Tutta l’arte nel Festival del Film di Roma
Douglas Gordon all’Auditorium con la collaborazione di Gagosian. Un film su Piero Guccione. I cortometraggi al Maxxi. Il Festival Internazionale del Film di Roma ancora non trova la propria identità, ma si dimostra sempre più interessato all’arte. E dal prossimo anno una delle sedi sarà proprio il Maxxi, la cui distanza dall’area centrale dell’Auditorium è brevissima. Seppur costellata di scempi urbanistici che entro il 2012 dovranno essere eliminati.
Che la struttura sia divenuta fin da subito centrale, per quel che attiene alle arti visive e all’architettura, non ha sorpreso nessuno. Era iscritta nel suo Dna, questa missione, e anzi ci sarebbe stato da sorprendersi se ciò non fosse accaduto. Ma non era detto – anche per questioni topografiche – che in poco più di due anni il Maxxi si sarebbe trasformato in quel che sempre più appare essere: un fulcro imprescindibile per tutto ciò che Roma affronta di contemporaneo ad alto livello, dal design al teatro, fino al cinema.
Già, il cinema, che in questi giorni non può che voler dire Festival Internazionale del Film di Roma. Una rassegna alla quale le sei edizioni raggiunte faticano ancora a dare un’identità ben delineata e forte (specie quest’anno con il dietrofront del Ministero, che punta solo su Venezia), ma che non ha mai mancato di proporre dialoghi a vario livello con le arti visive.
Dialoghi che in questa edizione 2011 in ben due casi vedono coinvolto il museo di Zaha Hadid. Uno è eminentemente “artistico”, con l’inserimento nel programma di una vera e propria sottosezione di L’Altro Cinema I Extra dedicata ai cortometraggi d’arte nati dalla collaborazione fra la Fondazione Maxxi e l’associazione CortoArteCircuito. Presieduta da Beatrice Bordone Bulgari, con la direzione artistica di Paola Ugolini, l’associazione non profit costituita nel 2007 ha realizzato quest’anno la serie di filmati che raccontano le varie fasi delle installazioni delle mostre del museo. E una selezione delle opere va ora in scena – il 3 novembre, alle ore 20 – al Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, con protagonisti come Jacob TV o Martha Colburn nella rassegna Expanded video (regia di Gianfranco Fortuna e Felice Bagnato), o con i corti come La traccia, regia di Mazdak Mirabedini, Da Uno a Molti e Indian Highway, regia di Dodo Fiori, Person, video monocanale dei Masbedo.
Restando alla programmazione, tira aria di “Poesia picta” – come la descrive Maurizio Calvesi – nel film-documentario Piero Guccione, verso l’infinito del filmaker Nunzio Massimo Nifosì, presentato in anteprima assoluta giovedì 3 alla Casa del Cinema nella sezione Off Doc di L’Altro Cinema I Extra. Nel documentario realizzato in collaborazione con il Padiglione Italia della Biennale di Venezia, che parte dal racconto di una giornata della vita dell’artista, presenti testimonianze di critici e storici dell’arte come Maurizio Calvesi, Vittorio Sgarbi, Jean Clair, Marc Fumaroli, Michael Peppiatt, Tahar Ben Jelloun, Marco Goldin, Paolo Nifosì. L’edizione integrale del documentario sarà presentata il 25 novembre presso l’Arsenale di Venezia, e successivamente presentata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e in molti Istituti Italiani di Cultura in giro per il mondo.
Ci si sposta invece nel Regno Unito con The British Guide To Showing Off, film dedicato all’eclettico scultore, pittore e video artista Andrew Logan e allo show Alternative Miss World, irriverente concorso di bellezza alternativo al più noto Miss Mondo, definito dallo stesso Logan “una scultura nel tempo”. Fanno capolino anche protagonisti come Brian Eno e Grayson Perry, per il Focus UK della sezione Occhio sul Mondo. Sezione che, fino al 5 novembre, propone nello spazio dell’AuditoriumArte – in collaborazione con la Gagosian Gallery di Roma – la mostra Raise the dead dell’artista scozzese Douglas Gordon, le cui opere da sempre cercano di abbattere le barriere tra arte visiva e cinematografica. La videoinstallazione 24 Hour Psycho Back and Forth and To and Fro mostra al visitatore le sequenze di Psycho di Hitchcock rivelandone nuovi e inaspettati dettagli, grazie alla proiezione del film su due schermi adiacenti, uno con la progressione normale, l’altro in reverse, fino a mostrare per un solo secondo la stessa immagine.
Si diceva di due momenti di coinvolgimento del Maxxi con il festival: uno l’abbiamo lasciato alla fine, visto che esula prettamente dall’edizione in corso. A partire dal 2012, infatti, il Mercato Internazionale del Film si avvarrà anche della sede del Maxxi, che andrà ad affiancare le location di via Veneto. Il museo ospiterà incontri, proiezioni, convegni e le attività di Fabbrica dei Progetti, mentre l’area della Dolce Vita, con i suoi storici alberghi e la posizione privilegiata, continuerà ad accogliere i professionisti invitati e sarà collegata all’Auditorium e al Maxxi da un servizio gratuito di navette. L’idea è avvicinare all’Auditorium la sezione del Mercato a quella delle proiezioni, la soluzione è utilizzare il Maxxi e “collegarlo” al Parco della Musica con un “percorso a red carpet” in modo che i 500 metri che separano l’architettura di Zaha Hadid da quella di Renzo Piano siano più percorribili.
Una percorribilità che, comunque, non si risolve certo con un tappeto rosso: dire infatti che lo spazio urbano che collega i due complessi è di scarsa qualità, è un eufemismo grande così. Tra percorsi pedonali inesistenti, prati abbandonati, sosta selvaggia e dozzine di cartelloni abusivi gestiti dalla criminalità organizzata (grazie, sindaco Alemanno!), il sentiero che gli operatori, gli appassionati e gli addetti ai lavori dovranno percorrere nel 2012 rischia di rappresentare una vera vergogna urbanistica in grado di squalificare il Festival, altro che Parco delle Arti…
Massimo Mattioli
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