Milano, ormai da tempo, non aspetta più il Salone del Mobile per parlare di design e approfitta della 91esima edizione del Macef, evento fieristico destinato agli operatori di settore, per coinvolgere anche i non addetti ai lavori. Alla classica esposizione affianca un nuovo “Salone Laboratorio”, Abitami, che intende mettere in luce l’aspetto creativo e di ricerca del design. La miglior sintesi del progetto viene affidata alle mani di Alessandro Mendini, che sintetizza nel logo il legame fra estro, comfort e abitazione.
Gli ideatori del concept, Carlo Amadori e il team di Acropoli, hanno suddiviso le esposizioni aggiuntive in Laboratori e Mostre di ricerca, entrambi con un ricco carnet di designer.
Per saperne di più abbiamo chiamato i diretti interessati, i Gumdesign (Gabriele Pardi e Laura Fiaschi), che hanno progettato uno dei Laboratori. Gabriele e Laura, pur non digiuni alle esposizioni del Macef, per questa nuova edizione tradiscono un’emozione in più che si trasforma in entusiasmo progettuale.
Tutto è iniziato grazie a un incontro con Carlo Amadori, durante la design week, e da quel momento, in soli tre mesi, i Gumdesign hanno “messo in piedi un momento di riflessione sul pensiero progettuale e, attraverso segni minimi, delineato un percorso importante”.
Abitami è stato definito un “teatro di creatività” e voi stessi vi siete ispirati a una pièce teatrale di Samuel Beckett, Atto senza parole. C’è un legame?
Siamo partiti da un pensiero e lo abbiamo sviluppato intorno al mondo dell’oggetto, che assume la funzione di “attore”, protagonista di una ipotetica rappresentazione teatrale. Una rappresentazione mimica, capace di trasformare l’immobilità in una scena dinamica, grazie alle emozioni e ai contenuti sensoriali. Sono nate così cinque collezioni basate su caratteristiche umane.
Com’è nata l’idea di associare degli oggetti, immobili per natura, a elementi mimici di una rappresentazione?
L’oggetto (come qualsiasi altra emanazione umana) fa parte del nostro corpo e della nostra mente, e in quanto tale deve andare oltre la forma. L’oggetto è anche pensiero e si può relazionare con tutti noi attivamente, generando relazioni e dialoghi immobili.
Presentate non uno, non una serie, ma cinque famiglie di oggetti. C’è un collegamento tra le diverse collezioni?
Ogni collezione affronta una caratteristica umana e la traduce in piccoli prodotti; abbiamo pensato di “nominarle” con espressioni vere e proprie, “prese dalla psicologia e dalla prossemica“, come scrive Marco Romanelli. I “calici caratteriali” (cristallo – Colle Vilca) derivano direttamente dalle varie declinazioni umorali e umane, i “monologo e dialoghi” (argento – De Vecchi) rispondono alle caratteristiche della riflessione e del linguaggio, gli “strati temporali” (marmo – Doma by Sacerdote Marmi) affrontano il tema degli eventi che si susseguono nella vita, le “espressioni quotidiane” (ceramica – Este Ceramiche) si interfacciano proprio con le rappresentazioni mimiche del nostro stato d’animo, e infine i “piani anatomici” (poliammide – Fabbri Fiore) studiano i vari livelli del nostro corpo che non viene rappresentato più e solamente dalla “pelle”, ma scava nel profondo per recuperare le “ossa” e le strutture nascoste dell’oggetto.
Che rapporto si è creato con le singole aziende?
Tutte le aziende coinvolte sono state splendide, disponibili e capaci di tradurre alla perfezione i nostri sogni; con alcune avevamo già un rapporto da tempo e gli imprenditori sono diventati amici veri e propri, con altre abbiamo iniziato la conoscenza e già li sentiamo “vicini”. Cosa dire ad aziende (meglio parlare di persone) che ricevono una mail “improvvisa” e in tre mesi riescono a essere coinvolti umanamente e a rispondere con una professionalità così elevata? Una magia, niente di più… niente di meno!
L’intero allestimento è progettato da voi. Parlatemi dei tavoli.
Anche per lo spazio abbiamo voluto seguire in concetto di “minimo”. I tavoli sono costituiti da semplici lamiere da 6 mm, tagliate come se fossero fogli di carta, per ricordare le pagine di un copione. Un allestimento quasi inesistente, ma presente per ricostruire la pièce teatrale e per dichiarare ad “alta voce” che si può esporre un prodotto anche senza generare metri cubi di rifiuti dopo 4 giorni di fiera. Extravega ha tradotto alla perfezione il progetto dei tavoli in corten trattato a cera.
Un libro sull’esposizione completa e arricchisce il progetto. Affiancare un volume, molto curato dal punto di vista grafico, è diventata ormai la vostra firma distintiva…
Un racconto per illustrazioni e parole dove i disegni raccontano gli oggetti e i testi sono scritti da importanti giornalisti e critici del design contemporaneo. Dobbiamo ringraziare con il cuore Silvana Annicchiarico, Luigi Lazzerini, Aldo Masullo, Cristina Morozzi, Marco Romanelli, Marco Sammicheli, Gianluca Sgalippa e Giorgio Tartaro per aver scritto con noi un racconto inedito e coinvolgente. La grafica assume un ruolo fondamentale per trasmettere, attraverso un ulteriore linguaggio, un messaggio globale.
Valia Barriello
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