Nei dintorni di Palazzo Grassi
Se una delle tappe obbligate nei giorni di vernice della 54. Biennale di Venezia - e anche nei mesi a venire - è Palazzo Grassi con la sua mostra “Il mondo vi appartiene”, intorno a Campo San Samuele ci si può sbizzarrire con parecchi Padiglioni nazionali. Vi diamo qualche idea.
Una donna prende poco spazio, intitola con amara ironia Liina Siib la sua personale. Il padiglione è quello dell’Estonia, Paese in cui, per l’appunto, pare che le donne abbiano meno bisogno di denaro e spazio rispetto agli uomini. Giustificazione puerile e patetica per mascherare una lampante e bruciante discriminazione di genere. Con fotografie e video, la Siib restituisce uno spaccato della condizione femminile estone, riuscendo a restare in bilico fra approccio documentaristico e artistico, spaziando dal discorso sulla prostituzione a scatti Pastorali che coinvolgono giovanissime coppie.
Senza nulla togliere a Ilija Soskic e a Natalija Vujosevic, il core del padiglione del Montenegro è il MACCO – Marina Abramovic Community Center Obod, presentato con un video della stessa Abramovic e da una maquette. Un colosso da 140mila mq a Cetinje, l’ex capitale del Montenegro, destinato ad avere un successo notevole, così com’è accaduto per un’operazione nostrana per certi versi simile, ossia la Cittadellarte di Pistoletto a Biella.
Si balza in un ambito assai più decorativo con il Lussemburgo, e sin dal catalogo, che punta su un’iniziale Lettera aperta di Paul Virilio che sostanzialmente non dice nulla. Il lavoro della coppia Martine Feipel & Jean Bechameil, Le Cercle Fermé, ha senz’altro un grande impatto scenico, ma non riesce a svincolarsi dalla prima impressione, quella di una trovata accattivante. In sostanza, le stanze del palazzo, tutte a dominante bianca, sono invase da elementi architettonici resi perturbanti: il corridoio ondeggia, gli specchi distorcono, i cassetti si ammollano in stile Dalí, le colonne paiono cedere sotto il peso della soletta, le sedie si accasciano.
Restiamo in ambito piuttosto decorativo con il padiglione del Portogallo, che ancora una volta è allestito al Fondaco Marcello e che gode d’un piacevole terrazzino sul Canal Grande, tappa “segreta” per rifiatare durante le scarpinate lagunari. Quest’anno l’artista selezionato è Francisco Tropa col suo Scenario. In buona sintesi, piccoli “oggetti” – una clip, una mosca, una clessidra… – che, grazie a un sistema di luci e lenti, come se si trattasse di diapositive, vengono proiettati su uno schermo bianco, ingranditi decine di volte. Nulla di eccezionale, ma assai scenografico. Certo, un minore affollamento avrebbe giovato all’installazione, e magari non affidare al fratello Pedro la realizzazione dei poster in vendita.
Marco Enrico Giacomelli
La recensione della mostra a Palazzo Grassi
Tutti i padiglioni citati si trovano in zona Campo San Samuele
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