Quelli che stanno rifondando Roma

Impossibile non notarle. Le Fondazioni dedicate all’arte contemporanea a Roma sono numerose e attivissime. Nate come alternativa (e completamento) a musei e gallerie, propongono modelli di gestione della cultura più dinamici e al passo con i tempi. E si muovono con leggerezza, attivando collaborazioni proficue e sostenendo la creatività più attuale. Artribune vi propone un viaggio attraverso tutte le fondazioni capitoline. Prendetelo come il germe di una guida che in effetti andrebbe scritta.

FONDAZIONE GIULIANI
Era il maggio del 2010, esattamente un anno fa. Il notaio Giovanni Giuliani, fine collezionista, inaugurava la sua Fondazione nel cuore di Testaccio, a due passi dal Macro Future. Immancabile un primo bilancio. “È stato un anno entusiasmante”, ci racconta, “che ha fugato tutti i legittimi dubbi legati all’incipit di questa avventura. Complici la felice scelta della location, in un quartiere straordinario, nonché un’indovinata – lasciatecelo dire – programmazione: ottimo riscontro di pubblico e una buona attenzione da parte degli addetti ai lavori”.
Negli spazi della Fondazione si sono avvicendati gli artisti Nora Schultz, con la sua prima mostra italiana, Giulia Piscitelli, con una prima semi-antologica in uno spazio pubblico, e adesso Ahmet Ögüt, con una personale prodotta ad hoc. Tutta roba in questo momento difficile da “impaginare” anche per un museo. “Sono obiettivi importanti che abbiamo raggiunto. Così come è una soddisfazione aver visto Piscitelli e Oscar Tuazon (che abbiamo in programma per il 2012) arrivare alla Biennale di quest’anno”.
E le economie? “Abbiamo rispettato il budget preventivato, con il contributo per il 2010 di Banca Leonardo e di Pierrel. Una tranquillità finanziaria unita a una rigorosa politica di contenimento dei costi, agevole per una struttura ‘leggera’ come la nostra”. Una leggerezza che i musei pubblici invece, non hanno. “A fronte del feroce ridimensionamento dei costi, i grandi musei hanno optato per poche importanti mostre di grande richiamo. Ecco quindi delineato il campo di azione di una giovane fondazione: dallo scouting alla presentazione di artisti ‘emergenti’, restando a stretto contatto con il mondo del collezionismo. Le collaborazioni poi sono conseguenti, e devo dire che i rapporti con i musei romani sono eccellenti. Quello che stiamo tentando di fare è trasmettere un’idea di ‘sistema romano’ dell’arte contemporanea…”.

fino al 23 luglio: Ahmet Ögüt
www.fondazionegiuliani.org

nomas Quelli che stanno rifondando Roma

Michael Dean - La Nostra Permanenza Quotidiana - 2010 - producted by Nomas Foundation - courtesy Supportico Lopez, Berlino - photo Altrospazio, Roma

NOMAS FOUNDATION
Pensare la prassi artistica come un sistema granitico, basato su grandi mostre-monoliti? Roba che ha fatto il suo tempo. Progetti leggeri, veloci, che puntano al dialogo e alla ricerca, sono al centro di un nuovo modus operandi dell’arte. Ne sa qualcosa Nomas Foundation, nata nel 2008 per volontà dei collezionisti Stefano e Raffaella Sciarretta.
Le idee circolano liberamente quando il progetto artistico entra in contatto con il pubblico in modo dinamico, anche al di fuori di schemi precostituiti e luoghi deputati”, afferma la coppia, citando come metafora l’opera di Marlon de Azambuja Tate Modern, una gabbia di metallo che riproduce in scala l’architettura del museo londinese: “È una riflessione forte su ciò che rappresentano oggi i musei per gli artisti”. E a proposito di musei, avanzano una riflessione: “Macro e Maxxi ce la mettono tutta, con mezzi contenuti. Ma la cosa essenziale è appassionarsi alla res publica. Si deve avere il coraggio di fare scelte indipendenti, ricercando una propria identità culturale, senza emulare la Tate o il Moma. Per far questo, prima dei soldi, servono le idee”. Una filosofia della responsabilità che li guida nella gestione della Fondazione: “Le idee hanno bisogno di energie e determinazione. Andiamo avanti con le nostre risorse, a volte con fatica, ma per noi sostenere l’arte è un valore di civiltà”.
Diversi i progetti in cantiere, dalla survey sullo stato dell’arte contemporanea in Italia, condotta dal duo olandese Fucking Good Art, al Festival del Film d’Artista. Nel frattempo continua il ciclo Reading Room, “nato da una riflessione congiunta tra noi, Cecilia Canziani e Ilaria Gianni: tentare una formula sperimentale che desse all’artista la libertà di raccontarsi con i mezzi per lui più appropriati”. Tra gli ultimi ospiti, i collettivi A Vladivostok e Sottobosco, con cui si è discusso di riconoscibilità giuridica dell’artista in Italia e di nuove frontiere dell’open content, per offrire visibilità ai giovani artisti.

www.nomasfoundation.com

cerere Quelli che stanno rifondando Roma

Raphaël Zarka - Pianta del Cretto e altri lavori - 2011 - progetto per la Fondazione Pastificio Cerere nell’ambito di Postcard from... - photo Giorgio Ciardo

FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE
Una volta era una fabbrica per la produzione della pasta. La semoleria–pastificio del quartiere San Lorenzo l’avevano battezzata Cerere, in onore della dea protettrice delle messi. Ne è passato di tempo da quei fervidi anni ‘70/’80, in cui un gruppo di artisti – Nunzio, Ceccobelli, Dessì, Gallo, Pizzi Cannella, Tirelli – occupava i nuovi loft-atelier ricavati all’interno dell’edificio post industriale.
Da allora, per il Pastificio Cerere, l’arte contemporanea è diventata una vocazione. Nel 2004 Flavio Misciattelli istituisce l’omonima Fondazione: Da quando abbiamo iniziato il Pastificio è cresciuto moltissimo, attraverso progetti come le residenze di 6Artista. Quello che è rimasto uguale è la quotidianità delle persone che ci vivono e ci lavorano, il nostro vero punto di forza. Stiamo cercando di implementare l’aspetto organizzativo ma anche quello delle partnership: la collaborazione con Allianz e Civita, ad esempio, è molto importante”.
Un menu succoso: residenze, esposizioni, ma anche arte pubblica e formazione. Protagoniste del 2011 le mostre di Reto Pulfer e Lara Almarcegui, proposte da Vincenzo de Bellis grazie al progetto Curator in residence. Da un’idea del direttore artistico, Marcello Smarrelli, continua il progetto Postcard from, arte spalmata sui cartelloni pubblicitari, per seminare sprazzi di creatività tra i monotoni percorsi del tessuto urbano. Nel frattempo, si lavora per ripetere la fortunata esperienza di Curare l’educazione, programma di didattica messo a punto da Smarelli con Maria Rosa Sossai. E poi? Ancora mostre, ma anche appuntamenti dedicati al dibattito e al confronto con gli artisti: “Durante i prossimi mesi sono previsti studio visit e conferenze e, in autunno, la personale di Adelita Husni-Bey ed Elisa Strinna, vincitrici della seconda edizione di 6artista”.

fino al 30 giugno: Reto Pulfer
www.pastificiocerere.com

volume Quelli che stanno rifondando Roma

Particolare del sito, Parco Nomade, Rodolfo Fiorenza, 2010 - courtesy Fondazione Volume!

FONDAZIONE VOLUME!
Quattordici anni di lavoro, successi, indiscriminata fiducia nel valore dell’impegno privato per il sostegno della cultura. Volume!, fondata nel 1997 da Franco Nucci, è una tra le più antiche e solide fondazioni per l’arte contemporanea in città. Oltre alle tradizionali mostre, che hanno di volta in volta reinventato l’affascinante sede di Trastevere, negli anni la struttura ha avviato un’attività come casa editrice e una serie di progetti eterogenei. Grande attenzione per l’arte pubblica e l’architettura, sempre. Tra i progetti outdoor, è esemplare quello del Parco Nomade: “Si tratta della diretta e inevitabile evoluzione di Volume!”, spiega Nucci. “Volevamo dedicare un parco all’interazione tra arte e architettura e dar vita a un laboratorio permanente nel cuore dell’agro romano. Artisti e architetti di fama internazionale stanno già lavorando alla realizzazione di singoli moduli, ecosostenibili e trasportabili, che poi viaggeranno in tutto il mondo”. A che punto sono i lavori? “Siamo già alla fase esecutiva. C’è un clima di entusiasmo e di piena collaborazione. Dopo l’estate presenteremo in uno spazio istituzionale il primo modulo realizzato, nonché tutto ciò che verrà concretamente fatto nei mesi successivi”.
Parco Nomade nascerà su un terreno privato di quaranta ettari, dialogando con il quartiere e il complesso di Corviale. Là dove non arriva l’istituzione arriva il privato? “Una fondazione privata non può e non deve supplire alle carenze del pubblico. La rivoluzione, nel nostro Paese, è far bene il proprio lavoro. Corviale è una realtà da sempre strumentalizzata e assai poco conosciuta. Portandovi un progetto internazionale e di altissima qualità, daremo il nostro contributo alla riqualificazione dell’intera zona”.
E le mostre in corso? Un’importante personale di Christian Boltanski negli spazi di via San Francesco di Sales.

fino al 30 giugno: Christian Boltanski
www.fondazionevolume.com

alda fendi Quelli che stanno rifondando Roma

Un ritratto di Alda Fendi

FONDAZIONE ALDA FENDI ESPERIMENTI
Romana, ultima di cinque sorelle, Alda Fendi comincia dalla moda, gloriosa tradizione di famiglia. Anni di grandi esperienze, al fianco di un maestro come Karl Lagerfeld, fino al momento della svolta: nel 2001, preso il coraggio a quattro mani, recupera il sogno di una vita e inaugura la Fondazione Alda Fendi Esperimenti. Una realtà nel cuore di Roma, per sostenere l’arte e il teatro contemporaneo. Tanta sperimentazione, con la direzione artistica di Raffaele Curi, e un’attenzione speciale per il pubblico, a cui offrire spettacoli rigorosamente gratuiti.
Alda è una che difende il valore della cultura, con una passione e un rigore ferrei: “Oggi la politica è intesa solo come gestione del ‘qui e ora’, mentre dovrebbe essere la capacità di andare oltre l’esistente, di osare, di immaginare altri mondi. I nostri governanti non capiscono che finanziare la cultura significa creare una grande ricchezza per l’anima, ma anche una ricchezza reale per il Paese”. Straordinarie le collaborazioni: “Gli incontri con gli artisti mi hanno sempre meravigliata. Vincent Gallo con il suo stato costantemente febbricitante e diabolico, Angelique Kidjo con la sua ossessione per la giustizia, Sainkho Namtchylak con la sua voce bitonale, espressione di una doppia personalità”.
All’orizzonte, un nuovo importante traguardo. Un secondo spazio, oltre quello del Silos di fronte alla Colonna Traiana (ovvero Palazzo Roccagiovine, che conserva inestimabili frammenti marmorei della Basilica Ulpia, affiorati durante gli scavi per i restauri), sarà inaugurato tra due anni. Un museo per le arti contemporanee che accoglierà la collezione Fendi e che ospiterà mostre, spettacoli, concerti. Si sa ancora pochissimo a riguardo. Sicura è la location, dentro il Foro Boario, mentre il progetto di recupero, appena approvato dalla Soprintendenza, porta la firma di una archistar giapponese, dall’identità misteriosissima. Tra memorie parigine e percorsi da flâneur, la struttura si ispirerà ai famosi Passages di Walter Benjamin. Un luogo sempre aperto, in cui passeggiare, sostare, transitare. Dal giorno fino alla notte.

www.fondazionealdafendi-esperimenti.it

depart Quelli che stanno rifondando Roma

Un momento della performance di Luigi Ontani a Los Ageles, AmenHammerAmeno, in occasione della mostra When in Rome

DEPART FOUNDATION
Pier Paolo Barzan
ha 37 anni ed è il boss della Altay Scientific SpA, multinazionale gioiello che produce e distribuisce attrezzature scientifiche da laboratorio. L’altra grande passione è quella per l’arte contemporanea: nel 2009 dà vita alla Depart Foundation, mettendo su un board di advisor che lo consigliano nella stesura di progetti espositivi e di strategie di sviluppo. Dentro ci sono Andrea Bellini, condirettore del Castello di Rivoli, Mario Cristiani di Galleria Continua, e Kathy Grayson, direttore di Deitch Project a New York. Rivelata subito un’anima internazionale, si prova a creare un network mobile, in cui location, curatori, soggetti promotori e finanziatori cambino continuamente, creando una maglia operativa fitta e sempre diversa. Così New York Minute, nel 2009, porta 60 giovani artisti newyorchesi al Macro, mentre nel 2010, all’Accademia Americana, Hungry for Death omaggiava il lavoro di Destroy All Monster, la band fondata da Mike Kelley e Jim Shaw negli anni ‘70.
E dopo Later Layer, installazione di Johnston Marklee e Walead Beshty all’IIC di Los Angeles, una seconda avventura losangelina: ancora l’IIC, insieme allo Hammer Museum e allo spazio non profit LA><ART, per ospitare una bella fetta della scena romana, tutti mid-career, tutti lanciatissimi, per l’occasione affiancati da un gruppo di indimenticabili godfather. Da Boetti, a Mauri, fino a de Dominicis. La mostra la cura Luca Lo Pinto, che nel breve titolo – When in Rome – cela un bizzarro riferimento al detto inglese “When in Rome, do as the romans do”. Ovvero: non ha vita facile il viaggiatore poco duttile, che arriva in luoghi con identità, storia e carattere un po’ ingombranti. Ad aprire questa mostra-report, che racconta agli americani la Roma della giovane arte che conta, è la parata-performance AmenHammerAmeno, in cui Luigi Ontani con tredici musicisti e tre performer attraversa le strade limitrofe dello Hammer, per poi raggiungere il cortile del museo e allestirvi un tableaux vivant.

www.departfoundation.com

Helga Marsala

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #0

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

Scopri di più