La scomparsa delle sale cinematografiche dai centri storici è fenomeno tristemente noto, non solo per la perdita di importanti luoghi di aggregazione e identità culturale che animavano le città, ma anche per il rischio di abbandono di edifici storici o, nella migliore delle ipotesi, la loro riconversione.
Nella città di Padova, negli ultimi 30 anni hanno chiuso i battenti una ventina di sale cinematografiche e tra esse, ormai da sei anni, anche il Cinema Altino, splendida struttura progettata dal 1946 da Quirino De Giorgio, noto architetto dapprima aderente al Futurismo e in seguito tra i maggiori esponenti della corrente razionalista in Italia. Sulla destinazione del luogo, sottoposto a tutela, si discute da anni; si è costituito il comitato “Salviamo in cinema Altino” che cura anche un blog, ma anche l’ultima candidatura della Fnac, appoggiata dai commercianti vicini e osteggiata dai puristi, è saltata.
L’ex Cinema Altino, oggi proprietà della famiglia Bastianello (quella del Gruppo PAM), quando entrò in attività verso la fine degli anni ’60 era all’avanguardia: il piano interrato ospitava la sala Mignon, il livello a quota stradale era la sala principale, dotata di aria condizionata a caduta, illuminazione al neon e automatizzata. Sul tetto fu pensato anche un rivoluzionario teatro all’aperto (mai entrato in funzione), con vista panoramica sulla città. Alle decorazioni interne lavorarono numerosi artisti padovani: Antonio Morato, Amleto Sartori, Fulvio Pendini, Paolo De Poli.
Oggi la situazione dell’edificio è ancora in stallo, il rischio dell’abbandono sempre incombente.
È per tutte queste ragioni che il progetto dell’artista padovano Alex Bellan, presentato nell’ambito di Q.Aperta, programmazione a latere della rassegna annuale Quotidiana, appare quanto mai significativo, perché riaccende – è veramente il caso di dirlo – l’attenzione della città intorno al destino di un luogo suggestivo, carico di memoria.
L’installazione ha riguardato la vecchia insegna che campeggia all’esterno, la cui luminosità è stata potenziata, resa intermittente e irregolare, a scandire uno stato di emergenza e precarietà. Residenti e passanti, per la durata dell’intervento, faranno da spettatori a questa sorta di grido muto del vecchio Altino. Che, spento da anni, sembra riaccendersi ancora una volta, ma solo esternamente, per diventare lui stesso protagonista di un ultimo spettacolo.
Alfredo Sigolo
Padova // fino al 9 luglio 2011
Alex Bellan
salviamoilcinemaaltino.wordpress.com
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