Lo street artist Revok accusa H&M di aver usato senza permesso i suoi graffiti per una pubblicità
La vicenda risale allo scorso inverno, quando l’artista di Los Angeles ha chiesto all’azienda svedese di ritirare una campagna pubblicitaria in cui erano visibili i suoi graffiti. H&M ha risposto citando in giudizio Rovak, asserendo che i graffiti erano stati dipinti illegalmente e di conseguenza non potevano essere soggetti a copyright. Ecco come si è conclusa la storia…
Street art e diritti d’autore: uno dei dibattiti più accesi, controversi e senza definitive risoluzioni dell’arte contemporanea, con tira e molla legali e mediatici che sempre più spesso si consumano tra le bacheche dei social network. Un paio di settimane fa, vi parlavamo del polverone sollevato dal più famoso e misterioso street artist al mondo, Banksy, che non avrebbe gradito il fatto – stando a quanto da lui dichiarato attraverso un post sul suo profilo Instagram– di essere il protagonista di una mostra organizzata a sua insaputa, e quindi senza la sua autorizzazione, alla Central House of Artists di Mosca. Questione di karma, potrebbe ironizzare qualcuno, nel vedere uno street artist – e soprattutto Banksy – lamentarsi delle mancate autorizzazioni. La questione, però, è spinosa: come comportarsi con le opere di street art che, in quanto tali, sono opere “pubbliche”? Sembrerebbe non essersi posta la domanda H&M, azienda di abbigliamento svedese che negli ultimi mesi si è trovata nell’occhio del ciclone per via di una sua campagna pubblicitaria. Il motivo? La società avrebbe realizzato alcuni scatti a Brooklyn in cui sono riconoscibili, sullo sfondo, i graffiti dello street artist californiano Jason Williams (noto con il nome Revok), il quale avrebbe chiesto ad H&M di ritirare la pubblicità perché non gli era stato chiesto il permesso di fotografare le sue opere per finalità commerciali.
LA RISPOSTA DI H&M
H&M, a sua volta, risponde alla richiesta di Revok citandolo in giudizio, asserendo che i graffiti erano stati dipinti illegalmente e di conseguenza non potevano essere soggetti a copyright. La mossa di H&M ha provocato una reazione negativa da parte della community degli street artist, tra cui personaggi di spicco quali KAWS, che ha pubblicato un disegno di una lapide con la scritta “RIP H&M”, e il produttore hip-hop e collezionista Revok Swizz Beatz, che ha avuto parole di condanna nei confronti dell’azienda. La faccenda, infatti, si presentava parecchio ostica per gli street artist: il caso H&M avrebbe potuto rappresentare un precedente legale che nega agli artisti i diritti d’autore sulle opere realizzate negli spazi pubblici.
L’EPILOGO
Ma la campagna a sostegno di Revok e la pressione esercitata contro l’azienda, hanno spinto quest’ultima a ritirarsi dalla causa legale mossa in precedenza. Come si è risolta la vicenda? Le due parti hanno trovato un accordo, ed H&M ha accettato di finanziare diversi istituti d’arte e associazioni di beneficenza di Detroit, stando a quanto riportato da Detroit Free Press. Le organizzazioni includono City Year, Living Arts Detroit, MOCAD, Teen Council e l’Empowerment Plan. “Recentemente ho raggiunto una soluzione con H&M e siamo lieti di lasciarci questa situazione alle spalle e andare avanti in modo positivo”, scrive sul proprio profilo Instagram Revok. “Negli ultimi mesi ho lavorato con il mio avvocato e con i rappresentanti di H&M per una soluzione che riconosca l’importanza dell’arte pubblica e che vada a beneficio anche delle organizzazioni artistiche che necessitano di sostegno. Con H&M abbiamo deciso di dare un contributo significativo a City Year, Living Arts Detroit, MOCAD, Teen Council ed Empowerment Plan, tutte le organizzazioni di Detroit che hanno bisogno di risorse e finanziamenti. Detroit è un posto speciale per me, qui ho trascorso molti anni, ed una città che mi fa sentire sempre a casa”.
– Desirée Maida
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