Viaggio modenese. Nella scena contemporanea
Percorrere vie. Quelle della direttrice Modena-Carpi-Castelfranco-Vignola e Rubiera, che torna a movimentarsi con la settimana edizione di “Vie Scena Contemporanea Festival”. Da domani al 22 ottobre, ospiti in Emilia le più interessanti realtà dello spettacolo contemporaneo.
È indubitabile: Vie Scena Contemporanea Festival, promosso da ERT, ideato e diretto dal 2005 da Pietro Valenti, costituisce ormai una tappa obbligata per osservare i fenomeni della nuova scena internazionale. Capace di coniugare le proposte di compagnie già affermate con quelle delle formazioni più esplorative, il festival presenta l’eccellenza del panorama teatrale contemporaneo non solo nazionale ed europeo, senza dimenticare le più innovative formazioni emergenti, alle quali offre un palcoscenico privilegiato e una straordinaria visibilità.
La nuova edizione si fa forte delle creazioni di alcuni artisti già noti e amati dal pubblico di Vie: è il caso del regista lettone Alvis Hemanis che, dopo Sonja e By Gorkij, torna con lo spettacolo Kapusvētki – Graveyard Party, nome preso in prestito da una tradizione popolare del suo Paese legata ai riti funebri. O di Pippo Delbono, in scena con il violinista Alexander Balanescu e la danzatrice Marigia Maggipinto, che con Dopo la Battaglia propone un’associazione fra il tempo violento e corrotto dei nostri giorni e le battaglie interiori dell’uomo. E di César Brie, che con la prima assoluta di Karamazov mostra un lavoro di ricerca liberamente ispirato dall’opera di Dostoevskij, frutto di un laboratorio con otto giovani allievi del suo Cantiere delle Arti.
È il caso, ancora, di un attore straordinario come Danio Manfredini, alle prese con uno studio in divenire su Amleto. Ma è un deciso segno di continuità anche la presenza del giapponese Toshiki Okada con la terza parte (The Sonic Life of a Giant Tortoise) della sua trilogia sulla società nipponica, tutta presentata a Vie.
Sono anche altri gli artisti che tornano: Claudia Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio con il sermone drammatico Il Regno Profondo, una preghiera-interrogatorio a Dio, di cui è autrice e declamatrice; Fanny & Alexander con T.E.L., prima fase di un nuovo progetto triennale in collaborazione con Tempo Reale, pensato a partire dalle opere e dalla figura di Lawrence d’Arabia, lavoro caratterizzato dalla diversa locazione di due attori, uno a Modena e uno a Firenze, accompagnati in diretta radiofonica da Rodolfo Sacchettini, che interpreta gli eventi acustici dello spettacolo, rendendoli accessibili per frammenti a un pubblico terzo.
Fra le altre importanti presenze del panorama nazionale vanno segnalati: Virgilio Sieni con La ragazza indicibile, viaggio nella femminilità ispirato da un testo di Giorgio Agamben legato al mito di Kore; Antonio Latella con due dei cinque episodi del progetto Francamente me ne infischio, liberamente ispirato al romanzo Via col Vento (Twins e Atlanta); e i Motus con MucchioMistoWorkshop, presentazione-spettacolo di un laboratorio condotto dalla compagnia riminese durante le giornate del festival.
Le novità più interessanti sul piano internazionale prevedono la presenza della compagnia statunitense New York City Players dell’innovativo regista e drammaturgo Richard Maxwell con Vision Disturbance, una commedia incentrata sulla relazione tra un oculista e la sua paziente. Ancora, l’artista ungherese (ma olandese di adozione e americana di formazione) Edit Kaldor, che presenta C’est du chinois, spettacolo che pone in primo piano il tema dell’emigrazione e la difficoltà di parlare una lingua straniera, e il regista polacco Krysztof Warlikowski con Racconti africani da Shakespeare, allestito con gli attori e i tecnici del Nowy Teater di Varsavia.
Altre presenze inedite sono quelle della performer spagnola Angélica Liddell, alla sua prima apparizione in Italia, con il solo Te haré invencible con mi derrota, omaggio alla violoncellista Jacqueline Du Pré, e della danzatrice Nacera Belaza con la prima nazionale di Les Sentinelles, un lavoro sull’attesa che trae ispirazione da Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati. Ancora una prima nazionale è Before Your Very Eyes di Squad & Campo, dove – una teca posta sul palco – sette ragazzini parlano e si confrontano ripresi da videocamere, mentre immaginano il loro futuro a breve e lungo termine, tra improvvisazioni e domande reciproche.
Sul versante nazionale, Vie non dimentica le realtà emergenti e più innovative. Posto di primo piano è quello occupato da Ortographe che, con Una settimana di bontà_stagione 1, indaga le tecniche messe in campo dai mezzi di comunicazione di massa per creare dipendenza, ponendo al centro dell’azione lo spettatore in quanto soggetto. Menoventi presenta L’uomo della sabbia. Capriccio alla maniera di Hoffmann, spettacolo sostenuto da Prospero, progetto quinquennale di cooperazione europea. Quotidiana.com propone in prima assoluta Grattati e Vinci, terzo episodio della Trilogia dell’inesistente-esercizi di condizione umana, uno spettacolo che mette l’accento sul valore essenziale della parola con l’intento di stimolare una lettura critica del reale.
Vie apre quest’anno anche un nuovo spazio di indagine, articolato e inedito, tra teoria e performance. Overground è il titolo di un progetto dove confluiscono: una mostra fotografica di Luca del Pia, i cui scatti sono in parte raccolti nel volume omonimo (edizioni Boiler), che sarà presentato nella cornice del festival; quattro momenti teorico-performativi ideati da Piersandra Di Matteo, Adele Cacciagrano, Tihana Maravić e Lucia Amara (autrici anche dei quattro testi che incorniciano teoricamente la sequenza delle immagini del libro) rispettivamente con gli artisti Eleonora Sedioli-Masque, Francesca Proia, MK e Cristina Rizzo, durante i quali si assiste alla scrittura di un evento, tessuto come incontro privato e pubblico tra gesto performativo e gesto teorico.
Sara Baranzoni
Modena e altri luoghi // dal 14 al 22 ottobre 2011
direzione artistica: Pietro Valenti
www.viefestivalmodena.com
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