In Calabria la street art colora e prova a rigenerare la città di Crotone
KRIU – Krotone Identità Urbana: così si intitola il progetto triennale pensato da Gulìa Urbana per la città calabrese. Un'iniziativa che ha trasformato due quartieri problematici in un museo a cielo aperto grazie agli interventi di quattro writer internazionali
Fondata da coloni greci nella metà dell’VIII Secolo a. C., Crotone divenne una delle polis più importanti della Magna Grecia grazie alla presenza di Pitagora e della sua scuola, fondata intorno al 530 a.C. Non solo, la città calabrese è immersa nell’area marina protetta di Capo Rizzuto e, sul promontorio di Capo Colonna, vanta la presenza dell’unica colonna superstite del Tempio di Hera Lacinia. Con un background storico artistico secolare, da oggi Crotone sarà protagonista di un importante progetto di rigenerazione urbana KRIU – Krotone Identità Urbana, ideato da Gulìa Urbana, rassegna itinerante di street art sviluppata dal collettivo Rublanum e che da 14 anni sta cambiando il volto dei piccoli paesi della Calabria. L’iniziativa (di durata triennale) ha concluso la sua prima edizione con gli interventi di quattro artisti di calibro internazionale che hanno colorato due zone problematiche della città, ‘300 alloggi’ e Quartiere Gesù.
Gli artisti della prima edizione di “KRIU – Krotone Identità Urbane” a Crotone
Per la prima edizione di KRIU sono stati invitati Aches, Kitsune, Kraser e Piet Rodriguez, ognuno dei quali ha realizzato la propria opera tenendo conto della storia della città di Crotone e dell’identità dei quartieri.Nel dettaglio:Aches ha realizzato un’opera dedicata allo sport in onore di Crotone Città dello Sport, nella cui realizzazione sono stati direttamente coinvolti gli abitanti del palazzo interessato; Respirare è invece l’opera di Kitsune con la quale l’artista ha voluto rendere omaggio al sud e al territorio; Kraser ha dedicato il suo murale alla personalità simbolo della città di Crotone, Pitagora, ispirandosi al busto esposto al museo archeologico di Napoli che fu trovato a Ercolano a Villa dei Papiri. Infine, Piet Rodriguez dedica la sua opera a Milone, lottatore e condottiero dell’antica Grecia nato a Crotone, ispirandosi al dipinto che lo ritrae opera di Jean-Jacques Bachelier, ma reinterpretandolo in chiave contemporanea, presentando una composizione audace e dal forte impatto visivo.
Gli eventi collaterali di “KRIU – Krotone Identità Urbane” a Crotone
Oltre ad aver invitato a partecipare writer di calibro internazionale, KRIU ha organizzato eventi collaterali, come il Back To The Style Calabria invitando oltre 25 street artist calabresi che hanno dato sfogo alla loro creatività trasformando il muro del porto di Crotone in Via Miscello da Ripe. A questo si sono aggiunti gli incontri con gli artisti, che hanno permesso la creazione di un dialogo diretto tra arte e pubblico, e la performance di Daniel Cundari e Daniele Fabio.
Parola a Giacomo Marinaro, curatore e cofondatore di Gulìa Urbana
“Quando abbiamo l’opportunità di operare nelle grandi città la sfida per noi di Gulìa Urbana diventa molto più interessante perché cerchiamo di mettere tutte le nostre forze nello sviluppo umano e su quello urbano”, spiega ad Artribune Giacomo Marinaro, curatore del progetto e membro del collettivo Rublanum. “Questo perché individuare pareti dove poter operare e collaborare con grandi artisti è più semplice rispetto al lavoro (costante e duraturo) incentrato sulla sfera umana. A Crotone, per esempio, in comune accordo con l’amministrazione, abbiamo deciso di operare nei due quartieri che – giornalisticamente parlando – sono molto più ‘caldi’. Infatti ‘300 alloggi’ e Quartiere Gesù presentano strutture abitative che soffrono di problematiche urbanistiche importanti. Con KRIU siamo riusciti ad accendere dei riflettori su queste zone e sulle loro criticità urbane e urbanistiche, catturando l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. A volte si parla della street art come se fosse una maschera”, conclude Marinaro, “ma in realtà il ruolo è quello di focalizzare l’attenzione sulle difficoltà per accelerare il processo di risoluzione”.
Valentina Muzi
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