Le stazioni dell’arte di Napoli tra restauri e visite guidate gratuite

L’Accademia di Belle Arti di Napoli e Anm hanno rinnovato la convenzione che le vede legate dal 2006 per tutelare, restaurare e divulgare uno dei più importanti e sistematici interventi di arte pubblica del mondo. Nella metropolitana di Napoli

In una Napoli tinta di azzurro per celebrare la conquista dello scudetto, la città si è ritrovata per ricordare anche un altro importante successo collettivo, a oltre vent’anni (era il 2001) dalla costituzione del circuito che oggi tutti conoscono come le “stazioni dell’arte”, frutto di un progetto che risale al 1995, sotto il coordinamento artistico di Achille Bonito Oliva. Di proprietà del Comune di Napoli e gestite dalla sua partecipata Anm, le stazioni della metropolitana di Napoli, concentrate principalmente sulla Linea 1, ospitano oggi un corpus di oltre 250 opere site specific, commissionate ad artisti di primo piano nel sistema dell’arte contemporanea (tra loro Jannis Kounellis, Joseph Kosuth, Mimmo Paladino, Sol Lewitt, Mario Merz, Anish Kapoor, solo per citarne alcuni) e rappresentano uno dei più vasti interventi sistematici di arte pubblica in ambito internazionale. Un patrimonio pubblico fragile e facilmente deperibile, per questo bisognoso di manutenzione, accortezze e cure costanti, oltre che di strategie di educazione e divulgazione che aiutino tutti ad apprezzare (e rispettare) il grande lavoro compiuto sin qui (foriero in passato di numerosi premi, dall’Emirates Leaf International Award per l’Edificio dell’Anno 2013, al premio ITA – International Tunnelling Association, per il miglior uso degli spazi sotterranei, assegnato in Svizzera nel 2015).

Fermata metropolitana Duomo ©Studio Fuksas Napoli EXT VIEW.RGB color

Fermata metropolitana Duomo ©Studio Fuksas Napoli EXT VIEW.RGB color

IL RESTAURO DELLE STAZIONI DELL’ARTE DI NAPOLI

Temi affrontati lo scorso 5 maggio durante il convegno dal titolo Le stazioni dell’arte di Napoli: conservazione, didattica, ricerca e Terza Missione a cura di Giovanna Cassese e Maria Corbi, organizzato per fare il punto sugli esiti delle azioni di salvaguardia e valorizzazione messe in atto nelle stazioni del Metrò partenopeo negli ultimi tre anni dall’Accademia di Belle Arti e da Anm, nonché per pianificare futuri interventi. Nel 2018, nasceva per sistematizzare l’impresa il MAM, Museo Aperto Metropolitana Napoli (o “museo obbligatorio”, come ha preferito ribattezzarlo Bonito Oliva in sede di convegno), con l’opportunità di usufruire di un contributo a fondo perduto di 200mila euro annui per la manutenzione degli interventi artistici presenti nelle singole stazioni, progettate da architetti di fama internazionale come Gae Aulenti, Fuksas (alla stazione Duomo, inaugurata nel 2021), Atelier Mendini, Oscar Tousquets Blanca, Dominique Perrault, Álvaro Siza e Eduardo Souto de Moura. In quella sede si programmava anche un investimento di circa 800mila euro per il periodo compreso tra il 2019 e il 2023, destinato all’acquisizione di tecnologie innovative e ulteriori opere. È in questo sistema virtuoso è da segnalare anche la positiva cooperazione tra istituzioni pubbliche, sancita dalla convenzione stipulata per la prima volta nel 2006 tra Accademia di Belle Arti di Napoli e Azienda Napoletana Mobilità. In questi anni Anm si è dotata di un ufficio con figure professionali interne specializzate nel settore storico-artistico, mentre l’Accademia vanta un corso di diploma accademico di secondo livello in Restauro che rilascia contestualmente alla laurea magistrale anche il titolo abilitante di restauratore di beni culturali. Insieme si è lavorato e si continuerà a lavorare a stretto contatto. Progressivamente restaurate, hanno beneficiato degli ultimi interventi molte delle opere che si incontrano viaggiando sulla Linea 1, dalla Colonna persa di Ettore Spalletti a Splotch, Non geometric form #8 di Sol LeWitt (a Materdei) a Ritmo nello spazio di Renato Barisani, Senza titolo di Mimmo Paladino, Senza titolo di Enzo Cucchi e Napoli città madre di Ugo Marano, nel parco esterno e nei pressi della seconda uscita della stazione Salvator Rosa. E presto si procederà a restaurare il dipinto murale di Michael Rovner alla stazione Municipio.

Carpe Diem, bronzo policromo su piedistallo di pietra lavica, 2003, Luigi Serafini. Via Leone Marsicano, Stazione metropolitana Materdei, Napoli, 2022. Ph Fabio Pariante

Carpe Diem, bronzo policromo su piedistallo di pietra lavica, 2003, Luigi Serafini. Via Leone Marsicano, Stazione metropolitana Materdei, Napoli, 2022. Phòto Fabio Pariante

LE VISITE GRATUITE ALLA STAZIONE DI MATERDEI

Nello stesso contesto sono maturate le iniziative di divulgazione, come le visite di Metroart speciale maggio 2023: alla scoperta della stazione Materdeiche per tutto il mese di maggio (ogni mattina, dal lunedì al sabato), in collaborazione con la Friends of Naples Onlus, offrirà gratuitamente a utenti abituali e turisti l’opportunità di approfondire la conoscenza delle architetture e delle opere d’arte della stazione Materdei, progettata nel 2003 da Atelier Mendini. La stazione di piazza Scipione Ammirato oggi rivela, oltre alle già citate opere di Spalletti e LeWitt, anche una scultura in bronzo colorato di Luigi Serafini e rilievi in ceramica di Lucio Del Pezzo in ascensore. E poi interventi di George Sowden, Luigi Ontani, Innocente, Domenico Bianchi.

Livia Montagnoli

https://metroart.anm.it/

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