Succede a Spoleto
Gianluca Marziani, da un anno alla guida di Palazzo Collicola Arti Visive, ha rivoltato come un calzino la vecchia Galleria Comunale d’arte Moderna: cascate di mostre, nuovi spazi, nuovo sito. E Spoleto si pone come uno dei più vitali laboratori dedicati al contemporaneo in tutto il Centro Italia. Diamo un’occhiata alla programmazione estiva…
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Non sembra un caso che Gianluca Marziani sia stato in corsa per la direzione del Macro. La sua gestione di Palazzo Collicola, a Spoleto, somiglia molto a quella che ha caratterizzato l’attività del museo romano nel periodo targato Barbero, orchestrato a suon di mostre multiple. Ecco così che per la stagione primavera/estate 2011 Palazzo Collicola propone una pletora di esposizioni per celebrare la “Prima Primavera” del direttore. Dopo le mostre inaugurate a fine aprile e ormai terminate (Fabrizio Carotti, Marco Agostinelli e il collettivo Artwo), la sessione estiva offre un tris invitante: una selezione di opere della collezione Moncada, i lavori finalisti delle tre edizioni del Premio Terna e, soprattutto, il Padiglione Umbria della Biennale diffusa made in Sgarbi.
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Pablo Picasso, Cavallo, 1917
La prima proposta segue il filone battezzato Cosmogonia, felicemente inaugurato con la collezione dei coniugi Sciarretta (“patron” della Nomas Foundation): si tratta di una serie di mostre dedicate al collezionismo giovane, dominata da un principio d’integrazione mimetica fra le opere contemporanee e l’arredo del piano nobile del Palazzo. I nomi sono tutti di primo piano (Avedon, Cragg, Kiefer, Twombly, Turrell; c’è persino Picasso, con degli insoliti costumi di scena) ed è impossibile non soffermarsi – per quanto a volte risultino ripetitivi – sui busti “carnevaleschi” di Luigi Ontani, collocati scenograficamente lungo i 32 metri della galleria vetrata.
1… 2… 3… Stella, co-curata dalla coppia Marziani-Cristiana Collu, riunisce invece le quarantasei opere vincitrici nelle varie sezioni del Premio Terna a partire dalla nascita del concorso (2008): la selezione di lavori esprime le eccellenze del panorama artistico nazionale e non solo: da Francesco Arena a Zimmerfrei, passando per Alberto Garutti, Liliana Moro, Marinella Senatore, Isola e Norzi. Non altrettanto si può dire per il Padiglione regionale.
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Luigi Ontani, AuroboruSerpentine
Certo, non siamo di fronte all’ammucchiata del Padiglione Italia a Venezia: l’allestimento concede alle opere il giusto respiro e una certa autonomia. Nonostante ciò, non tutti i lavori brillano per originalità e, ammesso che si possa rintracciare, il “carattere identitario” regionale degli artisti (utilizzo di materiali, condivisione di tematiche, rapporto col territorio) non risulta pienamente leggibile. E il confronto con gli old master umbri (Burri e Leoncillo su tutti) ospitati al piano inferiore, all’interno della collezione Carandente, non è di certo a favore della nouvelle vague regionale.
Ad affiancare le mostre principali ci sono poi alcune “chicche”, episodi apparentemente minori e invece capaci di completare con personalità la panoramica di eventi di Palazzo Collicola. Alberto Di Fabio è stato invitato – dopo Santiago Morilla e -sten- & Lex – a eseguire un intervento murale: integrandosi con l’architettura settecentesca del palazzo, il lavoro di Di Fabio segna una presenza equilibrata e al tempo stesso incisiva. Lo stesso artista è poi protagonista di “Oasi Collicola”, nuova sezione che coinvolge il giardino del palazzo: per l’occasione Di Fabio ha decorato dei lettini da mare con i suoi motivi pittorici.
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Gianni Politi, Le cose non saranno mai più come prima, 2011
Ma è il lavoro di Gianni Politi per la chiesa sconsacrata dei SS. Giovanni e Paolo (estensione del “laboratorio-Collicola” a pochi passi dal museo) la sorpresa migliore: l’artista romano, classe ’84, mette – letteralmente – in scena un saggio di pura pittura, “riconsacrando” l’ex-chiesa attraverso un lavoro che esprime una tensione laica e devozionale allo stesso tempo (la mostra, intitolata Le cose non saranno più come prima, è a cura di Alessandro Facente). Non altrettanto memorabili sono invece i lavori di Antonello e Montesi (che bisogno c’era dei genitali rivisitati in 3D, dopo l’ampio spazio che il museo ha già dedicato agli artisti?) e l’installazione – quantomeno criptica – di Latifa Echakchch, presentata dalla Fondazione Rocco Guglielmo. I risultati non sono sempre brillanti, ma la presenza di Gianluca Marziani dimostra la fondamentale importanza di un direttore di peso abile nelle relazioni e capace, specie in un contesto di “provincia”, di attirare artisti, creare eventi e “fare sistema”.
Saverio Verini
Spoleto // fino al 30 ottobre 2011
Cosmogonia Vol. II
1… 2… 3… Stella. 3 edizioni del Premio Terna
Gianni Politi. Input
Collicolab
www.palazzocollicola.it
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