A Milano i graffiti del centro sociale Leoncavallo tutelati dalla Soprintendenza

La Soprintendenza di Milano ha decretato per il salvataggio degli storici murales del centro sociale di via Watteau, che non potranno essere "né staccati né distrutti"

I graffiti di DaunTaun del centro sociale di Milano Leoncavallo sono “sottoposti a tutela ope legis, ai sensi del combinato disposto degli artt. 11 e 50 del D.Lgs. 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”. Questa la storica decisione della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Milano in seguito al sopralluogo all’interno del complesso ex industriale di via Watteau, finalizzato proprio alla verifica dell’interesse culturale delle opere. È la prima volta che la più significativa istituzione culturale pubblica nazionale riconosce il “valore storico, creativo, artistico, culturale e sociale di opere di street art“, dicono dal Leoncavallo.

IL CENTRO SOCIALE LEONCAVALLO A MILANO

Il Leoncavallo è uno storico centro sociale autogestito di Milano, fondato nel 1975 e autodefinitosi dagli anni 2000 “Spazio pubblico autogestito”. Posto fino al 1994 nel Casoretto in via Leoncavallo 22, in uno spazio di 3600 metri quadri occupato da un gruppo di militanti extraparlamentari provenienti da diverse aree del ’68 italiano, si è spostato per un breve periodo in via Salomone, a Taliedo, approdando infine in una ex cartiera in via Watteau nel quartiere di Greco. Oggi la comunità del “Leonka” è molto eterogenea, tra vecchi militanti, nuovi soggetti delle controculture giovanili e collettivi autonomi, sempre minacciati dallo sgombero e dalla minaccia di demolizione, che ora si fa decisamente meno concreta.

La straordinaria collezione di graffiti del Leoncavallo (da cui sono esclusi quelli, demoliti pochi anni fa nelle aree intorno allo spazio autogestito) risale perlopiù allo HIU Happening Internazionale Underground del 2003, evento autoprodotto curato da Marco Teatro a cui presero parte decine di artisti urbani italiani e internazionali. Tutti i più famosi street artist milanesi hanno realizzato opere in questo spazio underground, definito persino dal Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi  una “Cappella Sistina” del nostro tempo. Ci sono il Gary Coleman di Zibe, le opere di Shah – Silvia Potenza, quelle di Microbo, Atomo Tinelli, Stiv, Bo130 e moltissimi altri. Ora, stando alla lettera della Soprintendenza, questi graffiti “non solo non possono essere deturpati o danneggiati, ma non possono essere staccati, e per estensione distrutti, senza l’autorizzazione della Soprintendenza“.

Graffiti di Dautaun al Leoncavallo 1

Graffiti di Dautaun, Leoncavallo

I GRAFFITI DEL LEONCAVALLO SOTTO TUTELA

Anche se questo non è il primo riconoscimento di graffiti milanesi come opere d’arte – basti vedere l’intervento di Esselunga per il salvataggio della street art del gruppo Aerostatico – la protezione della Soprintendenza è comunque un fatto storico, supportato da associazioni come Inward, Another Scratch in The Wall e l’Associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo. “Siamo molto felici di tale riconoscimento, perché si proietta su tutte le attività passate, presenti e future dei centri sociali e le autogestioni come centri culturali, come luoghi d’incontro, di espressione, di sperimentazione, di transito, delle esperienze spontanee e dei substrati attivi e creativi delle città”, dichiarano dal Leoncavallo, ringraziando anche INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana “per la collaborazione che ha suscitato l’interesse della Soprintendenza e dell’Ufficio Arte negli Spazi Pubblici del comune di Milano”.

Giulia Giaume

www.leoncavallo.org

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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