Alle origini della Stencil Art. Tra New York, Firenze e Parigi

Eric Drooker, Arnaldo Marinai e Blek le Rat sono i protagonisti della storia che la nuova pubblicazione Wails Papers dedica alla Stencil Art. Li riscopriamo in questo percorso

Il primo è un uomo che si protegge dall’acqua o, meglio, dalla pioggia. Il secondo è un uomo che si immerge nell’acqua o, meglio, nel mare. Che ci sia dietro una forma di attitudine alla vita? Visto anche il cognome dell’autore del secondo? Sto parlando di stencil di Street Art. Il primo è un uomo con l’ombrello, ed è uno dei primi stencil, se non il primo, con velleità artistiche, apparso a New York agli inizi del 1979 per mano di Eric Drooker. Il secondo è un sub chiamato anche “Uomo rana” (in inglese “Frogman”). Questo, invece, è il primo stencil artistico che appare in Italia e precisamente a Firenze nel settembre del 1979, e definito “disegno poetico” dal suo creatore Arnaldo Marinai. Il terzo stencil come forma artistica, che nasce solo nel 1981, non è un uomo ma un animale, che non è amante dell’acqua ma spesso vive nelle sue vicinanze, specialmente nelle grandi metropoli come Parigi. Questa è la sagoma di un topo realizzata per mano di Blek le Ratpseudonimo di Xavier Prou, considerato il padre della Stencil Art.

I pionieri della Stencil Art

Ma a questo punto mettiamo un po’ d’ordine: Chi sono Eric Drooker, Arnaldo Marinai e Xavier Prou? Sono sicuramente dei pionieri della Street Art ed in particolare della Stencil Art, ma è inutile che mi metta a fare qui una finta riscrittura di quello che è già molto ben spiegato e scritto sul primo numero dai miei amici di Wails Papers. Come dicono loro: una pubblicazione editoriale episodica, da trovare e conservare, perché “questa è arte fatta in segreto per la gente, è arte che si suppone non debba esistere”. Ed allora eccovi qui alcuni brevi approfondimenti tratti da Wails Papers.

La storia di Aroldo Marinai

“Aroldo Marinai nasce nel 1941 a Firenze, in piena Seconda guerra mondiale. Spinto da noia, disperazione e voglia di provocazione realizza per le strade di Firenze il suo Frogman, uno degli esempi più precoci della Street Art. Unica sua esperienza di arte urbana, anche se “l’arte urbana non so né dove inizia e neppure dove finisce“, dice lui. Tra la fine del 1978 e l’inizio del 1979 Marinai trascorre sei mesi creativi e divertenti a New York. Qui è circondato dal panorama tipico della New York dell’epoca: palazzi decadenti e abbandonati, serrande chiuse, povertà e crimine, ma soprattutto, vetrine piene di graffiti. I muri nei dintorni del suo appartamento sono pieni di scritte e scarabocchi. Uno in particolare coglie la sua attenzione: lo stencil viola di un uomo con l’ombrello. In quel periodo in Italia i muri presentavano tematiche ben diverse: slogan di natura politica, conflittuali e violenti. L’uomo con l’ombrello invece è privo di aggressività*. L’esperienza newyorkese termina all’inizio del 1979.
L’intervento nella città di Firenze, che inizierà da lì a pochi mesi è dovuta all’incontro di Marinai con lo stencil dell’uomo-ombrello. Il suo soggetto? Un uomo subacqueo volante delle dimensioni di una mano: nasce il Frogman. Solo nel 1981 Blek le Rat considerato, il padre della Street Art con l’uso dello stencil, farà la stessa cosa per le strade parigine, lasciando sui muri delle città la sagoma di un topo”.

* Uno stencil privo di aggressività e riferimenti politici, sempre che non vi sia anche in America o nella cultura anglosassone, oppure nello slang della Grande Mela, qualche detto popolare che in qualche modo ricalchi il nostro “Piove! Governo ladro.”, allora la questione sarebbe diversa. 

La testimonianza di Eric Drooker

Qui Drooker racconta cos’è accaduto: “Nel 1979, la mia prima incursione in strada culminò in un incontro interculturale – uno di quelli che poteva accadere solo a New York. Molto dopo la mezzanotte, vagavo avanti e indietro per le strade con una bomboletta spray di vernice viola. Schivo, ma determinato ad aggiungere il mio segno nel paesaggio, taggai furtivamente i muri e le porte di Lower Manhattan. Il giorno dopo, tagliai lo stencil di una silhouette a forma di un uomo con l’ombrello con un coltello X-Acto. Sul finire degli Anni Settanta, i graffiti si facevano tutti a mano libera. Non avevo mai visto uno stencil prima. Lavorai durante la notte imprimendo innumerevoli uomini-ombrello per Greenwich Village e SoHo. Le ombrose silhouette ben presto furono ovunque. Nascevano sotto le luci della città. Un mese dopo notai, con molto dispiacere, che erano stati tutti cancellati. Qualcuno si era intrufolato nel quartiere e aveva fatto una X sopra ognuno di loro con un pennarello nero indelebile. Cosa? Chi avrebbe mai fatto una cosa del genere? Chi avrebbe sistematicamente cancellato ognuna delle mie immagini? Chi era responsabile? Questa era una guerra per il territorio! Decine di anni dopo ho individuato il colpevole: un ragazzino di 18 anni di Park Slope, Brooklyn; si chiamava Jean Michel Basquiat. Nella primavera del 1979 Basquiat aveva cancellato ogni stencil e aggiunto metodicamente il suo tag Samo“.

Uomo Ombrello e Samo
Uomo Ombrello e Samo

Wails Papers e la Stencil Art

Il resto della storia, ed altre curiosità e aneddoti, come quello della sirenetta che sembra essere inseguita dall’uomo rana, apparsa dopo poco su quegli stessi muri dove era stato impresso The Frogman, la troverete sul primo numero di Wails Papers. Ma vi dico subito che non sarà impresa facile trovarlo, e chi sa che questo articolo non incoraggi gli editori a stampare qualche copia in più? 

Pino Boresta

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Pino Boresta

Pino Boresta

Pino Boresta nasce Roma e vive a Segni (Roma). Sulla scia di valori dei Situazionisti, di cui condivide impostazioni e finalità, realizza un’arte fatta di coinvolgimenti a tutto tondo, di se stesso e dei fruitori consapevoli o inconsapevoli delle sue…

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