Antipasto di Salone
Ha inaugurato ieri la quarta edizione del Triennale Design Museum a Milano, questa volta griffato Alessi feat. Martì Guixé. E “Artribune”, dopo aver curiosato sabato l'andamento dei lavori, è tornata a vedere l'allestimento (ri)finito. Una scorpacciata di design, in attesa del Salone.
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Allestimento dopo allestimento, il Triennale Design Museum si rigenera ogni volta. Dopo l’ultima interpretazione intimista di Alessandro Mendini, Quali cose siamo – riconosciuta dal New York Times come “best exibition” dell’anno -, si passa a Le fabbriche dei sogni. Uomini, idee imprese, paradossi delle fabbriche del design italiano.
Tocca dunque alle imprese, questa volta, raccontare la storia del disegno industriale e in particolar modo ad Alessi, curatore dell’edizione, che scherza: “Quando sono stato chiamato ero lusingato, poi mi sono pentito amaramente”.
I nomi dei designer passano momentaneamente in secondo piano per far conoscere al grande pubblico quelli dei “capitani coraggiosi”, gli imprenditori che hanno saputo comprendere i progetti e scommettere su di essi.
“Volevo che il tono della trattazione fosse quasi fiabesco, come Alice nel paese delle meraviglie o Il piccolo principe”, spiega Alessi, “e la scelta è ricaduta subito su Martì Guixé”. Chi conosce anche poco del lavoro del designer catalano sa che non poteva essere fatta scelta migliore per arricchire e allo stesso tempo alleggerire l’intera narrazione.
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Martì Guixè e Mendini
Martì Guixé cura grafica e allestimento, e il risultato è sorprendente. Tutte le finestre della sala semicircolare sono state tamponate per creare ancora più superfici libere su cui inserire la grafica. La faccia stilizzata di Alessi ci guida in una storia a fumetti su diversi livelli di altezza, il più basso per i bambini. Il font è stato realizzato dalla grafia stessa dell’imprenditore e i pannelli degli altri “capitani coraggiosi” sono rivestiti da una sagoma a ombra, in pieno stile Guixé.
La storia del design italiano viene raccontata ancora una volta in una maniera differente e si nota, se si analizzano le quattro edizioni, che la direzione intrapresa dal museo è quella di avvicinare semper di più il pubblico degli appassionati. In quest’edizione è infatti “vietato non toccare” (per riprendere una passata esposizione) e ci si può sedere su ogni divano e palpare ogni oggetto in mostra.
La selezione di opere è ricca e un secondo giro per scoprire e analizzare tutti gli oggetti è quasi d’obbligo.
Valia Barriello
dal 4 aprile 2011 al 26 febbraio 2012
Le fabbriche dei sogni. Uomini, idee, imprese e paradossi delle fabbriche del design italiano
a cura di Alberto Alessi e Martí Guixé
Info: www.triennaledesignmuseum.it
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