Quando l’Italia era al centro del mondo, la Roma dei papi e la Firenze dei Medici raccoglievano e producevano il meglio dell’arte occidentale. Principi e chiesa erano mecenati senza eguali, ed esprimevano attraverso l’arte tutta la forza del loro potere.
Giorgio Vasari è una figura che simboleggia e interpreta il proprio tempo: artista capace di lavorare per le grandi committenze offrendo lavori “chiavi in mani”, e al tempo stesso scrittore, biografo che ricostruisce la storia dell’arte toscana da Cimabue a Michelangelo. Così Vasari parla della Pietà: “Certo è un miracolo che un sasso da principio, senza forma nessuna, si sia mai ridotto a quella perfezione che la natura a fatica suol formar nella carne”.
La sua costruzione teorica prevede un’evoluzione dell’arte attraverso la personalità di ciascun artista, che raggiunge e supera chi lo precede: Michelangelo è il punto d’arrivo di questa evoluzione e il fulcro della politica culturale che ruota intorno ai Medici e al rilancio di Firenze come capitale della cultura.
La mostra nella basilica inferiore di San Francesco ad Arezzo – quella del ciclo della Vera Croce di Piero della Francesca, per intenderci – percorre le biografie di Vasari a 500 anni dalla sua nascita (1511-1574) attraverso le opere degli artisti protagonisti di Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani, da Cimabue insino ai tempi nostri, descritte in lingua toscana, da Giorgio Vasari pittore aretino. Con una sua utile e necessaria introduzione a le arti loro.
Col supporto audio della voce narrante del Vasari e col supporto multimediale dei touchscreen, grazie ai quali si sfoglia il testo originale – pubblicato nel 1550 e in edizione illustrata nel 1568 – la mostra titolo Il Primato dei Toscani nelle “Vite” del Vasari, organizzata dalla Sovrintendenza di Arezzo e curata dal Agostino Bureca con Paola Refice, conduce naturalmente alla seconda mostra che si è inaugurata contemporaneamente ieri, sabato 3 settembre, nella Galleria Comunale di Arte Contemporanea: Giorgio Vasari, Disegnatore e Pittore. “Istudio, diligenza et amorevole fatica”.
Magnifici disegni e tele, tra cui Le tentazioni di San Girolamo appena restaurato, mostrano il Vasari artista, che compone da buon manierista il sacro e il profano. Il curatore Alessandro Cecchi e i suoi collaboratori introducono, fra l’altro, al suo lavoro in Palazzo Vecchio a Firenze: in mostra si trova il carteggio in cui Vasari si confronta con Michelangelo riguardo alle soluzioni architettoniche, accogliendone i consigli tecnici.
La vita di un artista che scrive d’arte conoscendone sino in fondo i meccanismi e perseguendo una politica che mira a inserire gli artisti a pieno titolo nella società, ha il suo compimento quando il granduca Cosimo inaugura- grazie all’intervento dello stesso Vasari – l’Accademia delle Arti. È così che l’Italia si guadagnava il suo posto al centro del mondo.
Le due mostre sono complementari per la conoscenza della figura e dell’opera di Giorgio Vasari, e si integrano con un itinerario vasariano nella città di Arezzo che va dal Museo Casa Vasari a un percorso architettonico legato alle opere.
Emanuela Avallone
Arezzo // fino all’11 dicembre 2011
Il Primato dei Toscani nelle “Vite” del Vasari
Arezzo // fino al 9 gennaio 2012
Giorgio Vasari, disegnatore e pittore. “Istudio, diligenza et amorevole fatica”
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