Unicredit Venice Award. Fenomenologia di un premio
L’ennesimo premio per l’arte? Sì e no. Perché quello istituito dal gruppo bancario Unicredit ha introdotto alcune novità, prima fra tutte la connessione con la Biennale di Venezia e il suo sistema di esposizioni nazionali. Abbiamo fatto due chiacchiere con Jean-Claude Mosconi, Head of Artistic and Cultural Advisory di Unicredit.
La prima edizione dell’Unicredit Venice Award ha preso vita lo scorso febbraio 2011, quando il bando è stato ufficialmente reso pubblico. Durante il periodo di validità del concorso, riservato ad artisti provenienti dai Paesi dell’Europa centro-orientale in cui UniCredit opera (Croazia, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Serbia, Slovenia, Turchia e Ungheria), la commissione scientifica ha scrutinato numerosi portfolio.
Dopo una prima fase, che ha portato alla selezione di cinque finalisti, il premio di 150mila euro è stato finalmente consegnato, nel corso di una cerimonia tenutasi nel veneziano Palazzo Grassi durante l’opening della 54. Biennale. Gianni Franco Papa (Head of CEE Division UniCredit) e Jean-Claude Mosconi (Head of Artistic and Cultural Advisory UniCredit) hanno premiato Dragoljub Raša Todosijević (Belgrado, 1945), pittore e scultore serbo. L’artista, coadiuvato dal curatore Zivko Grozdanic, si è aggiudicato il premio con il progetto Light and Darkness of Symbols, un’installazione strutturalista e iconica che comprende non solo sculture murarie ma anche oggetti, fotografie, giornali. Il percorso è poi stato presentato ai Giardini nel Padiglione Serbo e l’opera verrà a breve ceduta in comodato d’uso gratuito di lungo periodo a un importante museo d’arte contemporanea della Serbia, entrando anche a far parte della collezione UniCredit.
Per comprendere un po’ meglio la genesi e le dinamiche di questo importante riconoscimento, abbiamo fatto qualche domanda a Jean-Claude Mosconi.
Quali sono stati i momenti più importanti nella formulazione e poi nell’assegnazione del premio?
Nella fase di ideazione abbiamo ritenuto fondamentale differenziare UniCredit Venice Award dagli altri premi esistenti. Da qui la decisione di seguire l’orientamento culturale del Gruppo puntando sulla valorizzazione del sistema artistico dei Paesi dell’Europa centro-orientale in cui è presente: Azerbaijan, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca e Slovacchia, Estonia, Ungheria, Kazakistan, Kyrgyzstan, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Turchia e Ucraina. Con questo premio ci siamo posti l’obiettivo di sostenere la cultura e gli artisti di questi Paesi, contribuendo allo sviluppo e alla valorizzazione della scena artistica da cui provengono. La sera di giovedì 2 giugno la commissione scientifica UniCredit per l’Arte (che comprende anche noti professionisti del mondo dell’arte come Luca Massimo Barbero, Lorand Hegyi e Angelika Nollert) si è riunita assieme ad alcuni top manager invitati per l’occasione e ha deciso di premiare la Serbia, una scelta molto difficile vista l’alta qualità dei progetti pervenuti.
Cosa ha orientato la scelta verso quest’opera?
Il progetto espositivo di Dragoljub Raša Todosijević non solo aderisce ai criteri di innovazione e creatività richiesti nel bando, ma ha avuto il merito di suggerire una riflessione profonda sulla storia e sulla sfida alle ideologie nelle realtà dell’Europa centro-orientale, stabilendo un collegamento tra il passato e il presente.
In che modo, secondo lei, il premio concorre con la tradizionale consegna dei Leoni durante la Biennale di Venezia?
Il premio è stato organizzato contestualmente alla Biennale d’Arte di Venezia perché si tratta di una manifestazione artistica di rilevanza mondiale, la “madre” di tutte le biennali. Per questo motivo nel bando di concorso è stato specificato che la condizione per partecipare alla nostra iniziativa era che gli artisti esponessero una loro opera nei padiglioni dei Paesi dell’Europa centro-orientale presenti alla Biennale.
L’opera di Todosijević verrà temporaneamente donata a un museo serbo, ma allo stesso tempo entrerà a far parte della collezione del Gruppo. Vuol dire che fra alcuni anni potrebbe anche essere esposta in una delle sedi di UniCredit?
Sì, ma sono aperte anche tante altre possibilità. Per un primo periodo sarà a disposizione dei visitatori nel principale museo d’arte contemporanea della Serbia grazie alla formula del comodato d’uso gratuito di lungo periodo. Questa formula è quella che ci lega da tempo, attraverso partnership, ai principali musei italiani come il Mart di Rovereto, il Maxxi e il Macro di Roma, il MAMbo di Bologna. Stiamo valutando anche la possibilità che il progetto possa essere presentato in altri musei europei o in mostre temporanee, con l’obiettivo di poter meglio valorizzare l’artista e la sua ricerca anche fuori dal suo Paese d’origine.
Cosa vede nel futuro del premio? Ci sarà una seconda edizione? In che direzione si sta sviluppando l’impegno di Unicredit nel campo dell’arte?
Sì, siamo molto soddisfatti dei risultati di questa prima edizione e stiamo valutando la possibilità di dare un seguito al Premio. L’impegno di UniCredit per l’arte si caratterizza per un costante lavoro di ricerca sull’evoluzione della scena artistica internazionale, partendo dai giovani artisti emergenti (con iniziative dedicate come gli UniCredit Studio) per arrivare ad artisti riconosciuti e affermati.
Ginevra Bria
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