A Torino la mostra-compilation che esplora l’arte street e urban
Una riflessione sul rapporto tra l’arte dentro e fuori le gallerie, per conciliare il mondo urbano con il circuito ufficiale, riunendo molti artisti dell’underground torinese
Dentro e fuori la galleria. Questo il dictat della rassegna estiva di A Pick Gallery che, dal 2021, propone aperture nel limitrofo urbano e non solo. Curatore di questa terza edizione è Max Petrone (Torino, 1983), che immagina per gli spazi di via Galliari la collettiva di una sua personale crew di artisti dell’underground torinese: Yessica Alessandro, Ana, Guido Bagini, Nazareno Biondo, Riff Blast, Ivan Cazzola, Cenere, Marco Cirulli, Simona Cordero, Corn, Linda Crema, Riccardo Dapino, Carola De Marchi, Galo, Giga, Luca Ledda, Le Scapigliate, Giulio Lucente, Mach 505, Pasquale Martello, Jair Martinez, Stefano Marvulli, Mr. Fijodor, Nice And The Fox, Giorgia, Oldano, Pasa, Fabio Petani, Giulio Petrone, Luca Petrone, Max Petrone, Silvio Porzionato, Federica Roma + Luca Petrone, The Great Paper Massacre, Andrè Trois, Truly Design, Ucoh, Fabrizio Visone, Yux, WASP CRew.
Megamix. La mostra a Torino
La mostra si configura come una “compilation” – dice Petrone – “così immaginando di essere tra gli Anni ‘80 e ‘90, accendo la radio, prendo una cassetta e creo la mia compilation con tutti gli artisti che mi piacciono! Me la pompo in macchina, mi gasa, la porto a una festa, gasa tutti quanti, iniziano a chiedermi di sdoppiarla perché piace a tutti, ma davvero a tutti!”. E, in effetti, la line-up di artisti è molto varia. Unico filo conduttore è lo street-urban style che spazia però dal pittorico al concettuale, con la volontà di elaborare nuove forme di figurazione e conciliare il mondo urbano con quello della galleria. Che sia davvero possibile? Probabile, forse. Di sicuro non facile. E se è vero che una mostra si fa con le reali presenze, non è meno vero che sia anche fatta delle eventuali assenze. E dunque, come una compilation che si rispetti, anche quella di Petrone ha le sue “hidden track”: la coppia artistica Okno/Antartico che, presente all’inaugurazione, decide a fine serata di portare fuori galleria le opere esposte.
Dentro e fuori la galleria. La città aperta
Dentro e fuori la galleria, appunto, si gioca il confronto tra arte ufficiale e non. Ma chi lo decide? MEGAMIX è una bella occasione per aprire una riflessione (cosa che tra l’altro fanno solo le buone mostre) sul movimentato contesto delle forme artistiche che nascono dentro e fuori le aree cittadine.
O forse proprio sulla necessità di ragionare insieme su un nuovo concetto di città, che sia reale aggregato sociale e culturale in tutte le sue forme, nelle punte e nei contrasti, nelle costruzioni più recenti come nelle emergenze storiche, nella parte alta e nella parte bassa: una città aperta, insomma. E l’unico punto di partenza è che aperti siano quegli stessi luoghi che la città la fanno.
MEGAMIX è dunque un invito al dialogo (fosse anche dibattito, purché se ne parli) tra le tante forme di una città. E forse proprio per questo è certo una mostra pensata e riuscita, in cui l’arte si trasforma con le azioni stesse di chi la vive e di chi la fa. Esattamente come una città.
Sara Panetti
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