Sergio Bonelli. Ora anche Tex lo piange
A 78 anni, muore Sergio Bonelli. Creatore di Zagor e Mister No, aveva ereditato la gestione della casa editrice fondata dal padre Gian Luigi. Ma prima di essere un grande editore, Bonelli era un grand'uomo. Su Twitter si sfoga il cordoglio. Intanto Milano, Lucca e Città di Castello gli rendono omaggio.
“È morto Sergio Bonelli, l’inventore della mia infanzia”, si legge in un tweet dello scrittore Marco Archetti. Eh sì, Sergio non c’è più. È morto la mattina del 26 settembre all’ospedale di Monza. E pensare che lo aspettavano a Città di Castello, dove pochi giorni prima, nell’ambito di Tiferno Comics, era stata inaugurata la mostra Una donna un’avventura. La donna del Risorgimento.
Appresa la notizia, autori e lettori hanno sfogato il loro senso di abbandono. Lo hanno fatto senza troppa retorica. Perché ne apprezzavano l’umile talento. Tutti lo conoscevano: gli autori che con lui hanno lavorato, i promotori dei festival che l’hanno ospitato, e lo conoscevano perfino i giornalisti che l’hanno intervistato. Perché Sergio Bonelli, prima ancora di essere un grande editore, era un grand’uomo. Signorile, educato, cortese, competente, appassionato. Con questo non vogliamo certo scivolare negli epitaffi più mielosi né inciampare su necrologi nostalgici. Vorremmo restare lontani dalla speculazione mediatica. Del resto, lui era fatto così: lasciava il segno. Ma guai, in certi casi, parlare al passato.
“È che mi sembrava immortale”, dice a sua moglie lo sceneggiatore Tito Faraci. “Poi mi correggo: sì, lo è”. Ecco un altro dei ricordi lanciati su Twitter. “Una volta abbiamo parlato di un soggetto di Tex così a lungo che il sole è tramontato, e non abbiamo acceso la luce. Lui e io, due ombre”, scrive ancora Tito. Che poi aggiunge: “Oggi piangerebbe anche Tex”. Si fanno avanti pure il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli (“Ricordo affettuoso di Sergio Bonelli, un cercatore di talenti, un innovatore, un gentiluomo”), Jovanotti (“Un genio, un benefattore dell’umanità, un maestro di fantasia, un grande italiano”) e, con ironia, la direttrice di Animals Laura Scarpa (“Di tutti questi messaggi su internet… sbufferebbe e aspetterebbe che arrivassero su carta”). Sì, sbufferebbe. Ma grazie a internet e all’apertura del sito sergiobonelli.eu, tutti i lettori hanno ora la possibilità di lasciare un messaggio. E quelli raccolti nelle prima 24 ore sono già 7mila.
“L’Italia è l’ultima trincea del fumetto. Io? Sono il generale Custer. Difenderò il fumetto fino all’ultimo e cadrò per ultimo”. A dirlo è lo stesso Bonelli. Al Museo del fumetto di Lucca, seduto accanto al disegnatore Giovanni Ticci e al direttore di Napoli Comicon Claudio Curcio, nell’ottobre scorso Sergio Bonelli rispondeva così alla domanda rivoltagli da un lettore. Lo interrogava sul futuro della casa editrice che prima di lui aveva fondato e diretto suo padre, quel Gian Luigi Bonelli cui è abbinato in modo indelebile il mito di Tex.
Ed è proprio per rispettare il nome di suo padre – e per non generare così inutile confusione – che Sergio cominciò a firmare le sue storie con lo pseudonimo Guido Nolitta. “Nella mia vita non ho mai lavorato tanto come negli ultimi cinque o sei anni. E se mi sono circondato di persone più giovani”, aggiunse Bonelli, “vuol dire che non voglio influenzare più di tanto il futuro della casa editrice. Mi fido del loro fiuto”.
Ecco, ora si potrebbe ricordare Sergio Bonelli per aver creato personaggi come Zagor (1961) e Mister No (1975), per aver scritto circa una sessantina di albi di Tex, per aver lavorato anche come magazziniere nella sua casa editrice e per aver avallato l’idea di Tiziano Sclavi, che negli anni ‘80 fece nascere Dylan Dog. Per Bonelli e Sclavi fu una scommessa vinta. Per la casa editrice fu invece una consacrazione. Ma si potrebbe ricordare Bonelli anche per le sue grandi e piccole attenzioni: nessuna pagina o tavola dei suoi albi è sfuggita ai suoi occhi; e se lo cercavi al telefono della redazione per un’intervista, dopo il lavoro di una giornata e una volta che tutti se n’erano andati, Bonelli era capace di richiamarti direttamente. “Nessuna seccatura”, ti diceva. “Sono qui anche per questo. Per rispondere alle vostre domande”.
A piangerlo non sono solo gli autori della sua casa editrice, ma anche il mondo istituzionale. A partire dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia: “Bonelli ci lascia l’eredità della sua arte. I suoi personaggi sono entrati nella storia emozionandoci con le loro avventure che ci hanno fatto sognare e che ricorderemo sempre”. Cittadino benemerito di Milano, Bonelli era stato insignito della Medaglia d’oro di civica benemerenza il 7 dicembre 2008 per aver contribuito “a fare di Milano la capitale dell’editoria italiana e del fumetto e aver avvicinato alla lettura generazioni di ragazzi”. Quegli stessi ragazzi che oggi sembrano essersi disaffezionati al fumetto.
“La sua morte è una gravissima perdita, tanto per la cultura milanese quanto per quella italiana”, dicono il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e il vicepresidente e assessore alla cultura Novo Umberto Maerna. Mentre l’amministrazione provinciale gli dedicherà un omaggio riproponendo allo Spazio Oberdan – così com’era accaduto nell’aprile scorso – il documentario Sergio Bonelli, l’avventura del fumetto realizzato da Andrea Bosco, WOW Spazio Fumetto (museo del fumetto di Milano) inaugurerà la mostra Dylan Dog, 25 anni nell’incubo (dal 7 ottobre all’11 dicembre 2011).
“Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Sergio Bonelli, editore coraggioso e decano del fumetto italiano”, commenta l’assessore alla cultura del Comune di Milano Stefano Boeri. “Lo aspettavamo al Museo del Fumetto per l’inaugurazione della grande mostra dedicata al 25esimo anniversario di Dylan Dog”, aggiunge, “e sappiamo che ci teneva molto ad essere presente a questo appuntamento. Purtroppo non è stato possibile, ma questa mostra sarà l’occasione per ricordare la sua grande figura di imprenditore editoriale e creativo che ha saputo coniugare il talento artistico all’attività editoriale, conquistandosi di diritto un posto nella storia del fumetto e nella memoria di tutti noi”.
È invece in corso a Città di Castello la mostra Una donna un’avventura, realizzata dal Museo del fumetto di Lucca in collaborazione con l’associazione Amici del Fumetto. Lì sono esposte tutte le tavole originali che fanno parte del progetto. A disegnarle sono stati Lucio Filippucci, Sergio Tisselli, Sergio Toppi, Giuseppe Palumbo e Renzo Calegari. “Il direttore editoriale della Bonelli, Mauro Marcheselli, ci aveva dato notizia delle sue serie condizioni di salute, che non credevo però così gravi”, fa sapere il direttore del Muf, Angelo Nencetti. “Mi aveva portato i saluti di Sergio, che aveva anche espresso l’intenzione di visitare la mostra a breve”.
Da Lucca fa sentire la sua voce anche il direttore di Lucca Comics & Games, Renato Genovese: “Mi aveva preannunciato che quest’anno, a Lucca, non sarebbe venuto per le sue problematiche di salute. Sergio non si limitava a fare l’imprenditore. Ho avuto il piacere, ma soprattutto l’onore, di essere suo collaboratore per oltre vent’anni e potrei banalmente sottolineare gli aspetti umani di un personaggio così carismatico. Bonelli era un editore serio e corretto che aveva il massimo rispetto per i suoi collaboratori, dando la giusta dignità ai disegnatori e agli sceneggiatori che rappresentavano un patrocinio artistico inestimabile per la sua casa editrice, ma anche per il nostro Paese. Dando stabilità e sicurezza a tanti talenti italiani”, prosegue Genovese, “ha offerto loro la possibilità di vivere professionalmente la loro passione, senza doversi rivolgere all’estero per trovare lavoro. E di questi tempi non è cosa da poco. Sono sicuro che la casa editrice saprà proseguire nella stessa politica di correttezza e consapevolezza del proprio ruolo all’interno del mondo del fumetto”.
Lucca Comics & Games 2011 aveva già in cartellone un incontro con il pubblico per festeggiare i 50 anni di Zagor insieme a Moreno Burattini. “Per tutto il nostro staff”, conclude Genovese, “sarà l’occasione per ricordare e celebrare in modo più ampio e profondo il suo creatore”.
Stamane si sono svolti i funerali, dunque è inopportuno parlare di nuovi incarichi. Anche se non è affatto escluso che la scelta della direzione cada, come da tradizione, sul figlio di Sergio Bonelli. Che in casa editrice, come avevano fatto il padre e il nonno, già lavora, e in particolare nel settore marketing.
Gianluca Testa
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