Domande ormai impossibili. Dov’è (se è) il confine arte\design?
In occasione della Milano Design Week, la Galleria Kaufmann Repetto presenta la collettiva “A Lunatic on bulbs”. Una collaborazione con il Cumulus Studio di New York, una compagnia fondata dalla landscape designer Nathalie Karg. Che commissiona ad artisti pezzi di design da esterno.
La particolarità del Cumulus Studio? Le opere sono commissionate ad artisti generalmente già affermati (Tom Burr, Liam Gillick, Joel Shaphiro) anziché a designer. Solo due i vincoli che vengono posti agli artisti al momento della commissione: gli oggetti devono poter essere funzionali e adatti agli esterni.
Per il resto, gli artisti possono dare libero sfogo alla fantasia, avvalendosi dell’esperienza del Cumulus Studio per rendere le loro idee effettivamente pratiche. Perché, si sa, il più delle volte l’arte non è affatto sinonimo di funzionalità. L’importante è che i pezzi di design (prodotti in serie che variano da 5 a 20) siano in linea con lo stile dell’artista stesso, coerenti con il suo percorso e le sue idee, e che siano quindi riconoscibili come una sua “opera”.
La selezione di pezzi che viene esposta nel cortile della Galleria Kaufmann Repetto, compone una sorta di piccolo parco sculture. Quelli scelti per la mostra sono pochi e non riescono a fornire un’idea omogenea del lavoro operato da Cumulus; tuttavia, sfogliando il catalogo si possono vedere molte opere chiaramente ispirate a correnti artistiche quali la Pop Art, il Minimalismo (viene da pensare al recentemente scomparso John McCracken) e l’Arte Povera.
Il rappresentante di Cumulus presente in galleria spiega che uno degli obiettivi del collettivo è proprio quello di adattare i significati dell’arte al design. Oltre alla classica domanda “qual è il confine tra arte e design?”, già ampiamente affrontata e discussa, sorge anche un altro quesito: “In questo contesto, qual è il confine tra committenza pubblica e privata?”.
Ossia: queste opere sono state commissionate per il privato, per essere sistemate in bella mostra in un cortile, un giardino, una veranda; sono sostanzialmente pezzi di mobilio. Eppure non sono poi così dissimili da vere e proprie opere da parco di sculture; che differenza c’è infatti tra la Tire Swing realizzata da Aaron Young per Cumulus Studio e Cella: Osservatorio di Stella, la seduta che Massimo Kaufmann ha ideato per il parco sculture di Su Logu de s’Iscultura a Tortolì, in Sardegna?
Nemmeno il fatto che questi pezzi di design non siano opere uniche, ma vengano invece prodotti in serie, può considerarsi un discrimine. molte delle opere di Jeff Koons sono prodotte in serie eppure l’artista americano non è certo considerato un designer e le sue opere sono esposte nei musei, oltre che vendute per milioni di dollari alle aste.
È quindi solo il contesto che determina l’essenza di un oggetto? Il fatto che questi pezzi di design siano stati pensati per gli esterni di una dimora privata fa sì che non potrebbero entrare a far parte di una struttura pubblica all’aperto? Andy Warhol aveva già sollevato la questione quando ha portato le Brillo Box all’interno di un museo: è il contenitore, anche, che fa l’opera.
Ginevra Are
www.kaufmannrepetto.comwww.cumulus-studios.com
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