Tutto in un giorno
Da mensile di iniziative le più varie, “Giorno per Giorno” quest’anno è stato tutto dedicato ad Alighiero Boetti. Una decina di giorni - dal 20 al 29 maggio - che culminano nell’“Alighiero e Boetti Day”. Una maratona dedicata all’artista, che si terrà all’Auditorium della Rai di Torino. Ne abbiamo parlato con i tre organizzatori: Massimiliano Gioni, Francesco Manacorda e Luca Cerizza.
Perché Boetti oggi?
Massimiliano Gioni: Perché, senza esagerare nell’attribuirgli doti profetiche, Boetti ha anticipato molte idee, intuizioni, persino tensioni che sono ormai fondamentali nel mondo di oggi. Ha capito che il centro del mondo si sarebbe spostato a Oriente. Ha presagito la necessità di una nuova intelligenza collettiva, inventandosi un’arte di partecipazione e nuove forme di aggregazione e relazione, che sorpassassero confini nazionali e culturali. In altre parole, si è inventato una rete di comunicazione che, con i vecchi mezzi della posta e del fax, già presagiva una nuova geografia e una nuova intelligenza globale. Ha intuito che l’eccesso di comunicazione avrebbe richiesto una scissione, una schizofrenia della nostra individualità, e si è diviso e moltiplicato in Alighiero e Boetti, anticipando le identità multiple e i giochi di ruolo ai quali ormai siamo abituati dalle nuove tecnologie.
Soprattutto – e questa è una scelta assai poco italiana – anche di fronte agli eventi più drammatici, anche di fronte alla paura di dissolversi, Boetti ha continuato a giocare.
Ma perché proprio Boetti a “Giorno per Giorno”? Cosa rappresenta?
Francesco Manacorda: La scelta è caduta su Boetti perché la sua pratica e i suoi “processi di pensiero” hanno avuto e ancora oggi non smettono di avere un impatto enorme su artisti, critici e teorici di generazioni diverse. Il suo lavoro si basa su un equilibrio di poesia e interrogazione del mondo che rappresenta un modello per moltissimi artisti di varie generazioni. Quello che credo sia importante oggi è capire attraverso una ricerca, anche aneddotica, delle fonti del suo pensiero quanto si possa ancora imparare dalla sua leggerezza e dalla sua capacità unica di combinazione degli opposti.
Cos’ha dato Boetti e soprattutto cosa può dare la sua opera all’arte contemporanea?
Luca Cerizza: Il lascito di Boetti per l’arte contemporanea è multiforme, come multiforme è la natura del suo lavoro, che si è sempre sviluppato in “orizzontale”, aprendo mille porte e muovendosi in altrettante direzioni, come pochi altri artisti hanno fatto.
Boetti ci ha mostrato che si può essere uno e tanti allo stesso tempo; ci ha insegnato a includere e rappresentare la differenza; a guardare “attivamente” il mondo, le sue leggi e i suoi fenomeni; a mettere in questione l’autorità e le regole. È stato concettuale ma non dogmatico, multiculturale ma non esotista, “leggero” ma non superficiale, relazionale senza essere politically correct, politico senza essere didascalico.
Gli anni ’90 sono stati in buona parte boettiani. Speriamo lo siano anche quelli a venire.
Marco Enrico Giacomelli
sabato 28 maggio 2011 – ore 12-24
Alighiero e Boetti Day
Auditorium Rai
Via Rossini 15 – Torino
Ingresso libero
www.giornopergiorno.org
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