Il Macro chiude? Parla Umberto Croppi
Se proprio non potete aspettare, se scalpitate per sapere cosa ci sarà sull'imminente numero 0 del magazine cartaceo di Artribune, se non ce la fate ad aspettare fino alla fiera romana The Road... Ecco, vi diamo un altro assaggio. Con tre-domande-tre-risposte dell'intervista a Umberto Croppi.
Due anni e mezzo piuttosto memorabili. Doveva essere l’arrivo dei post-fascisti ignoranti e beceri. E invece, dopo qualche mese, già mezza città sussurrava “mai visto un assessore così”. Dopodiché, una rimozione per motivi imperscrutabili all’apice del “successo”. Rimpianti?
Se mi attribuisco un merito, è quello di aver saputo coinvolgere, anche delegando, fidandomi delle esperienze e le capacità dei molti collaboratori e volontari, dialogando con gli operatori. Il rimpianto è che questa rete rischia ora di disperdersi. Alcuni progetti potrebbero non proseguire, uno su tutti quello del Macro. Il cantiere della parte progettata da Odile Decq durava da anni: ho costretto gli organismi interessati a chiudere entro una data definita, e lo stesso ho fatto per i lavori di ristrutturazione della Pelanda al Mattatoio, imponendo un’unica direzione per queste strutture. Così che il Macro diventasse un sistema per l’arte, il design, la creatività. Nel dicembre scorso avevo fatto approvare due delibere dalla giunta: con una si istituiva il Museo Macro (nessuno lo aveva mai fatto prima!) e gli venivano assegnate tutte le aree del Mattatoio; con l’altra si prevedeva la creazione di una Fondazione per la gestione di questo sistema, con caratteristiche di autonomia e la possibilità di partecipazione dei privati. Un modello di governance, insomma, che mancava completamente…
Che fine hanno fatto le delibere di giunta?
Da quel che mi risulta, la procedura si è fermata, le due delibere dovevano passare al vaglio del Consiglio e non sono mai state messe nemmeno all’ordine del giorno. Per non parlare del finanziamento pluriennale che ero riuscito a far assegnare al Macro come quota di partecipazione del Comune: è stato assorbito dalla Soprintendenza e il soprintendente Broccoli ha tolto l’autonomia finanziaria al Macro. Il futuro di questa istituzione mi pare fortemente a rischio.
Ma nel bilancio del Comune, riguardo alla cultura, ci sono soldi… veri?
Beh, non vorrei che nel primo schema di bilancio ci sia stata un’attività di “estetica contabile”, che poi non troverà riscontro della pratica…
Massimiliano Tonelli
ha collaborato Helga Marsala
Fan venire i brividi queste dichiarazioni dell’ex assessore. Ma non è tutto. Anzi, è solo una piccolissima parte. Come fare per leggere il resto? Semplice, ritirare una copia free del numero zero di Artribune nel nostro stand a The Road o negli innumerevoli punti di distribuzione della rivista in giro per Roma. Oppure abbonarsi, mandando una mail a [email protected]
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