Se la Gam di Palermo fa concorrenza a Riso
La GAM di Palermo si dà al contemporaneo. Parte un lungo ciclo di personali dedicate ad alcuni tra i migliori siciliani. Si comincia con Andrea Di Marco, uno di quei talentuosi pittori d’area palermitana. Gruppo che, dalla fine degli anni ’90, sta costruendo un discorso di qualità intorno alla pittura. Un discorso ormai maturo, che distende un filo tra ricerca contemporanea e tradizione figurativa italiana.
In una stimolante dialettica fra arte antica e contemporanea, prende avvio la nuova stagione espositiva della GAM di Palermo, che agli altisonanti nomi della pittura siciliana dell’Ottocento affianca da quest’anno le opere di giovani mid-career siciliani, ospiti per i prossimi tre anni di grandi personali. Una scelta importante, che segna un cambiamento di rotta nei programmi della galleria civica.
Si parte con Andrea Di Marco (Palermo, 1970), per la prima volta celebrato da un importante spazio istituzionale in Sicilia. Sono una ventina gli oli su tela, tutti realizzati nell’ultimo triennio: piccoli e grandi lavori che si inseriscono con disinvoltura all’interno del percorso museale, come evoluzione della migliore tradizione pittorica locale.
Tuttavia, al di là di questa rispondenza, al di là della rassicurante verosimiglianza figurativa e dell’indiscussa abilità tecnica, il fascino attrattivo del lavoro dell’artista palermitano si concentra nella sintesi tra piacere del fare e riflessione intellettiva, in una dimensione pittorica intrisa di umana concretezza e impalpabile spiritualità.
I soggetti, estrapolati da una vigile osservazione del quotidiano, sono messe a fuoco di paesaggi ordinari, solitari e spesso dimessi; sono luoghi abitati da cose anonime e casuali, usate o abbandonate: saracinesche chiuse, sedie vuote, scale appoggiate, scafi dismessi.
“Hanno un nome, le città, ma hanno anche un colore, un sesso e un’età”, scrive Vincenzo Consolo. Allo stesso modo, negli scenari urbani dell’artista è tutto assolutamente umano e terribilmente familiare, pur apparendo prezioso, aulico, pregno di sacrale dignità.
La bellezza sensuale della sua pittura trae forza dall’equilibrata tensione fra opposti, che generano un’architettura formale impeccabile, immanente e insieme trascendente.
Oltre la materia densa e viva delle pennellate corpose, è ravvisabile un logos che, come una trama nascosta al di là delle apparenze fenomeniche, diviene elemento fondante dell’armonia del visibile, chiave necessaria per dischiuderne l’essenza. La pittura ossimorica di Di Marco si muove così in una terra di mezzo, possibile unicamente fra i sentieri dell’arte, dove la povertà del soggetto rappresentato si disperde – fino a essere dimenticata – in una traboccante ricchezza visiva.
Qui, il silenzio surreale di scorci desolati diventa assordante vocio di colori, mentre la staticità degli oggetti inanimati è contraddetta dalla fragorosa energia sottesa.
Gli uomini non ci sono mai. Ma la loro presenza è palpabile, flagrante nelle tracce residuali di un vissuto che non è narrato, ma presentato quale frame senza prima né dopo. Esserci, dunque, scomparendo nella disarmante verità delle cose.
Giulia Gueci
dal 12 marzo al 30 aprile 2011
Andrea Di Marco – Almanacco o diario per il diletto comune
a cura di Beatrice Buscaroli e Helga Marsala
GAM – Galleria d’Arte Moderna – Complesso monumentale di Sant’Anna
Piazza Sant’Anna, 21 – 90133 Palermo
Orario: da martedì a giovedi ore 9.30-18.30; venerdi e sabato ore 9.30-23; domenica ore 9.30-18.30
Catalogo Silvana Editoriale
Ingresso: intero €7; ridotto € 5
Info: tel. +39 0918431605; www.galleriadartemodernapalermo.it
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