Ecco come è andato il Festival di arte urbana Subsidenze a Ravenna. Dante e Virgilio protagonisti

Antichi maestri, nuove storie. Guarda a Dante e Virgilio la sesta edizione del festival di arte urbana Subsidenze. I murales realizzati da importanti street artist saranno animati nel 2021 con l’ausilio della realtà aumentata

Dante e la Divina Commedia quanto posso essere attuali ancora oggi? E attraverso quale espediente narrativo è possibile trasporre la riflessione del sommo poeta nella società moderna? Un’interpretazione calzante e riuscita arriva da Ravenna con la sesta edizione del festival di arte urbana Subsidenze che, dal 22 al 30 settembre scorso, ha incastonato sulle facciate di alcuni palazzi dell’area della Darsena quattro interventi di Zed1, Millo, Biancoshock, Luogo Comune con anche un’installazione temporanea dell’artista Labadanzky. 

NUOVE STORIE, ANTICHI MAESTRI DA RAVENNA AL GIAPPONE

Il progetto “Virgilio e Dante 4.0, nuove storie, antichi maestri” è un preludio alle celebrazioni del 2021 a sette secoli dalla morte del poeta e rientra nel gemellaggio artistico tra il Comune di Ravenna e quello di Mantova, una cooperazione per lo sviluppo e la diffusione di interventi di innovazione sociale giovanile promosso da Anci e Presidenza del Consiglio dei Ministri. A Ravenna la collaborazione è con l’Assessorato alle Politiche giovanili, Associazione Almagià, Norma, E Società Cooperativa e Indastria. Gli artisti hanno dipinto e lavorato lungo via Gulli 249 dove l’anno scorso Ericailcane e Bastardilla hanno dipinto l’ingresso di quella che diventerà la “Cittadella della street art”: ecco dunque Millo con due pareti che dialogano l’una guardando l’altra, a sinistra c’è una figura umana con addosso una coperta rossa, un chiaro riferimento a Dante, mentre a destra, speculare ma blu, c’è Virgilio. È anche la contrapposizione del buio e della luce, come si vede dal muro di sinistra più in ombra: è la dicotomia tra assenza di conoscenza e il sapere che irradia, illumina la vita. Un dettaglio, poi, sull’opera ancora a sinistra: il personaggio si affianca a Devilman, iconica creazione del mangaka Go Nagai che si ispirò proprio alle incisioni di Gustave Doré della Divina Commedia, in particolare di quelle dell’Inferno, per la rappresentazione grafica del personaggio principale. Un tributo a un tributo, insomma, quello di Millo che si è tuffato nella sua personale selva oscura rappresentata dal vortice intricato di strade appena sotto al “suo” Dante e in cui precipita anche la L del suo nome. 

I MURALI REALIZZATI

Intuitivo e impattante allo stesso tempo è il lavoro di Luogo Comune il quale, utilizzando pochi colori, ha di fatto costruito un riassunto della Divina Commedia: sviluppato in altezza, infatti, si può riconoscere la selva oscura, Dante e Virgilio in prossimità della bocca del’inferno e un’architettonica struttura che porta fino alla volta celeste. Zed1, invece, ha raffigurato una lotta che non è solo visiva, fisica, ma anche interiore e introspettiva: il suo personaggio sta combattendo contro un diavolo, il proprio demone, quello che si manifesta con le paure, i problemi, le avversità. È una sfida, uno scontro a superarsi e vincersi: un doppio binario interpretativo perché non è solo un richiamo all’opera maestosa del poeta, ma è anche un’avventura, un cammino nell’affrontare i problemi della quotidianità. E un viaggio è quello che vuol far Labadansky al suo robot che è un simil Virgilio, questo sì oltre il 4.0, in versione “mech” nipponico con Dante che ci si può sedere e affrontare il viaggio assieme a una guida a proteggerlo come una corazza bionica. 

I MURALI IN REALTÀ AUMENTATA

D’effetto è anche l’intervento site specific di Biancoshock, il primo di dimensioni così ampie. È un cruciverba le cui parole e definizioni, la maggior parte inerenti alla tematica dell’inclusione sociale e dell’immigrazione, sono scritte in 29 lingue diverse: un rimando al carattere multietnico del quartiere, ma anche una parziale celebrazione della Divina Commedia, nei secoli tradotta in molteplici lingue differenti. Un’opera letta, dunque, da più persone ed è lo stesso artista a rivelarne l’interpretazione: “Così come in un cruciverba, nel sistema sociale tutto deve essere definito, ordinato e localizzato, creando uno schema chiuso basato su definizioni e regole. Quello che più spaventa è la casella nera, l’intervallo di conoscenza che intercorre tra una parola e l’altra, un buco nero non ancora definito che a molti fa paura. Osservando il cruciverba si nota che questi intervalli formano la parola “Untold” che rievoca tutte quelle storie non raccontate di coloro che hanno viaggiato e lottato per arrivare e vivere in quel quartiere popolare”. Sul suo sito è possibile leggere le definizioni. Un impulso innovativo, su cui Marco Miccoli, direttore artistico di Subsidenze, punta da diverso tempo è l’utilizzo della realtà aumentata: in collaborazione con i ragazzi di Alkanoids, tutte le opere realizzate dagli street artist in questa sesta edizione, verranno animate entro la prossima primavera 2021 con l’utilizzo dell’augmented reality. L’osservatore, dopo aver scaricato l’app gratuita Aria, inquadrando l’opera con il proprio smartphone la vedrà prendere vita, svilupparsi oltre la dimensione del muro per una narrazione ancora più coinvolgente. Al momento a Ravenna un esempio già realizzato è il murale di Basik.

  Giovanni Sgobba

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Vanni Sgobba

Vanni Sgobba

Vanni Sgobba, giornalista professionista, nato a Bari ma con il cuore a Berlino. Laureato in Lettere ha poi frequentato il Master in giornalismo. Seguace di Keith Haring, di Jean-Michel Basquiat e del graffitismo, racconta l’attualità e le contraddizioni della società…

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