governare Roma ci vogliano i superpoteri?
Roma è una città bellissima, è la città libera ed eterna.
Ho scelto la Raggi ma non voglio far politica, solo lanciarle un messaggio di buon augurio. Sono consapevole che a Roma, come in altre città italiane, ci sono delle problematiche serie, ma penso che sia necessario risolverle senza critiche eccessive e senza piangerci addosso. Vivo a Barcellona e apprezzo l’impegno nel generare un’enorme ricchezza dal patrimonio culturale della città. Roma ha un patrimonio artistico che tutti ci invidiano, è la culla dell’arte e penso che non apprezziamo abbastanza la nostra storia. Noi artisti italiani dobbiamo trovare la forza nelle nostre radici, dobbiamo riconquistare la nostra tradizione, recuperare la nostra cultura. Forti di questo avremo una spinta in più, che artisti di altre nazionalità non hanno. Io, per esempio, ho reinterpretato alcune opere del nostro passato in chiave contemporanea. Come La Creazione di Adamo di Michelangelo, icona dell’arte universale, che ho trasformato in un comune ragazzo della nostra epoca. È un Adamo contemporaneo il mio, che distratto parla al telefono ed è intento a mandare una mail con il portatile.
Sei sulla scena della Street Art da quando avevi sedici anni. Dai graffiti, firmati con lo pseudonimo di Crasto, sei passato, nel 2004, allo stencil e da Crasto diventi Tvboy. Rimarrai Tvboy?
Tvboy nasce nel 2004 a Milano e da quel momento è diventato, e rimarrà, il mio alter ego: un bambino con la testa inglobata in uno schermo televisivo. Appartengo alla generazione di chi è cresciuto a pane e televisione. Siamo cresciuti bombardati da messaggi pubblicitari e ora in strada comunico il mio di messaggio, ironico, critico, libero.
Per fare arte devi essere un adulto con la testa di un bambino.
– Ilaria Termolino
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