Tear Flame Peace: la prima opera dello street artist Obey in Italia. Il video
Shepard Fairey, in arte Obey, firma il suo primo murale italiano, a Milano. L'opera si intitola “Tear Flame Peace”, ed è un inno alla pace universale di oltre 400 mq
Mentre la mostra Obey – The Art of Shepard Fairey prosegue fino al 27 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, lo street artist statunitense prosegue la sua attività sul suolo meneghino con un intervento speciale, regalato alla città in maniera permanente.
È stato infatti inaugurato il suo primo murale in Italia: un intervento di enormi dimensioni, impresso sulla facciata esterna di un palazzo situato in via Adolfo Consoli 26, nel quartiere Gallaratese.
Tear Flame Peace: il nuovo murale di Obey a Milano
Inserita nella cornice del progetto di arte urbana MANIFESTIVAL – promosso all’interno del quartiere Gallaratese dalla Fondazione Arrigo e Pia Pini, con il supporto di Orticanoodles e Wit Design – , l’opera si intitola Tear Flame Peace, ed è un inno alla pace universale.
Grande 23 x 12 mentri, l’enorme “affresco urbano” raffigura l’occhio profondo e penetrante di una donna con l’hijāb, il tradizionale velo islamico, che piange un’enorme lacrima che contiene una fiamma e una colomba bianca, simbolo universale di pace e riconciliazione.
Il commento di Obey
“La colomba è un’immagine duratura di pace che ho utilizzato in diverse opere d’arte nel corso della mia carriera. Qui è inclusa nella goccia di lacrima che cade dall’occhio di una donna affascinante. La goccia è trattenuta da una forma geometrica con un motivo floreale decorativo sottostante”, ha dichiarato Shepard Fairey, diventato noto in tutto il mondo nel 2008 grazie all’illustrazione Hope, diventata il simbolo della campagna presidenziale di Barack Obama.
“Rappresentando i tempi turbolenti, il messaggio di pace è colmo sia di tristezza che di speranza; la fiamma ha un duplice significato a seconda dell’osservatore: potrebbe rappresentare una scintilla di ispirazione e di ribellione speranzosa, nonché un ammonimento al surriscaldamento o alla distruzione della Terra”.
Alex Urso
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