Dopo l’Europa Centrale, protagonista della precedente edizione di Paris Photo, il posto d’onore è stato quest’anno riservato alla fotografia africana, con la partecipazione di quattro tra le più importanti gallerie del Sudafrica e il tentativo di dare più ampia voce possibile agli artisti africani presenti nella gallerie internazionali. A questo proposito è stato dedicato uno spazio a Les rencontres de Bamako, biennale africana di fotografia, prima e principale manifestazione consacrata alla fotografia africana e ormai punto di riferimento per l’arte contemporanea. Secondo progetto volto ad avvalorare l’interesse parigino nei confronti del continente africano è stata la presentazione della collezione privata di Arthur Walker (per la prima volta esposta in Francia), concentrata su tre generazioni di fotografi africani, fra i quali segnaliamo gli scatti di Pieter Hugo e J.D Okhaï Ojeikere.
Ma a campeggiare fra gli stand della fiera erano soprattutto le gallerie francesi: 40 in tutto, una maggioranza assoluta; al secondo posto gli Stati Uniti, con 23 presenze. Per l’Italia invece solo tre alzate di mano: la Galleria Forma di Milano con i soliti noti (Mimmo Iodice, Sebastiao Salgado, Nino Migliori…), mentre da Torino la Photo&Contemporary e la Guido Costa Projects, quest’ultimo con interessanti scatti del russo Boris Mikhailov, protagonista della personale attualmente in galleria.
Niente di inaspettato fra le proposte francesi, se non la delicatezza delle composizioni di carta di Jean-Christian Bourcart (Galerie Vù) o le fantasie cromatiche di Karen Knorr (Galerie Les filles du calvaire).
A livello internazionale colpiscono i dittici del giapponese Maiko Hakuri (Taro Nasu, Tokyo), in cui l’infinito sembra perdersi in uno scarto infinitesimale, e le composizioni narrative di Barbara Probst (Kuckei+Kuckei, Berlino).
Interessante ciliegina sulla torta: l’esposizione Acquisizioni recenti, dove tre grandi istituzioni museali hanno presentato per l’appunto le loro più recenti acquisizioni. Il Museo dell’Eliseo (Losanna) ha impreziosito la sua collezione con gli archivi fotografici di Charlie Chaplin, in particolare con due ritratti realizzati nel 1925 da Edward Steichen per il magazine Vogue.
Greta Travagliati
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