Labirinto, arte urbana per la mostra diffusa nel centro di Lucca
Installazioni tra chiese e palazzi storici, mostre e live performance vivacizzeranno la città toscana per tutta l’estate. Con tre protagonisti d’eccezione: Moneyless, StenLex e Tellas
A Lucca, sulla Cattedrale di San Martino, è presente un piccolo labirinto scolpito sul portico della facciata. Un bassorilievo enigmatico, che riporta un’iscrizione in latino: “Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire, eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna”. Un simbolo della città che diventa fonte di ispirazione nonché metafora per la mostra diffusa Labirinto, a cura di Gian Guido Grassi. Il percorso si snoda dai sotterranei delle mura urbane alle antiche porte, occupando anche nicchie di chiese e palazzi storici con le opere firmate da street artist di calibro internazionale, quali Moneyless, StenLex e Tellas.
LABIRINTO A LUCCA: MONEYLESS, STEN&LEX E TELLAS
Ad accomunare gli artisti – il meneghino Moneyless che combina i graffiti alle sperimentazioni artistiche, i pionieri dello “Stencil Graffiti” ovvero il duo StenLex, i paesaggi di foglie e radici che sfociano nell’astrazione del sardo Tellas – sono le loro origini italiane. Ognuno porta a Lucca il proprio modo di interpretare il paesaggio urbano: “All’interno della città storica, come nuovi abitanti, incontriamo i lavori di questi artisti” spiega ad Artribune il curatore Gian Guido Grassi. “Presenze contemporanee che dialogano con piazze, porte e mura per ampliare lo sguardo dello spettatore e dare nuova luce a luoghi conosciuti e talvolta dimenticati; nell’ottica di una continua scoperta del quotidiano, queste opere saranno inserite in spazi e nicchie rimasti oggi vuoti”. Proprio per confrontarsi in modo proficuo con una città contraddistinta da un’identità storica ben radicata, agli artisti è stato proposto un periodo di residenza che li ha aiutati a calarsi nella dimensione cittadina e a “indagare il tema del labirinto”.
LABIRINTO A LUCCA: LA MOSTRA
Ma Labirinto è una mostra diffusa nello spazio come nel tempo. Mentre nel mese di maggio le opere di Moneyless, StenLex – da poco entrati nella Collezione Farnesina del Ministero degli Affari Esteri – e Tellas sono state ospitate nelle sale del Palazzo delle Esposizioni, da giugno e per tutta l’estate i loro lavori varcano la soglia del museo per occupare le vie della città. L’intento della mostra è quello di ricucire un legame tra la città e le periferie, nonché aprire al pubblico luoghi solitamente chiusi, come la Chiesa di Santa Maria dei Servi, recentemente restaurata, che ospiterà una collettiva degli artisti fino al termine dell’iniziativa il prossimo 15 ottobre.
Valentina Muzi
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