World ex-Press-ion Photo. Il meglio del fotoreportage
Da 54 anni, la World Press Photo Foundation riconosce al fotoreporter, in una competizione internazionale, il ruolo di assoluto protagonista della comunicazione giornalistica. La selezione delle immagini premiate è raccolta fino al 22 maggio al Museo di Roma in Trastevere. Tappa di un itinerario che conduce l’esposizione in tutto il mondo, meta di centinaia di migliaia di persone. Un evento da non perdere, un appuntamento con ogni tangibile testimonianza del nostro tempo.
Un fiume di gente si aggira tra le sale. Si avverte lo stordimento provocato dall’espressività disarmante delle immagini e dall’intensità delle loro storie. Talvolta ci si trova improvvisamente percossi da uno schiaffo di raccapriccio. Talvolta, invece, ci si scopre commossi da un’espressione che racconta un istante di gioia, un frammento isolato e forse perduto per sempre. Oppure ci si sorprende per l’improbabile casualità di eventi che miracolosamente si compongono un equilibrio instabile eppure definitivo.
Se si stanno vivendo queste impressioni, allora significa che siamo al Museo di Roma in Trastevere, alla mostra della più prestigiosa competizione mondiale di fotogiornalismo, il World Press Photo. Giunta alla sua 54esima edizione, l’icona del reportage segna nuovi record: 108.059 fotografie, 5.847 reporter, 125 nazioni. E tra quest’oceano di immagini una giuria internazionale ha premiato 56 professionisti in 9 categorie contestuali.
Ma il riconoscimento più importante come Photo of the Year esula da quelle sezioni e si afferma come lo scatto che più di ogn’altro sa raccontare nel breve istante del suo farsi un’intera storia. Così era lo scorso anno la delicata opera dell’italiano Pietro Masturzo. Così è quest’anno la crudele immagine della fotografa sudafricana Jodie Bibier. Il suo è il ritratto di Bibi Aisha, giovanissima ragazza della provincia afghana orribilmente mutilata del naso e delle orecchie dal proprio marito talebano in esecuzione di un verdetto giudiziario pronunciato a causa solo della sua tentata fuga dalle continue violenze dell’uomo. Una ripresa in cui la compostezza formale e l’equilibrio della composizione non sono segno di rassegnazione, ma al contrario testimoniano la ferma e dura denuncia delle attuali condizioni della donna in talune plaghe del mondo.
Dunque, denuncia di una donna per la donna, come lo sono le opere di Sarah Elliot (3° premio sezione Issues) per le pratiche di aborto clandestino in Kenya. E all’opposto di queste sofferenze si scopre l’arguta ironia con cui Davide Monteleone (2° premio sezione Arte e Spettacolo) documenta la sfilata di moda di una Veleria Marini improvvisatasi oggi stilista. Mentre sul versante delle News, Riccardo Venturi (1° premio foto singole) coglie in un’immagine di profondo sconforto lo sguardo di una ragazzina che assiste all’incendio di Port-au-Prince, pochi giorni dopo il devastante terremoto di Haiti.
Desolazione, violenza, morte, ma anche vita, speranza, illusione sono raccolte nel raffinato e sconvolgente catalogo edito da Contrasto. Componenti di uno scenario dietro le cui quinte si aggirano gli stessi fotografi, esponendosi in prima persona per documentare e raccontare il teatro del mondo. Come Chris Hondros e Tim Hetherington, i due fotoreporter uccisi a Misurata lo scorso 21 aprile e alla cui memoria questa mostra è dedicata.
Alessandro Iazeolla
dal 28 aprile al 22 maggio 2011
World Press Photo 2011
Museo di Roma in Trastevere
Piazza Sant’Egidio 1b – 00153 Roma
Orario: da martedì a domenica 10-20
Ingresso: intero € 6,50; ridotto € 5.50
Catalogo Contrasto
Info: tel. +39 060606; www.museodiromaintrastevere.it
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