Lione val bene una Biennale
Istanbul, Salonicco, Lione. E, da non scordare, Venezia aperta sino a fine novembre. Si riparte con la stagione 2011/2012. E inizia il profluvio di Biennali. Oggi è il primo giorno di vernissage nella vicecapitale di Francia, con la curiosa accoppiata biennale + fiera. Un primo assaggio dai nostri inviati.
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Dimensioni sostenibili, solo una sessantina artisti. Quattro sedi che permettono di scoprire la città, tra spazi museali e suggestive archeologie industriali. Un programma coordinato con iniziative collaterali e, per chi non fosse sazio, anche una fiera.
La Biennale di Lione cerca di differenziarsi dalle altre, e in effetti l’aria di novità è sostenuta. Molte nuove proposte tra gli invitati; una curatrice argentina, Victoria Noorthoorn, non così nota ai grandi palcoscenici internazionali; una selezione di opere che guarda anche alla politica e alla società, senza formalismi o autosegregazioni.
E la concezione dell’arte come disciplina aperta risulta anche dalla mescolanza con musica e letteratura, rappresentate in mostra dai nomi di John Cage e Samuel Beckett, paradossalmente nella lista degli invitati. Tra i grandi nomi dell’arte visiva spiccano invece Marlene Dumas, Filliou, Giacometti, quasi dei padrini per il plotone di nomi da scoprire.
Una terribile bellezza è nata è il titolo dell’11esima edizione, declinazione del tema Trasmissione, volutamente generico per essere analizzato in più edizioni consecutive. La “bellezza terribile” è quella che tenta di risorgere dalle brutture, senza alcuna rimozione, anzi consapevole dei limiti imposti oggi all’individuo.
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Lynette Yiadom-Boakye - Lavender for Thistle
Un uomo solo all’origine della Biennale, Thierry Raspail (direttore da sempre anche del Museo d’Arte Contemporanea di Lione): fondatore, anche curatore nelle prime tre edizioni e poi solo direttore artistico. In questo ruolo si è fatto affiancare di anno in anno curatori star come Hou Hanru, Obrist e Szeemann, che con la sua presenza ha dato notorietà alla rassegna.
Il Mac è anche una delle quattro sedi della Biennale, oltre alla Sucrière, ex raffineria di zucchero ristrutturata nel 2003, all’ex fabbrica di seta artificiale T.a.s.e. e alla fondazione Bullukian.
E intanto, la Docks Art Fair cerca di intercettare un po’ dell’euforia dei giorni d’inaugurazione. La terza edizione riunisce 33 gallerie, ognuna con uno stand monografico. Un’altra Biennale? Perché no.
Stefano Castelli
Lione // fino al 31 dicembre 2011
11. Biennale di Lione
a cura di Victoria Noorthoorn
www.biennaledelyon.com
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