Ti Rissi No: a Cefalù il grande murale contro la violenza sulle donne
Il 25 novembre 2023 a Cefalù si inaugura il murale "Ti Rissi No" di Igor Scalis Palminteri. Un'opera dove l'assenza diventa presenza forte e concreta per tutte le donne. Il video
Un semplice abito rosso, un caschetto corto e bruno, un paio di sandali che si stagliano su una superficie rosa tenue. L’immagine è corredata da una scritta in stampatello “Ti Rissi No”.
Questi gli elementi che compongono l’opera realizzata dall’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri. Posizionata su una parete degli alloggi comunali di via Pietragrossa a Cefalù, Ti Rissi No sarà inaugurata ufficialmente il 25 novembre, nella Giornata contro la violenza sulle donne.
Il messaggio di Ti rissi no
Un corpo che non c’è, ma che tutti vedono, un’assenza che si fa presenza ancor più forte e percepibile: Ti Rissi No prende spunto dallo slogan coniato in occasione del tragico stupro di gruppo ai danni di una giovane diciannovenne al Foro Italico di Palermo. Il murale, finanziato dall’Amministrazione comunale di Cefalù all’interno di un più ampio progetto che lega arte, riqualificazione urbana e messaggi sociali, si erge così come potente messaggio contro il femminicidio e la violenza di genere.
“Era un’opera che sentivo molto, questa assenza che ho voluto raffigurare nasce già a Caivano, quando ho preparato i bozzetti per Nessuno resti solo“ spiega l’autore “Credo che questa impostazione, oserei dire ieratica, nasca dal mio amore per le icone, che da giovane ho studiato e imparato a dipingere, come quelle visibili ad esempio nel Duomo di Monreale.
Il corpo è assente, ma solo in apparenza. Parlando in una scuola media dell’opera, un ragazzo ha detto di vedere effettivamente una donna: perciò davanti a un “Ti dissi no”, di fronte ad una negazione, non c’è un’assenza, ma una volontà precisa, una consapevolezza. Non puoi avere il mio corpo, non voglio questo rapporto”.
Ti Rissi No, un murale per la causa delle donne
“Da uomo è chiaro che non potrò mai vivere e osservare dalla prospettiva delle donne cosa è stato negli anni, nei secoli, essere donna e cosa vuol dire oggi nelle diverse società” commenta l’artista.
“Ci sono delle sfumature, dei disagi, delle discriminazioni che le donne vivono che vanno oltre l’aspetto che più si vede: la violenza dagli uomini che hanno corpi più forti o il femminicidio stesso. Queste sono cose palesi, ma c’è un altro aspetto più subdolo, che riguarda ciò che la donna è costretta a sopportare ogni giorno nella vita quotidiana per il solo fatto di essere donna”.
“Sono orgoglioso, da uomo, di poter prendere posizione e lo faccio con un dipinto perché questo è il mio linguaggio” commenta ancora Palminteri, “Spero che questo muro possa essere un contributo valido alla causa straordinaria delle donne”.
La comunità intorno ad un muro
“Non è la prima volta che collaboro con il Comune di Cefalù, ma questa volta ho proposto io il tema e l’immagine, subito accolta con sensibilità dall’Arch. Salva Mancinelli, Assessore al Decoro urbano” racconta inoltre Igor, che spiega “Attorno ad un muro ci sono sempre delle persone e per realizzare un’opera ho bisogno di intessere relazioni con la comunità che vi gravita attorno.
Non faccio un murale per accendere semplicemente riflettori, ma credo sia necessario che insieme all’artista che realizza il dipinto si debba attivare una rete fatta da istituzioni, professionisti e dai cittadini stessi. Così otteniamo qualcosa di potente e inneschiamo un circuito virtuoso, un’azione totale di riqualificazione urbana, altrimenti il mio resta solo un dipinto e le comunità diventano sepolcri imbiancati”.
Il coinvolgimento della comunità diventa dunque fondamentale per Igor, affinché l’opera non diventi mera operazione di facciata, ma si faccia portatrice attiva di un messaggio. L’opera rappresenta allora un impegno, un promemoria per tutti coloro che la guardano tornando a casa, frequentando il parco pubblico o passeggiando per le vie del quartiere.
“Ricordo una signora che quasi a conclusione del lavoro, guardando l’opera di Caivano ha esclamato: “Allora anche noi siamo importanti”, oppure qui a Cefalù mi ripetono “Ci voleva”: l’opera può essere allora l’innesco, il primo passo per un cambiamento sociale, perché si sente il bisogno di qualcosa di diverso dal degrado” conclude l’artista palermitano.
Roberta Pisa
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati