Il sapere è pop. E ovviamente ha un festival
Debutta venerdì a Civitanova Marche “Popsophia – Festival del contemporaneo”. Per analizzare la contemporaneità attraverso il filtro della filosofia e indagare l’attuale situazione culturale. Tra spettacoli di danza, caffè letterari, mostre e concerti, la cittadina marchigiana si trasforma in un’agorà. Dove riflettere su ciò che cambia nella nostra società e su quanto continuerà (forse) a restare immutato.
Cominciamo dai numeri: 4 weekend, 157 eventi, 29 location e 169 ospiti, tra cui Alessandro Bergonzoni, Margherita Hack, Massimo Cacciari ed Enrico Ghezzi. Questo è quanto è stato messo in campo in occasione della prima edizione del festival del contemporaneo Popsophia, ideato e diretto da Evio Hermas Ercoli. L’iniziativa nasce dalla volontà di riportare in piazza il dibattito filosofico, per analizzare, secondo le parole di Ercoli, “le nuove sperimentazioni del linguaggio, dalla moda alla fiction, intesa come finzione, ma anche come genere televisivo, per affermare che dietro questi prodotti che sembrano commerciali si nascondono invece suggestioni addirittura aristoteliche”.
Il festival verrà inaugurato venerdì 15 luglio a Civitanova Marche e si svolgerà nel corso di quattro settimane, dedicando ogni settimana a un tema differente (Filosofia, Fashion, Fiction e Futuro). Incentrato sui concetti di contaminazione e multidisciplinarietà, l’evento propone un programma ricchissimo che spazia dalla danza alla filosofia, alla musica, coinvolgendo spazi, istituzioni e operatori culturali dell’intero territorio. La volontà degli organizzatori è di far immergere il visitatore in una sorta di spaesamento organizzato, portandolo all’interno di un flusso continuo di attività, in cui cultura e intrattenimento si scambiano incessantemente ruoli e personaggi, per analizzare senza gerarchie e pregiudizi i linguaggi e le espressioni della contemporaneità.
Fra gli appuntamenti in programma, tre mostre legate, ciascuna a modo proprio, al concetto di effimero. D’Annunzio segreto (a cura di Giordano Bruno Guerri) racconta la vita privata del grande poeta attraverso un’inedita selezione dei suoi abiti e dei suoi oggetti personali. La filosofia del bello, invece, si addentra nella pittura di fine Ottocento-primo Novecento (da De Nittis a Boldini, da Orlandi a Caprile) per ricostruire, attraverso il ritratto, un’epoca, i suoi costumi, la sua cultura, la sua società. La moda è la protagonista indiscussa di questa raccolta: gli abiti delle donne ritratte, i loro accessori, le loro pettinature e le pose stesse che queste assumono testimoniano il momento storico in cui sono inserite. Come sottolinea Stefano Papetti, curatore della mostra, “il fascino dell’effimero, l’importanza data all’apparire, accomunano la Belle Epoque e l’attualità, con la differenza che allora tutto questo era accompagnato da una solida struttura culturale, che nobilitava questa tendenza alla frivolezza“.
Il terzo appuntamento espositivo è organizzato dalla galleria Per Mari e Monti e si articola in quattro mostre, una a settimana, ciascuna dedicata a uno dei temi del festival. Si comincia con Francesco Clemente e si prosegue con Zaha Hadid, Jannis Kounellis, Enzo Cucchi, Maurizio Mochetti e Miltos Manetas, per citarne solo alcuni.
Un festival indubbiamente ricco e articolato, come afferma il direttore artistico Hermas Ercoli: “Troppo complesso spiegarlo, bisogna venire a vederlo!“.
Stefania Fois
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