Tutta un’altra Bergamo
Una rete grande su un territorio relativamente piccolo. Per di più, una rete che parte dal basso, non indotta da istituzioni o politica. Semplicemente, tutti gli spazi d'arte bergamaschi si sono alleati e fanno fronte comune. Con risultati sorprendenti. Il network si chiama “the blank” e qui si racconta.
Un contenitore aperto, un luogo d’incontro dove diverse realtà stabiliscono collaborazioni. Qual è l’idea base, chiediamo ai protagonisti dell’associazione the blank. “Siamo nati dalla necessità di creare un network fra operatori, dall’esigenza di ‘unire le forze’ per promuovere, diffondere e valorizzare l’arte moderna e contemporanea in città”.
Se gli chiediamo della loro mission, da the blank rispondono netti: “Allargare il pubblico, offrendo strumenti semplici e precisi ad appassionati, artisti, operatori, curiosi, collezionisti. Uno degli scopi è quello di fare della città di Bergamo un punto di riferimento e di opportunità per la diffusione dell’arte verso un pubblico ampio, oltre a quello di settore”. È uno dei temi sul quale si innesta anche la nascita di Artribune: allargare il pubblico, andare oltre il “settore”.
La domanda, a questo punto, anche per capire le dimensioni del “fenomeno” e la presa sul territorio, è immancabile: chi è the blank? Sono sempre gli organizzatori a rispondere, spiegandoci che “i soci sono 27, tutte le istituzioni pubbliche, private, i musei, le associazioni della città, le fondazioni, le gallerie. Per the blank lavorano nove professionisti del settore, ciascuno con le sue competenze distintive. La nostra scelta, e lo dimostra anche l’anonimato di questa intervista, è di evitare qualsiasi ‘protagonismo’. In nessun materiale appare un nome proprio: esce solo l’associazione e il suo network”.
Il network, dunque. Ma come si è creato, com’è riuscito ad aggregare così tante realtà, specie per un’area come quella bergamasca, che non è paragonabile ai grandi poli? “La rete”, ci spiegano gli anonimi coordinatori dell’organizzazione, “è nata grazie ai vari eventi che abbiamo promosso. Come il mercatino dell’arte ospitato allo spazio ALT di Alzano Lombardo, dove le gallerie hanno esposto i lavori dei loro artisti”. L’attività principale è dunque quella di promozione e organizzazione di eventi e situazioni condivise che puntino a creare aggregazione. Ma non si disdegna l’aspetto di comunicazione: “Il sito theblank.it svolge la funzione di calendario, di documentazione visuale e di archivio degli eventi che riguardano i membri dell’associazione, e poi c’è il primo nostro prodotto tangibile, la Art Map distribuita in 70mila copie e allegata a ‘L’Eco di Bergamo’. Uno strumento fondamentale che visualizza su una piantina tutti i soci”.
Altro strumento al confine fra evento e comunicazione è l’apertura collettiva di tutti gli spazi. Una serata, tante inaugurazioni. Com’è successo, fino a tarda notte, lo scorso 14 maggio, quando la città è stata artisticamente messa sottosopra da una folla di migliaia di persone. Numeri che si possono vedere in una grandissima città e che a Bergamo non s’erano mai visti.
Ma non finisce qui. the blank fa sul serio, e vuole toccare tutti i nodi del sistema dell’arte. Uno di questi è la scarsa capacità di attrarre creativi da fuori. “Partirà da settembre un programma di residenze: un artista sarà invitato a vivere in un quartiere difficile della città e a confrontarsi con la storia di Bergamo. E al termine della residenza sarà organizzata la mostra”. Già, ma per finanziare queste iniziative come fate? “Beh, su questo progetto ci attendiamo l’interesse di uno sponsor che voglia dare il suo nome al residence program, non gli costerebbe più di 20mila euro”. Questa efficace capacità di far sistema, a questo punto e con questi risultati dopo pochi mesi di vita, meriterebbe effettivamente il sostegno delle tante aziende piccole, medie e grandi che costellano Bergamo e le sue valli. Coraggio.
Silvia Scaravaggi
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #1
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