Pierre Auguste Renoir: un maestro dell’Impressionismo
Pierre Auguste Renoir, figura centrale dell’Impressionismo, ha saputo catturare tutta la gioia di vivere della borghesia parigina con la sua pittura. Scopri qui la sua vita e le sue opere: un viaggio affascinante tra atmosfere bohemien, luce e colore
Tra i ribelli all’accademismo che esposero nel 1874, nell’atelier del fotografo Felix Nadar, compare Pierre Auguste Renoir (Limoges, 1841 – Cagnes-sur-Mer, 1919). Uno dei primi pittori Impressionisti e quello che più di tutti espresse nelle sue opere la gioia di vivere della borghesia parigina dell’epoca.
Per punti
- La vita di Renoir
- Giovinezza e prime influenze
- L’inizio come decoratore di porcellane
- La formazione a Parigi
- L’influenza del Louvre e degli Impressionisti
- La prima mostra e la nascita del movimento impressionista
- Le opere significative dei primi anni: Il palco, La ballerina e L’altalena
- La ricerca della luce e del colore
- Il viaggio in Italia e l’influenza del Rinascimento
- Il ritorno a Parigi e la maturità artistica
- Il matrimonio con Aline Charigot
- L’influenza di Aline nelle opere
- L’amicizia con Georges Charpentier
- La maturità e il successo ai Salon ufficiali
- La crisi artistica e il ritorno al disegno
- La ricerca di valori plastici e lineari
- Gli ultimi anni e la malattia
- La morte e l’eredità artistica
- Lo stile e la poetica delle opere di Renoir
- I capolavori e le opere principali di Renoir
La vita di Renoir
Giovinezza e prime influenze
Pierre Auguste Renoir, uno dei più celebri pittori francesi, nacque il 25 febbraio 1841 a Limoges. Proveniva da un contesto di bassa estrazione sociale, il padre era infatti un sarto di provincia. La famiglia si trasferì però presto a Parigi alla ricerca di migliori opportunità.
L’inizio come decoratore di porcellane
Notando le sue doti artistiche precoci, il padre di Renoir lo indirizzò alla decorazione delle porcellane. Così, il giovane Pierre iniziò come apprendista decoratore in una bottega parigina, affinando la sua tecnica e dimostrando un talento fuori dal comune. Questo lavoro gli permise di sviluppare una notevole abilità nel disegno e nella pittura, elementi che sarebbero diventati fondamentali nella sua carriera artistica.
La formazione a Parigi
A 21 anni, nel 1862, entrò all’École des Beaux-Arts di Parigi. Contemporaneamente, frequentò l’atelier di Charles Gleyre dove conobbe Claude Monet, Alfred Sisley e Frédéric Bazille. Questi incontri furono determinanti per la sua carriera. Con questi artisti, Renoir iniziò a dipingere en plein air, cercando di catturare la luce e i colori naturali, un elemento centrale del movimento impressionista.
L’influenza del Louvre e degli Impressionisti
Renoir portò avanti due formazioni parallele: da un lato un approccio vicino all’accademismo con lo studio e la copia dei capolavori del Louvre, in particolare le opere di Ingres, dall’altro si avvicinò all’Impressionismo ispirato dai suoi amici e colleghi. Frequentò il Cafè Guerbois e il Cafè de la Nouvelle Athènes, punti di ritrovo degli Impressionisti e degli intellettuali innovatori dell’epoca.
La prima mostra e la nascita del movimento impressionista
Nel 1874, Renoir partecipò alla prima mostra degli Impressionisti nell’atelier del fotografo Felix Nadar. Questa mostra segnò l’inizio del movimento impressionista e Renoir vi espose alcune delle sue opere accanto a quelle di Monet, Sisley e altri. La sua partecipazione dimostrò il suo coinvolgimento profondo nel movimento fin dagli inizi, sebbene seppe poi anche distanziarsene per seguire una strada più personale e originale.
Le opere significative dei primi anni: Il palco, La ballerina e L’altalena
Le prime opere di Renoir, come Il palco e La ballerina, riflettono le influenze di Manet e l’innovazione impressionista. Ne Il palco, il nero saturo e possente ricorda Manet, mentre l’uso della luce e dei colori è tipico dell’Impressionismo. In La ballerina, le pennellate multiple creano un effetto che ricorda Fragonard. Tuttavia, la critica non sempre fu positiva: Louis Leroy criticò la mancanza di disegno nell’opera, sottolineando come fosse un peccato che Renoir non sapesse disegnare meglio. L’altalena, realizzata nel 1876, rappresenta una moderna interpretazione della grazia e della malizia delle opere di Fragonard. Renoir utilizzò pennellate sfaccettate per esplorare l’incidenza della luce sulla trasformazione del colore, un elemento che caratterizzerà le sue opere mature.
La ricerca della luce e del colore
In questa fase, Renoir era profondamente interessato alla luce e al colore, cercando di catturare la gioia di vivere attraverso le sue opere. La sua pittura era pervasa da un senso di leggerezza e felicità, riflettendo la vita bohemien di Parigi fatta di povertà, amore per l’arte e una vibrante comunità di artisti e intellettuali.
Il viaggio in Italia e l’influenza del Rinascimento
Nel 1881, Renoir intraprese un viaggio in Italia, dove studiò il Rinascimento e l’arte classica. Questo viaggio influenzò profondamente il suo stile, portandolo a rivalutare la compattezza delle figure e l’uso del disegno. Ammirava particolarmente le opere di Raffaello e Leonardo, che lo portarono a cercare un maggiore equilibrio e solidità nelle sue composizioni.
Il ritorno a Parigi e la maturità artistica
Al ritorno a Parigi, Renoir continuò a sviluppare il suo stile incorporando le lezioni apprese in Italia. Il suo lavoro diventò più strutturato e le sue figure più definite, segnando una nuova fase nella sua carriera artistica.
Il matrimonio con Aline Charigot
Nel 1890, Renoir sposò Aline Charigot, una delle sue modelle conosciuta fin dal 1880. Aline apparve in molte delle sue opere più famose, tra cui La colazione dei canottieri. Da Aline, Renoir ebbe un figlio, Jean, che sarebbe diventato un celebre regista. Nonostante Renoir frequentasse altre modelle, rimase sempre fedele alla moglie, che fu una figura centrale nella sua vita e carriera.
L’influenza di Aline nelle opere
Aline non fu solo una musa, ma anche un sostegno emotivo e pratico per Renoir. La sua presenza nelle opere del pittore è spesso associata a momenti di intimità e tranquillità domestica, aggiungendo una dimensione personale e affettuosa alla sua produzione artistica.
L’amicizia con Georges Charpentier
La carriera di Renoir fu notevolmente favorita dall’amicizia con Georges Charpentier, un editore d’avanguardia che pubblicava autori come Zola e Flaubert. Charpentier cominciò a collezionare le opere di Renoir, garantendogli visibilità e stabilità economica. La sua protezione fu fondamentale per l’affermazione di Renoir nel mondo dell’arte. Un esempio del successo ottenuto grazie a Charpentier è l’opera Madame Charpentier con le figlie, esposta al Salon del 1879 su insistenza della signora Charpentier stessa. Questa esposizione valse a Renoir l’accettazione del gran mondo parigino e segnò un importante traguardo nella sua carriera.
La maturità e il successo ai Salon ufficiali
Dal 1879, Renoir entrò nel circuito dei Salon ufficiali e smise di esporre con gli Impressionisti, pur mantenendo anche in seguito legami stretti con il gruppo. Questo cambiamento rifletteva la sua crescente popolarità e il riconoscimento da parte della società ufficiale, senza però compromettere la sua identità artistica.
La crisi artistica e il ritorno al disegno
Negli anni ‘80, Renoir attraversò una profonda crisi artistica. Resosi conto dei propri limiti rispetto alla pittura italiana, arrivò a dichiarare che “l’Impressionismo è per me un vicolo cieco”. Questa riflessione lo portò a rivalutare l’importanza del disegno e della compattezza delle figure, ricercando ispirazione nell’arte rinascimentale e nelle opere di Ingres: due dei modelli che avevano caratterizzato i suoi anni giovanili.
La ricerca di valori plastici e lineari
Renoir tornò a concentrarsi su valori plastici e lineari, recuperando l’importanza del disegno, della linea e della composizione. Questo cambiamento si riflette nelle sue opere della maturità, dove le figure diventano più solide e i colori meno brillanti rispetto alla fase impressionista.
Gli ultimi anni e la malattia
All’inizio del 1900, Renoir iniziò a soffrire di reumatismi, che lo costrinsero a trasferirsi nel Sud della Francia in cerca di un clima più mite e favorevole alla guarigione. Tuttavia, i miglioramenti furono scarsi e la malattia progredì, impedendogli di lavorare e persino di tenere in mano il pennello.
Nonostante le gravi limitazioni fisiche, però, Renoir non smise di dipingere. Si fece legare il pennello al polso per poter continuare a tracciare segni sulla tela. Questa incredibile dedizione all’arte dimostra la sua passione inarrestabile e il suo spirito indomabile.
La morte e l’eredità artistica
Renoir morì il 3 dicembre 1919 a Cagnes-sur-Mer. La sua eredità artistica è immensa, con opere che continuano a essere celebrate per la loro bellezza, innovazione e capacità di catturare la gioia di vivere. Il suo contributo all’Impressionismo e alla pittura in generale è inestimabile, il che lo rende una figura centrale nella storia dell’arte di fine Ottocento.
Lo stile e la poetica delle opere di Renoir
La luce e il colore
Renoir è famoso per la sua abilità nel catturare la luce e il colore. Nei suoi dipinti, la luce trasforma il colore in mille sfaccettature, creando un effetto vibrante e dinamico. Questo approccio è particolarmente evidente nelle opere mature di Renoir, dove la luce sembra scomporre e ricomporre la realtà sulla tela.
La rappresentazione libera dei soggetti
Le figure nei dipinti di Renoir sono spesso caratterizzate da una rappresentazione libera e spontanea. Questo si nota chiaramente in opere come Nudo al sole, dove le figure sembrano ammantate e abbozzate da macchie di luce. Questa tecnica conferisce alle sue opere un senso di immediatezza e vitalità.
La joie de vivre
Uno degli aspetti più distintivi dell’arte di Renoir è la sua capacità di esprimere la gioia di vivere. Le sue opere sono pervase da un senso di allegria e spensieratezza, riflettendo la sua innata positività. Renoir stesso disse: “A me piacciono i dipinti che fanno desiderare di passeggiarvi dentro se sono paesaggi, di accarezzarli se rappresentano donne”. Questa filosofia si riflette chiaramente nelle sue opere.
L’uso del nero
A differenza di molti altri Impressionisti, Renoir utilizzava spesso il nero nelle sue opere. Questo colore, steso in ampie campiture, faceva risaltare i soggetti sulla tela. Questo uso del nero, mutuato da Manet, conferiva ai dipinti di Renoir una profondità e una densità particolari.
L’influenza di Fragonard
Renoir fu influenzato anche da Jean-Honoré Fragonard, un pittore rococò noto per le sue scene leggere e vaporose. Questa influenza si nota nella leggerezza delle pennellate di Renoir e nei temi di grazia e spensieratezza, come si vede in opere come L’altalena.
Scene della borghesia parigina e della vita bohemian
I soggetti di Renoir spesso ritraggono la borghesia parigina, colta nei momenti di allegria e di joie de vivre. Scene di balli, colazioni all’aperto, e donne sensuali in interni domestici, sono ricorrenti nei suoi dipinti e danno ragione del fatto che Renoir sia spesso descritto come uno dei pittori che più si occuparono di ritrarre la vita bohemian di fine Ottocento.
I capolavori e le opere principali di Renoir
Bal au Moulin de la Galette
Uno dei capolavori di Renoir è Bal au Moulin de la Galette, realizzato nel 1876. Questo dipinto è una vera e propria tranche de vie di un locale alla moda di Montmartre. La scena raffigura uno dei raduni danzanti della bassa borghesia parigina al Moulin de la Galette.
Il continuo divenire e movimento delle coppie che danzano è uno degli elementi chiave del dipinto. La luce, che piove tra le foglie degli alberi, destruttura le figure e si trasforma in macchie colorate, che colpiscono le vesti delle donne, le marsine, i volti e le chiome. Questo effetto crea un senso di dinamismo e vivacità che cattura perfettamente l’atmosfera della scena. Per approfondire l’opera, ecco un video completo con tutti i dettagli.
La colazione dei canottieri
La colazione dei canottieri, realizzato tra il 1880 e il 1881, è un altro capolavoro di Renoir. Questo dipinto è stato realizzato in risposta a una critica di Émile Zola, che sosteneva che gli Impressionisti non fossero in grado di realizzare opere complesse di vita vissuta.
L’immagine raffigura un gruppo di quattordici persone, tutti amici e conoscenti del pittore, in un ristorante sulla Senna: una tappa fissa per i canottieri che su trovavano nei dintorni. La luce dorata e rosea definisce e avvolge le figure, costruendole con maggiore nitidezza rispetto alle opere precedenti di Renoir. I corpi sono più definiti, un elemento nuovo che mostra l’evoluzione stilistica del pittore.
Emma Sedini