Salvate il soldato Marcovaldo
L'Associazione Marcovaldo di Caraglio rischia la chiusura. Se così sarà, chiuderanno i battenti anche i tredici beni culturali che gestisce, tra cui l'unico museo d'arte contemporanea del cuneese. Merito, ancora una volta, dei tagli alla cultura. Eh sì, anche in Piemonte c’è qualche problema…
Capita di tornare nelle terre natali per vedere tre mostre e riempirsi la pancia e scoprire che, oltre alle brutte notizie che riguardano due tra le cose più buone di quest’angolo di Italia, ovvero le castagne (il cui raccolto quest’anno è stato decimato da un parassita) e i funghi (inesistenti a causa della mancanza di piogge), se ne aggiunge una terza: l’unico museo d’arte contemporanea della provincia Granda è a un passo dalla chiusura.
In una specie di triangolazione della sfiga, succede che tutto accada in una cittadina che di solito è proprio luogo di castagne, funghi, formaggi e cultura: Caraglio. Un posto da cui sai già, prima di partire, che tornerai con occhi pieni di arte e lo stomaco di cibo. Ma non stavolta. E se della carestia di castagne e funghi hai già saputo da amici e parenti, della crisi del museo ti avverte lo striscione sopra il portone del Filatoio Rosso, sede del museo (in passato è stato il primo setificio d’Europa) che recita: “Stanno uccidendo la cultura e Marcovaldo. Indignati!”.
Per chi non si interessasse di affari “esteri”, nello specifico quelli del cuneese, precisiamo che il Marcovaldo di cui si parla non è il mitico personaggio calviniano, ma l’associazione culturale che dal 1990 ha portato avanti il restauro e la gestione di 12 importanti beni culturali (tra cui il Forte di Vinadio, il Castello del Roccolo a Busca, il castello di Lagnasco, l’insediamento di Balma Boves a Sanfront), ha organizzato 350 spettacoli, 70 mostre, 50 convegni e dà lavoro a 90 giovani della provincia di Cuneo. Associazione che ora, grazie ai tagli nazionali e regionali alla cultura, si trova a un passo dalla bancarotta. E se i 615mila euro promessi dalla Regione per il 2011 non arriveranno, già a fine anno sarà costretta a chiudere. Se i fondi non verranno sbloccati, il “nuovo corso” del collettivo curatoriale a.titolo, che dallo scorso anno cura la direzione artistica del museo e le mostre a ingresso gratuito (Il Popolo che Manca, Esponenziale e 00 Italia) aperte fino al 27 novembre, più che Fare Museo (titolo del programma espositivo che sarebbe dovuto proseguire per tutto il 2012) diventerà “Chiudere Museo”.
Ma a rischiare la serrata non è solo il Filatoio. A questo si aggiungono i 13 beni culturali che l’associazione gestisce. Insomma, il problema è serio, tanto che è già partita una petizione pubblica a cui si può aderire anche online attraverso il sito dell’associazione.
Il caso-Marcovaldo è uno dei tanti emblemi della situazione culturale italiana, quella dei tagli scellerati da parte delle istituzioni, che rischiano di far scomparire realtà che, come in questo caso, sono mosche bianche in un territorio non proprio ricco di cultura, specie contemporanea.
Stefano Riba
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