Arte pubblica al Vetra Building. E Milano punta a rigenerare le case popolari con l’arte
Sotto alle due mani luminose realizzate lo scorso autunno da Patrick Tuttofuoco che giganteggiano sulla facciata del palazzo, arrivano due wallpaper di Cabaret Typographie, per un progetto che unisce arte, grafica e architettura. E intanto, durante l'inaugurazione, partono nuove proposte istituzionali
Festa al Vetra Building di Milano, giovedì 6 ottobre, con la presentazione del nuovo progetto artistico promosso da AXA IM Alts per l’immobile nella centralissima Piazza Vetra, ex esattoria civica ridisegnata dalla società internazionale di architettura con Dna italiano Il Prisma, nel quadro di un ampio processo di rigenerazione urbana che presto riqualificherà anche i circostanti parchi e piazze. A novembre 2021 Artribune presentava, in occasione dell’affollata inaugurazione del building, la grande scultura a neon di Patrick Tuttofuoco, “X”, presto divenuta segno ionico cittadino: Giuseppe Sala tra gli ospiti, con un appassionato intervento che arrivava all’indomani della sua rielezione a Sindaco, a sottolineare il senso di una cooperazione virtuosa tra pubblico e privato nei processi di riprogettazione urbanistica, sociale, economica e culturale di una città. Poco dopo, a febbraio 2022, con una tavola rotonda dedicata al ruolo delle Istituzioni e degli investitori privati in tema di arte pubblica, Artribune metteva in dialogo personalità di diversi settori (curatori, architetti, critici, etc.) e i due assessori della giunta comunale Pierfrancesco Maran e
CABARET TYPOGRAPHIE E NABA PER VETRA PASSAGE
Adesso, un nuovo step: con “Vetra Passage”, terzo evento targato Artribune per Axa e Palazzo Vetra, a cura di Helga Marsala, trova un’identità nuova il passaggio pedonale coperto che collega, strategicamente, Piazza Vetra (e il Parco delle Basiliche) con via Wittgens (e la piccola piazza interna del building). Un progetto in progress, concepito come una serie, inaugurato dal collettivo di sperimentazione tipogragica Cabaret Typographie, con la NABA, Nuova Accademia di Belle Arti in veste di partner didattico, e un gruppo di studenti (Gabriele Carrera, Priscilla Pinto, Valeria Fiorello, Alice Giannini, Sofia Gasaproli, Mario Uliassi) coinvolti in un workshop guidato dai graphic designer, propedeutico all’ideazione e alla realizzazione dell’opera. Le due pareti bianche di questo anonimo tunnel diventano così pagine o schermi per scritture grafiche e concettuali, tra parole, segni, pattern geometrici e cromatici, sviscerando temi e suggestioni di volta in volta condivisi con i ragazzi: in questo caso ne è uscito un dittico, in forma di wallpaper d’artista, che prova a restituire un’immagine della città attraverso concetti chiave quali il transito, la relazione, il movimento, la trasformazione, ma anche attraverso suoni, immagini, memorie personali. Dei versi di una poesia di Umberto Saba dedicata a Milano diventano il titolo dell’installazione: “Invece di stelle ogni sera si accendono parole”.
ARTE E HOUSING SOCIALE: LA SFIDA DEL COMUNE DI MILANO
Grande partecipazione, dunque, per questa nuova sfida di Artribune Produzioni, nell’attesa del primo volume della collana Vetra Passage, stampato con Bonvini 1909, e del secondo appuntamento con cui reinventare l’invisibile “passaggio” approdato a una visibilità nuova e carica di senso. Tanta gente, ieri sera, a riempire la nuova piazzetta del Vetra Building, tra l’opera di Tuttofuoco e i due wall di Cabaret Typographie, e un bel momento di riflessione durante la conferenza stampa, dove accanto al racconto del progetto si sono succedute note critiche, analisi intorno spazio urbano, e anche proposte importanti: in rappresentanza del Comune c’era stavolta l’architetto Franco Zinna, a capo della Direzione Casa e Housing Sociale di Palazzo Marino, che al margine del suo intervento ha lanciato una sfida chiara ai presenti: come ripensare l’edilizia popolare milanese con lo stesso spirito che sta animando un luogo come Vetra e un investitore immobiliare del calibro di Axa, nel segno della cultura, della ricerca architettonica e della sperimentazione artistica.
La notizia c’è e lascia intravedere nuove strade: Milano punta a radicare le buone pratiche avviate in questi anni e a espanderne i contorni. Importanti le parole di Zinna: rafforzare la partecipazione, la produzione di valore culturale dal basso, l’idea di collettività e di coesione sociale, anche grazie a una progettualità creativa e intellettuale, perseguita con consapevolezza. E farlo, aggiungiamo noi, con il coinvolgimento di professionisti del settore, con artisti d’eccellenza, con istituzioni accademiche, con le migliori energie del terzo settore, oltre che con investitori privati, nel quadro di una visione e una regia messe a punto dall’amministrazione pubblica. Provando a scansare il rischio di cliché, di vocabolari scontati, di retoriche diffuse, come emerso nel corso di questo nuovo incontro: oltre l’imperativo pubblicitario del fashion o la degenerazione di una street art ridotta a banale (se non scadente) decorazione, esiste la possibilità di costruire alti immaginari, altri canali di comunicazione con i cittadini, per i cittadini, all’interno di spazi che puntino ad aprirsi e a innescare dinamiche sane, favorendo relazioni, riscattando zone d’ombra e di degrado, sviluppando consapevolezza. La scommessa oggi c’è ed è sul tavolo: da Piazza Vetra all’edilizia popolare, lasciando che opere generino altre opere, e che le esperienze sfidanti, avvincenti, spingano l’orizzonte ogni volta un po’ più in là.
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