C’è Intesa tra la banca e il museo
In arrivo due nuovi musei a Milano. Chi li apre? Incredibile ma vero: una banca. A poche settimane dalla presentazione del Progetto Cultura a Milano presso la storica sede di Intesa Sanpaolo, abbiamo fatto due parole con Giovanni Bazoli, presidente del Consiglio di Sorveglianza dell’istituto bancario.
A Milano, il Progetto Cultura di Intesa San Paolo darà alla luce le Gallerie di Piazza Scala. Un unico complesso architettonico progettato da Michele De Lucchi per ospitare due musei: uno dedicato all’Ottocento (con inaugurazione prevista a ottobre 2011), dove sarà protagonista la storia dell’arte italiana – dai gessi neoclassici di Canova ai capolavori di Boccioni – e un secondo spazio, entro il 2012, che rievocherà l’estetica del Novecento. Ne abbiamo parlato con Giovanni Bazoli, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa San Paolo. Di questo e degli altri progetti culturali del Gruppo.
Nell’ultimo discorso di Palazzo Beltrami lei descriveva i recenti albori del Piano culturale di Intesa Sanpaolo, iniziativa partita solamente a gennaio 2011. Come e quando ha avuto inizio il Progetto Cultura?
La genesi del Progetto Cultura risale all’autunno del 2009, quando la Banca, con l’ausilio di un comitato scientifico composto da tre esponenti di spicco del mondo della cultura e dell’arte, ha sviluppato un’approfondita riflessione sul posizionamento nell’ambito dell’offerta culturale di un’istituzione finanziaria come Intesa Sanpaolo. Dalle analisi effettuate, emerse anzitutto l’opportunità di costruire su basi permanenti un’offerta culturale ben strutturata e scandita nel tempo. È nata così l’idea di redigere un piano triennale che si affiancasse al Piano d’impresa, in modo da rendere tra loro coerenti l’attività caratteristica della Banca e la sua attività di promozione dell’offerta culturale. A quelle prime riflessioni è seguito un intenso lavoro dal quale è scaturita l’elaborazione complessiva del Progetto Cultura, identificato come contenitore strategico e funzionale degli interventi della Banca in questo settore.
Poi si è passati rapidamente alla fase realizzativa…
Sì, dopo la presentazione del Progetto al Consiglio di Sorveglianza, si è dato avvio alla fase realizzativa che ha generato rapidamente risultati straordinari. Basti pensare al cantiere di Piazza della Scala che ha trasformato in pochi mesi, sotto la direzione di De Lucchi, i locali dei nostri uffici in ambienti museali di rara intensità e raffinatezza. Altrettanto velocemente si è proceduto alla scelta, al restauro e alla collocazione delle opere nelle nuove Gallerie. Allo stesso modo l’organizzazione di altre complesse iniziative – penso alla mostra fotografica “L’Italia e gli italiani” – procede con grande speditezza.
A che punto è la scelta delle opere per i due nuovi musei milanesi?
I pezzi della collezione Intesa Sanpaolo e della Fondazione Cariplo destinati al museo dell’Ottocento sono già stati selezionati e restaurati dal curatore scientifico. Anche la collocazione delle opere nei nuovi spazi è ora in fase di completamento, mentre stiamo dando avvio alla fase di scelta delle opere del Novecento (su un patrimonio di oltre 2.700 pezzi), che avranno risalto negli ambienti di Palazzo Beltrami.
Dall’archeologia all’arte contemporanea, le vostre iniziative comprendono l’apertura di sedi antiche, l’avvio di nuovi eventi, la formulazione di laboratori culturali e l’esposizione di patrimoni artistici di natura privata? Che cosa significa, per Intesa Sanpaolo, nel 2011, fare cultura?
Fare cultura significa per noi interpretare al meglio quella funzione di responsabilità sociale che il nostro ruolo di banchieri sollecita doverosamente nei confronti della collettività. Funzione che può esplicarsi opportunamente anche nell’ambito culturale e artistico in ragione dell’ampio e prestigioso patrimonio del nostro Gruppo mettendolo a disposizione della comunità per favorire la crescita culturale e civile del Paese. L’arte e la cultura, nelle diverse accezioni, rappresentano infatti elementi cruciali per comprendere e contribuire ai processi di cambiamento in atto nella società, potendo costituire per i singoli e la collettività fattori di crescita, sviluppo, inclusione e dialogo sociale.
Chi è il vostro pubblico di riferimento?
La platea alla quale ci rivolgiamo vuole essere la più ampia possibile, ma con un riguardo particolare alle fasce della popolazione che maggiormente necessitano di segnali forti di attenzione. Penso in particolare ai giovani, agli studenti, insomma alle generazioni del futuro.
Perché Intesa Sanpaolo ha deciso di aprire un grande polo espositivo nel cuore di Milano (proprio in prossimità del distretto di Brera), e di ampliare alcuni musei a Vicenza (Palazzo Leoni Montanari) e a Napoli (Palazzo Zevallos Stigliano)?
A Milano, tra la Scala, la Galleria e Palazzo Marino, proprio nel cuore della città, possedevamo gli spazi giusti che potevano essere valorizzati e convertiti alla nuova destinazione. Spazi che pulsavano di storia, esperienze, e vite di uomini passati, ma anche di imprese del lavoro, di successi imprenditoriali. A Milano erano nate e si erano sviluppate le collezioni della Cariplo e della Banca Commerciale che proprio in quegli spazi, sapientemente rielaborati da De Lucchi, hanno trovato e troveranno la migliore ambientazione. Anche i Musei già da tempo attivi di Vicenza e di Napoli sono collocati in splendidi palazzi carichi di storia e la ricchezza e varietà delle nostre collezioni ci spingono a riorganizzarne la dislocazione su tali sedi con rigore scientifico e coerenza con il territorio di riferimento. A Vicenza, infatti, completeremo la concentrazione delle numerose opere del ‘700 veneto, attualmente collocate altrove e non fruibili da parte del pubblico. A Napoli porteremo la splendida raccolta di ceramiche attiche e magnogreche – che creerà una formidabile sintonia con l’analoga raccolta del locale Museo Archeologico – e molte opere di pittura e scultura di ambito napoletano e meridionale in genere, per la gran parte provenienti dalle collezioni del Banco di Napoli.
Poi c’è il nuovo polo museale a Torino…
Quanto a Torino, oltre che sede legale della Banca, è centro nevralgico del Gruppo al pari di Milano; era quindi logico pensare di realizzarvi un centro culturale degno della tradizione e della storia della città, anche se non abbiamo ancora identificato gli spazi più adatti. Lo faremo quanto prima dopo un’ampia e accurata consultazione di tutti i soggetti, pubblici e privati.
Ginevra Bria
E Banca Intesa si mette ad aprire musei
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