“Il brand ruba? Fatelo anche voi”: Banksy aizza i suoi fan contro Guess
La casa di abbigliamento aveva appena rivelato la nuova collezione con molti dei design del celebre street artist, che secondo lui sarebbero stati usati senza consenso. E se fosse tutto marketing?
“Il brand ruba? Fatelo anche voi“. Il celebre street artist senza volto Banksy ha accusato il marchio di abbigliamento GUESS? di stare “prendendo liberamente” le sue opere, senza consultazione né permesso. La soluzione? Ripagarli con la stessa moneta. Pubblicando una foto del negozio del brand a Regent Street, a Londra, Banksy ha infatti suggerito ai taccheggiatori presenti tra i propri follower di Instagram di fargli una visita. Con un commento stizzito: “Si sono serviti delle mie opere d’arte senza chiedere, come può essere sbagliato per voi fare lo stesso con i loro vestiti?“.
Visualizza questo post su Instagram
LA NUOVA COLLEZIONE GUESS E LE ACCUSE DI BANKSY
Il marchio di abbigliamento statunitense aveva da poco pubblicizzato una nuova collezione con “graffiti di Banksy” creata in collaborazione con Brandalised, che concede in licenza i disegni di street artist. “I graffiti di Bansky hanno avuto un’influenza fenomenale che risuona in tutta la cultura popolare“, aveva dichiarato prima del lancio Paul Marciano, Chief Creative Officer di GUESS?. “Questa nuova capsule collection con Brandalised è un modo per la moda di mostrare la sua gratitudine”.
Non sembra però contento il graffitaro misterioso, che ha pubblicato di rimando il messaggio incoraggiando il taccheggio, a tutti gli effetti un reato penale, cui ha messo like quasi un milione e mezzo di persone. GUESS? ha subito chiuso il negozio londinese al pubblico, posto la sicurezza all’esterno e coperto la vetrina.
BANSKY O GUESS: A CHI LA RAGIONE?
Ora resta da chiarire la legittimità delle azioni. Stando alla BBC, l’avvocata del copyright Liz Ward, fondatrice di Virtuoso Legal, ha affermato che GUESS “sembra aver legittimamente acquistato l’opera d’arte di Banksy tramite una terza parte, vale a dire Brandalised, che afferma di avere il diritto di commercializzare e utilizzare l’opera d’arte di Banksy sui beni“. Aggiungendo: “Non è noto se Banksy abbia approvato o addirittura fosse a conoscenza di questo accordo. Se lo sapeva, allora forse i suoi commenti sono lì per creare una sorta di campagna di guerrilla marketing. Se non lo sapeva, allora deve essere piuttosto infastidito, soprattutto perché tali aziende e marchi tradizionali non si accordano con le sue opinioni anti-establishment“. In tale caso, la sua reazione potrebbe essere stata “obbligata”: “Il punto è che Banksy dovrebbe perseguire Brandalised e/o Guess per violazione del suo lavoro. Tuttavia, dato che vuole rimanere anonimo, potrebbe essere impossibile“.
Un periodo intenso per Banksy, che tra il viaggio in Ucraina e l’appello (vinto) per mantenere presso l’Ufficio per la proprietà intellettuale dell’UE il marchio di una delle sue immagini più famose, una scimmia che indossa un pannello a sandwich, è tornato l’artista misterioso più chiacchierato del web.
Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati