Georg Baselitz
(Kamenz, 1938)
Pittore, incisore e scultore tedesco GEORG BASELITZ è un artista pionieristico del dopoguerra che rifiuta il vecchio paradigma istituzionale dell’arte a favore di soggetti invertiti riportando la figura umana in una posizione centrale nella pittura. Abbraccia l’espressionismo tedesco denunciato dai nazisti. “Non sono un artista. Sono un pittore. Gli artisti esprimono loro stessi, i pittori dipingono quadri che esprimono loro stessi”.
Biografia di Georg Baselitz
Georg Baselitz peseudonimo di Hans-Georg Kern nasce il 23 Gennaio del 1938 a Deutschbaselitz una regione della Sassonia durante il Nazismo e a partire dal 1949 della Repubblica Democratica Tedesca. Nel 1955 tenta di accedere all’Accademia di Belle Arti di Dresda ma viene respinto. Un anno dopo è ammesso alla Hochschule fur Bildende und
Angewandte Kunst di Berlino Est che frequenta per soli due semestri poiché espulso per «immaturità sociopolitica» giacché Baselitz non aderisce all’idea socialista della DDR. Termina gli studi alla Hochschule der Künste di Berlino Ovest dove incontra la futura moglie Johanna Elke Kretzschmar. Lì segue le lezioni di Hann Trier con cui approfondisce lo stile pittorico del Tachisme, dell‘arte informale, la pittura di Ernst Wilhelm Nay, Vasilij Kandinsky Kazimir Malevič ed Edvard Munch. A luglio del 1961 è a Parigi studia Jacopo Pontormo, Rosso Fiorentino e Gustave Moreau, lavora ai ritratti immaginari di Onkel Bernhard (Zio Bernhard) e si interessa all’anamorfosi e all’arte dei malati di mente. Nello stesso anno sceglie il nome d’arte Georg Baselitz in onore del proprio paese natale e scrive in collaborazione con Eugen Schönebeck il primo Pandämonische Manifest (Manifesto Pandemonico) dove afferma “L’oggettività assoluta non è pensabile, perché l’artista che riproduce fedelmente la realtà, non sarebbe tale“. Le figure che incorniciano il testo piuttosto macabre e ossessive, vogliono sottolineare il senso demiurgico dell’artista. Nel 1962 pubblica il secondo Pandämonische Manifest e sposa Elke Kretzschinar dalla cui unione nasceranno i galleristi Daniel Blau e Anton Kern. L’anno dopo scrive la lettera-manifesto Liebr Herr W! (Caro Signor W!) e termina la serie P.D. Fϋsse (Piedi Pandemici) cominciata nel ’61.
Dal 2013 vive e lavora a Ammersee in Baviera e a Imperia con la moglie.
Lavoro di Georg Baselitz
Große Nacht im Eimer (La grande notte nel secchio) è un olio su tela realizzato da Georg Baselitz nel 1963 ed esposto durante la sua prima personale nella Galerie Werner & Katz di Berlino Ovest. L’incerta attribuzione del soggetto ci fa pensare che sia la rappresentazione di un bambino forse l’autoritratto di Baselitz o il ritratto di Hitler, mentre tiene tra le mani un enorme fallo deforme che fuoriesce dalla patta dei calzoncini che ricordano la gioventù nazista. Il soggetto così scioccante e volutamente brutto aveva lo scopo di incoraggiare il popolo tedesco a non dimenticare l’orrore della seconda guerra mondiale, che metaforicamente è rappresentata come la masturbazione di un essere mostruoso. Quest’opera assieme a Nackte Mann (Uomo nudo) destano grande scandalo per questo motivo sono sequestrate dall’ufficio del pubblico ministero per “violazione della morale pubblica”. Oggi sono entrambe esposte al museo Ludwig di Colonia.
Nel 1965 vince una borsa di studio per Firenze lì approfondisce gli studi sul Manierismo e le opere dello scultore Francesco Pianta. Tra il 1965 e il 1966 realizza la serie monumentale dal titolo Heiden (Eroi o Nuovi Tipi), attraverso cui non vuole raccontare l’idea di eroe classico, piuttosto quello moderno, ovvero colui che emerge dalle ceneri della tragedia causata dalla società totalitaria. L’eroe prova disgusto per il sangue, la violenza e per sé stesso, anche se non è artefice della tragedia ne è comunque coinvolto poiché l’ha vissuta e tacitamente approvata.
Nel 1969 continua con opere di grande formato come nel ciclo Frakturbilder (Quadri fratturati) nelle tele l’artista frantuma i soggetti della tradizione tedesca come contadini, cacciatori, mucche cani e orsi.
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Quadri invertiti
Risale al 1969 il primo dipinto invertito Der Wald auf dem Kopf (il legno sulla sua testa) in cui Baselitz enfatizza le pure qualità pittoriche dei dipinti e le qualità astratte della composizione. Il capovolgimento della tela non solo è parte di un processo creativo dell’artista ma è anche un gesto provocatorio nei confronti della pittura accademica e ogni forma di istituzionalismo, questo sentimento di rivolta esperito attraverso l’inversione lo seguirà per tutta la sua carriera, molti sono i ritratti capovolti che egli stesso considera come “dimostrazioni dell’assurdo, di un’affermazione non dimostrabile scientificamente“.
“Non illustro Elke. Semmai cerco di rimuoverla, di solito non ci riesco. Lei rientra nel processo, che io lo voglia o no, rispunta da una parte nascosta della mia mente. La neutralità è un mito, ma non puoi rinunciare alla lotta. Per creare qualcosa di nuovo devi combattere le convenzioni del genere e il soggetto stesso. Lo scopo della ritrattistica è lasciare il ritratto alle spalle in modo da poter andare avanti.”
Il posizionamento parallelo e l’isolamento della figura, sono dei modi per liberare la stessa da tutto ciò che è aneddotico e non necessario.
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Scultura
Nel 1980 presenta al padiglione tedesco della Biennale di Venezia la sua prima scultura Modell fϋr eine Skulptur (Modello per una scultura). Tra il 1989-90 realizza la serie scultorea Dresdner Frauen (Donne di Dresda) in cui Baselitz incide su enormi blocchi di legno che dipinge di giallo delle monumentali teste di donne, con questa serie l’artista vuole commemorare il bombardamento di Dresda del 1945.
Alla Biennale di Venezia del 2015 presenta la serie Avignon realizzata nel 2014, in cui Baselitz si concentra sul tema della caducità della vita. Il titolo fa riferimento all’ultima mostra di Pablo Picasso tenuta al Palais des Papes di Avignone nel 1970. Afferma Baselitz che le opere di Picasso sono disoneste perché un artista di circa novant’anni come Picasso piuttosto che rappresentare delle fantasie erotiche sarebbe stato più realistico dipingendo la fragilità del corpo. Fragilità del corpo che invece l’artista tedesco affronta nella sua serie. Inoltre una delle idee per il dipinto Avignon Ade (Avignone addio) come egli stesso dichiara è nata da un sogno in cui si è visto come una figura scissa.
Ad oggi Baselitz è ancora un artista attivo e controverso, nel 2020 il Palazzo Grimani di Venezia gli commissiona dodici opere tra tele e sculture dal titolo Archinto. Nello stesso anno lavora anche alla serie dedicata ad Elke ed Emilio Vedova per la mostra Vedova Accendi la luce essendo stato Baselitz amico del pittore italiano incontrato nel ’63.
Mostre (selezionate)
- 2015: Avignon, Biennale di Venezia
- 2018: Baselitz, Rihen
- 2017: Baselitz-Sottosopra, Carpi
- 2017: Gli Eroi, Roma
- 2019: Emilio Vedova di/by Georg Baselitz, Venezia
- 2021: Archinto, Venezia
- 2021: Vedova Accendi la luce, Venezia
Bibliografia di Georg Baselitz
- Georg Baselitz. Catalogo della mostra (Lugano 6 maggio-23 settembre 2007). Ediz. italiana e inglese, R.M. Mason, Silvana, 2007
- Georg Baselitz. Catalogo della mostra (Napoli, 18 maggio-15 settembre 2008). Ediz. inglese, M. Rosenthal, Mondadori Electa, 2008
- Georg Baselitz Archinto. Catalogo della mostra (Venezia, 19 maggio-27 novembre 2022). Ediz. italiana, Mario Codogno, Gagosian, 2021
– Erika Torlo