Sempre più Bari
Un comitato scientifico internazionale, una coppia di curatrici coadiuvata da uno staff, una raccolta di portfolio degli artisti che operano sul territorio, residenze, tavole rotonde... E non è tutto. Apre a Bari la non profit Vessel. Noialtri di Artribune ve la raccontiamo in anteprima ospitando la viva voce di Viviana Checchia e Anna Santomauro.
Bari continua nel suo tentativo di proporsi come nuovo centro per il contemporaneo dalla spiccata vocazione internazionale. Dopo Jörg Heiser – curatore della mostra Trailer Park – e David Chipperfield, a cui è stato affidato il progetto di ristrutturazione del Teatro Margherita – sede designata del nascente BAC -, arriva nel capoluogo pugliese un progetto “garantito” da un comitato scientifico d’eccezione. I nomi? Charles Esche, Viktor Misiano, Denis Isaia, Roberto Pinto, Ilaria Gianni, Cecilia Guida, Marco Petroni, Viviana Checchia e Anna Santomauro.
Ma cos’è Vessel? Un contenitore aperto al confronto, alla condivisione, alla partecipazione, zeppo d’idee, di sfide coraggiose, di entusiasmo; ma anche la prua di un vascello… Quindi viaggio, mobilità, spazi da percorrere, distanze da colmare. Tutto questo è sintetizzato nel logo di Vessel, un progetto non for profit curato da Viviana Checchia e Anna Santomauro, pensato per il territorio pugliese, ma non solo.
Durante il suo primo anno di attività verrà sviluppato il Motore di ricerca, una struttura che si articolerà in un centro di ricerca e documentazione, una residenza internazionale per curatori, un ufficio di supporto alla progettazione, una project room e una web radio. Il gruppo di lavoro è composto, oltre che dalle due curatrici, da Vincenzo Estremo (grafico), Fabio Gnali (addetto alla comunicazione) e Andrea Vara (fundraiser), tutti under 31.
Fra le prime iniziative in programma, Vessel propone un laboratorio curatoriale che si terrà nell’ultima settimana di maggio e che coinvolgerà tutto il comitato scientifico. La partecipazione sarà gratuita e per open call. L’approccio artistico che Vessel predilige è improntato alla discussione, al processo, a tutto ciò che è brainstorming e partecipazione.
Come nasce questo progetto?
Anna Santomauro: Io e Viviana collaboriamo già da un paio d’anni e questo progetto è nato circa un anno fa, da una riflessione sulle necessità culturali e artistiche del territorio pugliese. Ci siamo rese conto che, se una delle questioni fondamentali dell’arte attuale è la mobilità, funzionale alla crescita e alla formazione degli artisti, il contesto pugliese, da un punto di vista geografico e geopolitico, può essere considerato marginale rispetto ai principali centri artistici, sia nazionali che europei. Abbiamo ritenuto necessario creare un network e, andando oltre, una serie di ponti fra il contesto locale e quello internazionale, focalizzando la nostra attenzione tanto sulla zona del centro Europa, quanto sull’Est europeo e tutto il bacino del Mediterraneo.
Viviana Checchia: Se gli artisti non possono andare fuori, cerchiamo di portare qualcosa sul territorio, e questo qualcosa per noi sono diventati i curatori. Abbiamo individuato nel curatore la figura centrale che si occupa di mobilità. Abbiamo inteso la selezione dei curatori come il meccanismo per cui un soggetto, artista o operatore culturale, può avere delle agevolazioni nel sistema dell’arte. Rifiutando però tutto quello che è il sistema espositivo, l’idea stessa delle grandi o piccole mostre, e concentrandoci più su quello che il curatore fa a livello processuale. Cioè il curatore come ricercatore, facilitatore di tutto quello che l’artista deve sviluppare per arrivare al progetto nella sua concretezza. Per questo motivo abbiamo invitato coppie di curatori che risiederanno qui a Bari, per interagire col territorio e studiare i portfolio degli artisti pugliesi (che stiamo incamerando da circa un mese e mezzo), senza tralasciare i loro studi. Per noi il fattore della fruizione della ricerca è alla base di tutto il progetto.
Considerate la possibilità di esportare il progetto in altri contesti territoriali?
A.S.: Sì, anche se per adesso è fortemente legato al territorio pugliese…
V.C.: … e non solo! Stanno già nascendo dei legami. In particolare, stiamo pianificando delle attività con altre due città: una è Venezia, in prospettiva della Biennale, e l’altra è Istanbul.
A chi sono rivolte le iniziative di Vessel?
V.C.: Si tratta di laboratori a cui potranno partecipare in modo particolare gli esperti, ma non solo. La nostra base, a livello di forma, è sempre quella del tavolo di lavoro. Possiamo sia chiuderlo agli esperti per un brainstorming privato, oppure può essere aperto agli studenti o a un pubblico indifferenziato. Dipende dalle forme e da quello che è l’obiettivo di questo incontro per l’artista.
Cosa vi aspettate da questa esperienza?
A.S.: Mi aspetto di innescare un seme minimo di trasformazione, in qualche modo. Forse è troppo ambizioso, però credo che potremmo attivare anche un impercettibile processo di cambiamento. Credo molto nel valore formativo dell’arte.
V.C.: Mi aspetto di ottenere una risposta tale da chi parteciperà in modo da far sì che amplifichiamo, e in qualche modo differenziamo, le nostre metodologie. Questo per noi è un momento di crescita molto forte e da cui ci aspettiamo un’apertura. Un momento di massima sperimentazione.
Anna Saba Didonato
Inaugurazione: 14 aprile 2011 ore 18
vessel
Via Guido De Ruggiero, 6 – 70125 Bari
Info: [email protected]; www.vesselartproject.org
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