Gli svizzeri in piazza Affari. Franchi, e pure arte
Abbiamo intervistato Francesco Tarabini Castellani, responsabile per l’Italia del Gruppo Vontobel, banca privata svizzera che nel nostro Paese ha sede proprio in piazza Affari a Milano. La city d’Italia, quella con l’ormai celebre “dito” di Maurizio Cattelan. Che ora ha pure un programma artistico, per l’appunto “Vontobel per l’Arte”.
Come e a chi è venuto in mente di far partire questo programma artistico culturale di Vontobel in Italia?
Il progetto Vontobel per l’Arte prosegue la lunga tradizione di mecenatismo della nostra banca, e in particolare la vocazione personale di Hans Vontobel, e nasce con l’ambizione di individuare e valorizzare artisti viventi che dimostrino di esprimere la contemporaneità grazie a una ricerca sincera e continua, ma sui quali la critica ufficiale non si è ancora adeguatamente espressa.
In particolare, è stata la conoscenza di Dim Sampaio, primo artista scelto nell’ambito del progetto, e delle sue opere, a dare il via all’iniziativa: in una grigia serata invernale mi fu mostrato Fregi, una tela nella quale si individua chiaramente un omaggio dell’artista alla città di Milano. Il dipinto mi colpì tanto profondamente da suscitare in me la percezione lancinante di quanto questa città rappresentasse nella mia esistenza e contemporaneamente il desiderio irrefrenabile di possedere quell’opera quasi per vendicarmi della sua forza. Da qui la necessità intellettuale ed emotiva di conoscere più profondamente e compiutamente l’opera di Dim Sampaio.
Quali sono, in sintesi, le attività che Vontobel, anche con le sue fondazioni, svolge negli altri Paesi?
Il gruppo Vontobel è da tempo presente nella promozione di eventi culturali e di supporto di nuovi artisti promettenti in Svizzera e all’estero, ma la nostra è la prima iniziativa indirizzata all’arte contemporanea. Vi sono infatti diverse Fondazioni Vontobel, che però sono attive in segmenti artistici diversi, come la Fondazione dedicata ai Seniors, con un concorso che premia gli over-65 più creativi e quella a sostegno di giovani musicisti.
Qual è la reazione dei vostri clienti rispetto alle iniziative che state proponendo nella sede di piazza Affari?
L’arte contemporanea, nelle sue espressioni più valide, è una vera e propria antenna sul mondo: ci mostra quello che siamo sotto le tante maschere e ci fa anche intravedere dove stiamo andando. I nostri clienti, interessati quanto noi all’attuale contesto sociale e alla panoramica degli scenari futuri che dovremmo forse affrontare, hanno accolto positivamente il progetto e dimostrano un sempre maggiore interesse per le iniziative a questo legate.
L’affaccio sulla piazza è uno plus notevole. Credete di sfruttarlo sempre di più per proporvi come “landmark artistico” riconoscibile in quel particolare e importante luogo per l’economia italiana?
Il nostro lavoro è gestire e salvaguardare patrimoni privati e istituzionali, instaurando un dialogo con il cliente che va oltre i temi finanziari, che comunque oggi risentono di influssi legati alla politica e allo sviluppo internazionale della nostra società, in un contesto sempre più globale, complesso e di difficile interpretazione. L’arte costituisce uno strumento per ampliare il dialogo su temi etici, oltre che estetici, oggi come mai estremamente attuali.
Utilizzate le mostre anche come scorciatoia per arricchire la collezione aziendale o non comprate quello che esponete?
Al seguito di ogni esposizione, alcune opere vengono acquisite, diventando così parte della collezione Vontobel.
Quali saranno le prossime tappe? Quale la prossima personale nella vostra sede italiana?
La collezione artistica è da intendersi come un percorso di esplorazione e crescita dell’animo umano. Ci riproponiamo di andare avanti in questa direzione , artista dopo artista, ma non abbiamo una pianificazione predefinita, perché non possiamo sapere a priori dove l’esperienza con ogni artista ci porterà. Essendo principalmente un progetto di ricerca, non ha un cammino definito o definibile, al contrario si evolve nel tempo grazie all’incontro, allo scambio e alla collaborazione dei diversi componenti del comitato scientifico, di cui fanno parte Pietro Bellasi, Bruno Corà e Stefano Sbarbaro.
M. T.
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